
Tutto per il meglio...
Crociata per le ciclabili, ma uno stop per bici e monopattini perché troppo indisciplinati: la schizofrenia green di Roma è servita
La giunta dem continua a inseguire l'illusione della micromobilità, poi però la realtà presenta sempre il conto: le auto aumentano, i romani passano 12 ore al mese a cercare parcheggio e lo stesso Campidoglio deve correre ai ripari per il caos creato dai piccoli mezzi elettrici in sharing
A Roma parcheggiare è sempre più un miraggio. Tra strisce blu, cantieri infiniti e posti auto cancellati in nome della mobilità sostenibile, i romani trascorrono in media dodici ore al mese a cercare un parcheggio. Un incubo quotidiano che il sindaco dem, Roberto Gualtieri, fa finta di non vedere. Nonostante mezzi pubblici che non funzionano, autobus in fiamme e strade congestionate dal traffico il titolare al Campidoglio preferisce proseguire la sua crociata Green. Cosa importa se tra un cantiere e l’altro i romani sono costretti a subire anche il taglio dei posti auto in favore di nuove piste ciclabili che non usa nessuno. Mentre la giunta rossa continua a discutere per imporre blocchi auto e zone a traffico limitato, magari con limite di velocità a 30 km/h. Tutto sulla pelle dei romani.
Tra le ultime vittime della politica ambientalista di Palazzo Senatorio ci sono i residenti di viale Guido Reni, nel quartiere Flaminio. Il progetto di pedonalizzazione voluto dalla giunta dem sottrarrebbe al quartiere quasi 400 posti auto. Nei giorni scorsi comitati e cittadini sono scesi in strada per fermare le ruspe e chiedere un confronto con le istituzioni e invitare il comune alla revisione del progetto. Ma dal Campidoglio sono arrivate solo promesse poco convincenti, subito rispedite al mittente. Mentre nel pomeriggio Legambiente e Pd sono scesi in piazza dall’altra parte della barricata, quella contro i cittadini e a favore delle fantomatiche piste ciclabili.
Una contrapposizione che fotografa perfettamente la Roma di oggi, che vede da una parte i cittadini esasperati e dall’altra la sinistra chiusa nella sua bolla ideologica.
Eppure i dati parlano chiaro, a Roma non si può fare a meno dell’automobile. I romani non vogliono rinunciarci, non a favore di bici e monopattini che non sembrano essere la risposta giusta per una città che certamente non può essere governata dall’ecologismo sfrenato. Il tasso di motorizzazione continua a crescere, attestandosi a 820 vetture ogni mille abitanti, e la convivenza con monopattini e bici fuori controllo non sembra essere gradita in una Capitale già nel caos. Gli automobilisti lamentano infatti manovre azzardate dei biker e monopattini parcheggiati senza alcun rispetto delle regole.
Un allarme arrivato sino al Campidoglio, che sta valutando uno stop a bici e monopattini a noleggio per un mese come conseguenza delle violazioni accumulate durante l’anno giubilare. Una sorta di déjà-vu, dopo che 2024 il servizio di sharing fu investito da un blocco settimanale, che invita a scontrarsi con la realtà dei fatti: a Roma con la micromobilità cresce lo stato di disordine, mentre l’aumento del numero di autovetture certifica l’insuccesso di una manovra amministrativa mossa ante-tempore.
Intanto i grandi cantieri languono. Dei 57 progetti giubilari finanziati con fondi Pnrr, solo una trentina risultano completati. Le strade restano piene di buche, i lavori procedono a rilento, ma al Comune si vantano delle trasformazioni green.
E mentre i romani perdono ore nel traffico e nei parcheggi impossibili, Gualtieri rilancia il “successo” di Julia, l’assistente virtuale destinata, forse, a guidarci un giorno alla scoperta delle future spiagge del Tevere balneabile. L’ultima sintesi d’insuccesso in una città dove l’unica vera emergenza è tornare a poter parcheggiare sotto casa. Altro che faro d’Europa e simbolo di innovazione, come dovrebbe effettivamente essere e quello che merita Roma.