
Il testo a Bruxelles
Famiglie, imprese e sociale: cosa c’è nella manovra che punta sull’«operazione ceto medio»
Il taglio della seconda aliquota dell'Irpef è una delle misure più qualificanti della finanziaria, insieme agli investimenti in sanità, welfare e sostegno all'innovazione delle imprese. Resta il nodo del contributo delle banche
Ci sono famiglie, imprese e sociale al centro della manovra che il governo si appresta a varare e i cui contenuti sono anticipati nel Documento programmatico di bilancio inviato dal Ministero dell’Economia a Bruxelles. Si tratta di una finanziaria che complessivamente vale circa 18,6 miliardi. La misura di maggiore impatto è il taglio delle tasse sui redditi da lavoro, che prosegue l’impegno messo in campo dall’esecutivo fin dall’inizio del suo mandato. In particolare, viene ridotta la seconda aliquota Irpef che scende al 33% dall’attuale 35%. La misura risponde all’annunciata “operazione ceto medio” e renderà le buste paga più pesanti, tagliando le tasse pur mantenendo un impatto zero sul deficit. La sostenibilità della finanza pubblica è, infatti, insieme al sostegno a famiglie e lavoro, l’altro binario su cui il governo resta saldamente ancorato.
Una manovra che pensa alle generazioni future
«Questo governo è tornato in avanzo primario, questo vuol dire che per le scelte che dipendono da noi non creeremo debito per le future generazioni», ha spiegato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolineando che questa scelta di responsabilità «per noi è prima di tutto un principio morale». Anche questa finanziaria, dunque, conferma che sono finiti i tempi delle spese dissennate, delle prebende e delle mancette prive di visione, elargite con lo sguardo miope e autolesionista del consenso: le famigerate “finanziarie elettorali”.
Addio “finanziarie elettorali”: ora anche le finanziarie diventano patriottiche
Si tratta di un’impostazione patriottica ribadita in queste ore anche dal ministro per gli Affari europei e il Pnrr, Tommaso Foti. «Se avessimo avuto necessità di fare finanziarie “elettorali” non avremmo fatto la scelta di rientrare dal parametro del 3% del rapporto deficit-Pil. Noi – ha rivendicato l’esponente di FdI – abbiamo fatto un ragionamento diverso che riteniamo prioritario il rientro anticipato, previsto per il 2028, perché questo darà stabilità ai mercati, minori tassi di interesse, più possibilità di aver fiducia nel sistema Italia».
Taglio dell’Irpef al ceto medio e sostegno alle imprese
Al taglio dell’Irpef per il ceto medio sono destinati 2,8 miliardi di euro per ogni anno del triennio. Un’altra voce di spesa primaria, con una copertura di 2 miliardi, riguarda le misure per l’adeguamento salariale al costo della vita e il rafforzamento del legame tra produttività e salario nel settore privato e pubblico, attraverso specifici interventi di carattere fiscale per i lavoratori dipendenti in materia di rinnovo dei contratti e premi di risultato e, per i dipendenti pubblici, sul trattamento accessorio.
Tre miliardi, poi, sono destinati all’innovazione delle imprese, attraverso gli strumenti del credito d’imposta e dei contratti di sviluppo.
Sanità e welfare: la famiglia al centro
Particolarmente rilevante, poi, la spesa per il sociale, a partire dalla sanità. Agli incrementi del fondo per il finanziamento del servizio sanitario nazionale previsti già l’anno scorso dalla legge di bilancio (pari a oltre 5 miliardi per il 2026, a 5,7 miliardi per il 2027 e a quasi 7 miliardi per il 2028), si aggiungono altri 2,4 miliardi di euro per il 2026 e 2,65 miliardi annui per il biennio successivo. Una parte delle risorse è destinata ad assunzioni e al miglioramento dei trattamenti in favore del personale sanitario.
Per quanto riguarda poi welfare e famiglie, cui sono destinati complessivamente circa 1,6 miliardi, di particolare rilievo è la riforma dell’Isee, che diventa più equo garantendo maggiore attenzione alle famiglie con due o più e innalzando la soglia di esclusione della prima casa. Viene poi rifinanziata la “Carta dedicata a te”, rivolta alle fasce in maggiore difficoltà e destinata all’acquisto di beni alimentari di prima necessità. Fondi specifici sono destinati anche al completamento della riforma del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare ed è potenziata, per l’anno 2026, la misura già prevista nel 2025 per le lavoratrici madri di due o più figli titolari di reddito da lavoro non superiore a 40mila euro.
L’impatto zero sui conti pubblici e le coperture: il nodo banche
Come detto, l’impatto della manovra sui conti pubblici è pressoché nullo: nel 2026 ammonta a meno di 100 milioni di euro (92 mln) -0,04% del Pil; poi -0,25% nel 2027 e -0,29% nel 2028. Le maggiori coperture arrivano, infatti, dalla rimodulazione del Pnrr (risorse per 5 miliardi di euro); dal contributo a carico del settore finanziario e assicurativo in valori assoluti arrivano invece circa 4,4 miliardi nel 2026 e altrettanti nel 2027 e 2,3 miliardi nel 2028, per un totale 11 miliardi in 3 anni; e dai tagli alla spesa dei ministeri, che consentono un recupero di circa 2,3 miliardi nel 2026, 2,5 miliardi circa nel 2027 e 3,2 nel 2028, tra le altre misure di efficientamento. In totale 8 miliardi nei tre anni a venire. Il tema del contributo delle banche è però attualmente ancora oggetto di dibattito all’interno della coalizione, con una contrarietà espressa da Forza Italia che dovrebbe essere affrontata un vertice di maggioranza prima del Cdm di domani.
Le altre misure della legge di bilancio
Tra le altre misure previste ci sono: 1,3 miliardi per le emergenze e la protezione civile; 2 miliardi per il fondo sentenze; 500 milioni per gli enti territoriali, che saranno supportanti anche con specifiche misure per migliorarne le capacità di riscossione; la proroga per il 2026, alle stesse condizioni previste per l’anno 2025, delle detrazione per interventi edilizi; le misure di esenzione ai fini Irpef dei redditi dominicali e agrari; lo stop per tutto l’anno a venire della plastic tax e della sugar tax; l’esclusione dei lavori gravosi e usuranti dal progressivo aumento dell’età pensionabile in relazione all’adeguamento all’aspettativa di vita.