
Festa del cinema di Roma al via con “La vita va così”, il film di Riccardo Milani tra neorealismo e commedia all’italiana
Prende il via oggi, mercoledì 15 ottobre, la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino a domenica 26 ottobre, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma presieduta da Salvatore Nastasi con la direzione artistica di Paola Malanga. Nel corso della serata sarà presentato il film di apertura La vita va così di Riccardo Milani, fuori concorso nella sezione Grand Public, che sarà nelle sale cinematografiche dal 23 ottobre. È la storia vera di un pastore sardo che, per difendere la propria terra e le proprie radici, si oppone solitario alla costruzione di un resort.
La Festa del Cinema di Roma apre i battenti
«È una storia vera di tanto tempo fa, sono passati circa 10 anni. Ho la fortuna di frequentare e conoscere la Sardegna e ne sono venuto a conoscenza leggendo i giornali – ha raccontato Riccardo Milani –. Poi il protagonista della vicenda è morto, ed ho deciso che era il momento di raccontarla. È una vicenda che dà due segnali: da una parte un uomo che sa dire di no. E dall’altra una comunità che si trova spaccata da questa storia, cosa che avviene spesso nel nostro Paese. Il film è una commedia, con elementi per divertirsi, ma che offre anche spunti di riflessione».
Ad inaugurare la rassegna il film di Riccardo Milani
E ancora. «Non so mai come definire i film che faccio: tratto temi che mi stanno a cuore e che riguardano tutti noi. Il confronto è necessario del resto, non c’è bisogno dello scontro a tutti i costi. La politica? Le amministrazioni locali sono l’ultimo anello della catena. Poi arriva un pastore di 80 anni con la quarta elementare che decide di testa sua e blocca tutto».
Alla Festa del cinema di Roma tra omaggi e citazioni dei maestri di sempre
Nel cast tre fantastici interpreti: Diego Abatantuono, Virginia Raffaele e Aldo Baglio. «La commedia è la forza del cinema italiano: Scola, Monicelli, Risi e via dicendo. Qui c’è anche un po’ di neorealismo. A me è toccato un personaggio che non fa ridere mai – è intervenuto Abbatantuono raccontando il film dalla sua prospettiva in interprete e in veste di attore di commedie di lungo corso –. Gli altri portano avanti le proprie idee, il mio non si capacita, è convinto di essere nel giusto, di fare una cosa bella dando del lavoro. E il dubbio rimane fino alla fine… Ognuno la penserà come vuole», chiosa infine Abatantuono, evocando in calce la presenza di un mito del pallone: «Gigi Riva è stato l’emblema di chi non si fa comprare».
Una riflessione tra commedia e neorealismo sulla dignità e il rispetto delle radici
Virginia Raffaele, invece, è intervenuta soffermandosi sull’aspetto filmico e la sua partecipazione al progetto che rimandano all’esperimento sociale: «È stata un’importante esperienza umana, soprattutto per la possibilità che ci è stata data di lavorare e recitare con persone che non sono attori. Un dono che ci ha consentito di conoscere tante persone che poi ti restano nel cuore. E anche se potrebbe risultare alla fine un “film divisivo”, che “smuove” – ha concluso l’attrice – il messaggio importante che trasmette è che il coraggio e la dignità delle persone bisogna sempre ascoltarli. D’altro canto, un pastore sardo che blocca una multinazionale è anche un invito a sognare».
(Italpress)