
Il video dello show
Flotilla, i “gitanti” son tornati: urla contro la Meloni e sventolìo di bandiere col teschio. “Ma sono di pace…”
Abbracci, baci, cagnolini che abbaiavano, brindisi e cori contro Giorgia Meloni: il rientro dei “gitanti” della Flotilla, all’aeroporto, è stato uno show che poco aveva a che fare con la causa di Gaza e dei palestinesi da aiutare. Tra bandiere palestinesi, kefiah e cori, tra i quali “Anguria sì, Meloni no, Tajani pagaci il biglietto”, gli ultimi attivisti di Flotilla sono tornati a casa, non senza denunciare i presunti maltrattamenti subiti dai soldati israeliani. Lo sventolio di bandiere della Palestina e di “One Piece”, simbolo di protesta, in teschio con un copricapo di paglia, ispirato a un personaggio dei fumetti di Eiichirō Oda, fumettista giappone, che rappresenta una sorta di pirata buono, che i “gitanti” hanno presentato come simbolo unificante per la truppa. “La bandiera di One Piece diventata simbolo della Flotilla è simbolo di Liberazione, per noi che siamo cresciuti con questo anime rappresenta una critica verso gli oppressori e una metafora di quello che succede a Gaza”, hanno spiegato.
I video dei membri di Flotilla con la bandiera col teschio e i cori contro la Meloni
In rete, da giorni, circola un testo nel quale gli attivisti criticano un articolo del “Secolo d’Italia” nel quale si esprimevano perplessità sul fatto che a rappresentare un movimento “pacifista” che critica la violenta repressione italiana, sia stato scelto come “bandiera” dagli attivisti. “L’opera di Oda sa bene che quel simbolo non ha niente a che vedere con la violenza: rappresenta libertà, amicizia e la voglia di ribellarsi contro le ingiustizie. Non è un caso che sia spuntata in manifestazioni in giro per il mondo, dall’Asia all’Europa, portata da chi cerca una forma di protesta pacifica… Questa vicenda mette in luce quanto sia grande lo scarto tra le generazioni. Per tantissime persone, One Piece non è solo un cartone animato, ma un vero punto di riferimento per chi sogna un mondo più giusto. Il vessillo di Luffy e compagni non celebra la morte, ma la possibilità di opporsi a chi abusa del potere. Liquidare tutto come un messaggio intimidatorio vuol dire ignorare quanto la cultura pop possa parlare alle nuove generazioni. Il vero errore del giornale è stato quello di ridurre un simbolo universale a qualcosa di negativo, rivolgendosi a un pubblico che forse non ne conosce il valore. Da bandiera di libertà, il Jolly Roger di One Piece è stato trasformato, più per ignoranza che per altro, in uno strumento di accusa. È il classico esempio di come la distanza tra chi conosce i nuovi linguaggi culturali e chi no possa creare malintesi profondi, soprattutto se si parla di movimenti sociali”.
L’ignoranza di interpretare un teschio come icona di aggressività, la stessa che ci avrebbe portato a pensare che una colomba sulla bandiera poteva essere un simbolo di pace. Sì, siamo ignoranti. A quando una pistola per invitare il mondo a volersi bene?
I cori contro la Meloni