CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Cristoforo Colombo non ha nulla da farsi perdonare dalla storia: Trump lo ha capito e negli Usa è già “orgoglio italiano”

Il ritorno del Columbus Day

Cristoforo Colombo non ha nulla da farsi perdonare dalla storia: Trump lo ha capito e negli Usa è già “orgoglio italiano”

Esteri - di Mario Bozzi Sentieri - 13 Ottobre 2025 alle 12:21

Una buona notizia dagli Usa: Donald Trump ha firmato la proclamazione per la festa di Cristoforo Colombo, tanto cara alla comunità italo-americana. La festa era stata sostituita dalla Giornata dell’indigeno durante il Governo Biden dopo le accese proteste woke contro un pezzo fondamentale della Storia d’oltreoceano e non solo.
Il Columbus Day ha infatti una lunga storia:  fu celebrato per la prima volta dagli italiani a San Francisco nel 1869 per poi acquisire maggiore rilevanza.  Il primo Stato americano a riconoscere ufficialmente questa ricorrenza è stato  il Colorado, nel 1905. Più tardi, nel 1937, grazie all’iniziativa dei Cavalieri di Colombo – un’associazione cattolica che porta il nome del celebre esploratore genovese – il presidente Franklin Delano Roosevelt proclamò il Giorno di Colombo come festa nazionale in tutti gli Stati Uniti d’America.
E’ a partire dal 1992, cinquecentenario  della Scoperta,  che  la celebrazione del Columbus Day è stata invece fatta oggetto di crescenti critiche. Molti hanno contestato infatti il significato della ricorrenza, addebitando  a Colombo  l’inizio del genocidio e dello sfruttamento delle popolazioni indigene del continente. Per questo motivo, diverse città statunitensi hanno scelto di abolire o modificare la festività, sostituendola con l’Indigenous Peoples’ Day, una giornata dedicata alla memoria e alla valorizzazione dei popoli nativi d’America.
Dall’abolizione della data della Scoperta, il processo di radicalizzazione della memoria è poi andato avanti. Cinque anni fa la democratica Nancy Pelosi, leader della Camera, grande avversaria di Trump,  si è  fatta paladina di una vera e propria campagna per l’epurazione delle immagini e del ricordo di Cristoforo Colombo.  Sull’onda di questa opera  di cancellazione della memoria storica  le statue di Colombo sono state abbattute a Richmond in Virginia e a Minneapolis,  in Minnesota, in altre città le statue sono state vandalizzate insieme a quelle di schiavisti, generali sudisti e politici associati più o meno direttamente al passato coloniale e razzista dei paesi occidentali.
Una grottesca escalation che ha trasformato in realtà le distopie di George Orwell (“l’ignoranza è forza”, 1984), al punto da arrivare a negare, modificare, manipolare la storia,  scaraventando gli eventi in un frullatore che li tritura e impasta decontestualizzandoli, semplificandoli, banalizzandoli, trasformandoli,  per poi restituirceli sotto forma di una riscrittura nella quale i fatti vengono sviliti e degradati a una banale ed elementare narrazione,  che contrappone i buoni ai presunti cattivi che vanno cancellati dalla memoria storica.
Insomma,  una grande follia collettiva, che – anche sull’onda dell’iniziativa di Trump – impone ora una retromarcia ed  una battaglia di verità diffusa, puntuale, senza facili cedimenti alla “cultura della cancellazione”, proprio a partire dalla figura simbolo di Colombo.
L’Italia ha su questo fronte una grande responsabilità, laddove oggi Colombo deve essere sentito  come un segno dell’orgoglio italiano e come il simbolo di un’identità spirituale su cui ancora si gioca il destino del Vecchio e del Nuovo Mondo.
Dal 2004 è stata introdotta, nel nostro Paese,  la Giornata nazionale di Cristoforo Colombo (Dir. PCM 20/2/2004) “da svolgersi annualmente il giorno 12 ottobre, ricorrenza dello storico sbarco dell’esploratore genovese nel continente americano”. Può bastare per “ricostruire” il valore storico e simbolico della vita di Cristoforo Colombo ?
Evidentemente no. C’è bisogno di riannodare, anche in questo contesto,  una memoria, storicamente motivata, ed insieme un immaginario collettivo ormai sbiadito. C’è bisogno di coinvolgere il mondo della cultura e di creare momenti di partecipazione collettiva. C’è bisogno della mobilitazione  dei giovani, costruttori del futuro.
La battaglia – del resto – va ben al di là della figura del “grande genovese” contro i nemici della Storia e della Memoria.
 “Bisogna toglier la memoria dal capo della gente. Per sua colpa il male cresce” – scriveva, durante gli Anni Venti,  Gor’kij, il padre del realismo socialista. Prima di lui ci avevano pensato i giacobini, nel 1793, distruggendo le tombe dei re francesi ed i monumenti che li effigiavano, con la giustificazione che erano “simboli di una storia da abolire”. Sono note le profanazioni durante la Guerra civile spagnola e le fucilazioni”rituali” delle immagini sacre e delle reliquie, oltre che quelle “reali” di migliaia di sacerdoti e suore.
Oggi come ieri, in gioco c’è una partita che va  al di là delle singole realtà e dei contesti locali. Pensare di fare a pezzi le storie complesse dei diversi Paesi occidentali, sulla base di un moralismo becero ed incolto,  significa “toglier la memoria dal capo della gente” (quello che per i talebani è stata la cancellazione del passato preislamico e la presenza di altri credi religiosi). Il rischio è che a perdersi siano  le ragioni profonde  della Storia, che va compresa nella sua complessità,  ma non può essere “abbattuta”,   fuoriuscendo da essa, magari per smarrirsi in un limbo d’incertezze e strumentalizzazioni senza fine.
Il ricordo di Colombo si colloca in questo contesto ed una “dimenticanza” può diventare una rimozione o una censura di fronte all’ondata iconoclasta che ha travolto l’Occidente e che ha avuto nel navigatore italiano uno dei suoi principali bersagli. Ora si tratta di fare marcia indietro. Senza complessi d’inferiorità. Senza falsificazioni. Senza semplificazioni storiche. Di fronte al Tribunale della Storia Colombo non ha niente di cui  farsi perdonare. Per questo – sull’onda dell’iniziativa di  Trump – il Columbus Day  va “ritrovato” e rivendicato con orgoglio. Anche in Italia.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Mario Bozzi Sentieri - 13 Ottobre 2025