
Verso il voto in Toscana
Faccia a faccia in stile Usa e temi concreti: Tomasi smaschera le ipocrisie della sinistra nel confronto con Giani (video)
I due candidati alla presidenza ospiti di Sky Tg24. Il sindaco di Pistoia smonta la narrazione del governatore uscente e fa un'operazione verità su migranti, sanità, Palestina. Venerdì a Firenze a sostegno della sua candidatura ci saranno i leader del centrodestra, a partire da Giorgia Meloni
Tutti i leader del centrodestra si troveranno uniti, venerdì, a Firenze a sostegno della candidatura di Alessandro Tomasi a governatore della Toscana. Appuntamento alle 18, in piazza San Lorenzo, con la premier Giorgia Meloni e i due vicepremier, Matteo Salvini e Antonio Tajani, insieme a Maurizio Lupi, Antonio De Poli e i leader locali dei partiti della coalizione. Intanto la campagna elettorale prosegue e oggi ha visto un faccia a faccia in stile americano tra Tomasi e il governatore uscente, ricandidato per il centrosinistra, Eugenio Giani, ospiti della trasmissione di Sky Tg24 “Il Confronto”.
Il faccia a faccia tra Tomasi e Giani: “operazione verità” sulla sanità
Trionfalismi, contraddizioni, ipocrisie propagandistiche: Tomasi ha avuto gioco facile a smontare la narrazione dell’avversario. A partire da quella sulla sanità. Al racconto secondo cui «va tutto bene, rispondo con la voce dei cittadini», ha chiarito Tomasi, durante la trasmissione di SkyTg24 “Il confronto” in vista del voto di domenica e lunedì. «La nostra sanità – ha ricordato – ha un buco strutturale di 200 milioni, a causa delle liste d’attesa il 51% ricorre al privato e l’8% ha rinunciato a curarsi. Prima di tutto dobbiamo ridurre gli sprechi».
Tomasi smaschera la «grande ipocrisia» di Giani sul Cpr
Sui Cpr, additati da Giani come «carceri impropri», Tomasi ha smascherato il cambio di idea del governatore uscente. «Il prefetto di Firenze ci convocò due anni fa, tutti i sindaci, tutti i prefetti, tutti i comandanti, tutti i sindaci anche di centrosinistra, il presidente Giani: e tutti, ci sono le dichiarazioni sui giornali, si espressero a favore del Cpr», ha ricordato il candidato del centrodestra, sottolineando che «evidentemente al cambio del segretario del Pd si cambia l’opinione mettendo in difficoltà la Toscana». Tomasi ha parlato quindi di «grande ipocrisia», perché «i cittadini fermati in Toscana vengono portati nei Cpr di altre regioni, e quando partono, tutti i giorni, li portano via pattuglie, uomini della polizia e dei carabinieri che non vanno a presidiare i nostri territori», fermo restando, ha aggiunto, che «chi viene per delinquere e commette gravi reati deve essere rimandato a casa».
Argomenti che hanno messo in difficoltà Giani, al quale non è rimasto che lanciare la palla fuori campo, sostenendo che «per il Cpr occorre una vera riforma a livello nazionale» perché «i Cpr non sono centri per il rimpatrio», ma «si rivelano dei carceri, dei luoghi di detenzione impropri, senza nemmeno la polizia penitenziaria, personale specializzato che sta attento, quindi diventano luoghi di stazionamento permanente non qualificati che creano più degrado e creano più delinquenza».
L’uso strumentale di fine vita e Palestina
Eppure tutta questa attenzione su quali siano le competenze di regione o Stato non sembra essere stata all’apice delle preoccupazioni di Giani quando ha promosso la legge sul fine vita o il riconoscimento dello Stato di Palestina. Due temi sui quali Tomasi ha avuto gioco facile nello smascherare le strumentalizzazioni dell’avversario e, più in generale, della sinistra. Sulla Palestina vedo una «grandissima ipocrisia», ha detto il sindaco di Pistoia. «Il suo riconoscimento, come la legge sul fine vita, avvengono negli ultimi tre mesi della legislatura del presidente Giani, più per cercare voti che per convinzione. Altrimenti – ha sottolineato Tomasi – sono tutte cose che potevano essere state fatte prima».
Ma su una cosa si trovano d’accordo…
Su un tema, invece, i due si sono trovati d’accordo: il rigassificatore di Piombino. Per Giani è stata «un’ottima occasione e un’esperienza importante», ma «dopo 3 anni il rigassificatore deve andare». Anche per Tomasi sul rigassificatore di Piombino la «Toscana ha fatto la sua parte. Dopo 3 anni penso si possa trovare un altro luogo».