
Ricorso al riesame
Genova, la procura chiede di arrestare 26 anarchici accusati di devastazione: il gip dice no
La procura di Genova ha chiesto l’arresto di 26 anarchici, che avevano partecipato alla manifestazione organizzata due giorni dopo lo sgombero dell’ex Latteria Occupata. Durante il corteo del 5 maggio 2024 si erano verificati momenti di tensione e alcuni manifestanti si erano riversati nelle vie del centro danneggiando abitazioni, negozi e autovetture, tra cui una della Polizia. Nel mirino degli antagonisti anche diversi edifici storici del circuito dei Rolli, tra cui Palazzo Pallavicini Cambiaso, Palazzo Lomellino e Palazzo Spinola. Colpiti anche Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi. Nemmeno gli immobili in via Cairoli, piazza Banchi e via San Lorenzo sono stati risparmiati dal vandalismo. Secondo le informazioni disponibili, i danni complessivi sono stati stimati in circa 98 mila euro.
La procura di Genova chiede l’arresto in carcere per 26 anarchici accusati di devastazione
A seguito della manifestazione, gli agenti della Digos avevano identificato 26 persone, accusate del reato di devastazione. Questo reato prevede pene da otto a quindici anni di carcere. Peraltro, secondo la procura, la manifestazione aveva turbato l’ordine pubblico: diciassette chiamate sono arrivate al numero di emergenza 112 nel giro di poche ore. Eppure, il gip Giorgio Morando ha respinto la richiesta di custodia cautelare, ritenendo che non sussistessero i presupposti per contestare la devastazione. Inoltre, il giudice ha richiamato la sentenza della Cassazione, secondo cui il reato si configura solo in presenza di danneggiamenti estesi e indiscriminati tali da generare un diffuso senso di paura e un reale turbamento dell’ordine pubblico nella comunità. Dunque, si tratta di elementi che, secondo il magistrato, non sono emersi in questo caso.
Presentato il ricorso al tribunale del riesame
Nell’ordinanza, Morando cita anche i fatti del G8 di Genova del 2001, ritenendo che, a differenza di quanto accadde allora, le condotte contestate ai 26 anarchici non abbiano avuto la stessa portata distruttiva. E tantomeno la capacità di generare quel clima di terrore collettivo, che tra l’altro caratterizza il reato di devastazione. Per il momento, la procura ha impugnato la decisione del gip e ha presentato ricorso al tribunale del riesame, che adesso dovrà ora decidere se confermare o ribaltare l’ordinanza. Nel caso di un nuovo rigetto, l’accusa potrà valutare un ulteriore ricorso in Cassazione.