
L'ultimo round
Conte sotto assedio, è scontro totale: Grillo si riprende il sito, gli ammutinati Appendino&co. pronti a tornare al vaffa
L'ex fondatore del Movimento si riprende il primo sito web: mossa prima della lotta per simbolo e identità pentastellata con Giuseppi che, tra crisi di consensi e accuse di deriva dem è accerchiato da dissidenti e fuoriusciti
Beppe Grillo torna alla carica, pronto a far tremare i vertici del Movimento 5 Stelle. Secondo quanto ricostruito dal Corriere della sera, e rilanciato dai principali quotidiani in edicola oggi, il fondatore ed ex garante del M5S ha reso nuovamente fruibile il primo indirizzo internet legato ai pentastellati, ovvero www.movimento5stelle.it – il sito ufficiale del (non) partito di Giuseppe Conte è invece www.movimento5stelle.eu –, una mossa che sarebbe il preludio per un nuovo scontro sul simbolo, per cui il padre nobile del Movimento aveva già annunciato battaglia legale nei mesi scorsi con l’ex premier.
Grillo vs Conte: e la sfida continua
Al momento nel sito è visibile il vecchio simbolo, quello con il nome del Movimento in nero e la V in rosso, le cinque stelle gialle e l’indirizzo internet, un link per l’associazione, in cui compare una pec con il rendiconto del 2024 dell’associazione stessa e i due rendiconti per le elezioni europee, sempre del 2024, in cui risulterebbero debito verso Grillo pari a 8.844,41 euro più altri 88 euro.
Il round sul ring di sito e simbolo
Secondo round di uno scontro politico tra l’ex comico e l’avvocato di Volturara Appula che si disputa ora soprattutto sul ring del web e sul simbolo del Movimento che fu diventato il (non) partito dell’ex premier. E Beppe Grillo mostra i muscoli e torna a far tremare i vertici del Movimento 5 Stelle. Il fondatore ed ex garante ha riattivato il primo indirizzo internet legato ai pentastellati, www.movimento5stelle.it, rimasto dormiente dall’inizio dell’era contiana, e la mossa non appare solo come un atto di riappropriazione digitale: ma come il preludio annunciato per un nuovo scontro frontale con Giuseppe Conte, in particolare sulla battaglia legale per l’uso del simbolo.
Non solo Grillo: Conte accerchiato
Altro giro, altra corsa, della interminabile sfida tra il fondatore e l’attuale leader, ormai soprannominato da frondisti e duri e puri della prima ora grillina, l'”affondatore”. Si ricomincia da dove la querelle si è fermata ormai quasi un anno fa, quando Conte ha letteralmente estromesso l’Elevato, facendo piazza pulita intorno a lui, e trasformando il principio fondante dell’uno vale uno in una leadership accentrata sull’uno vale su tutti. Certo, fin qui l’operazione gli ha garantito una crescita nei sondaggi (circa al 13%), che si è bruscamente arrestata però nelle urne regionali, con l’M5S colpito e affondato dagli elettori, annaspando intorno al 5%.
M5S tra crisi di consensi e ammutinati in prima linea
Una emorragia di consensi, quella che attanaglia i pentastellati in un crisi endemica da un po’ e slatentizzata dalle urne, scatenata soprattutto – ma non solo – dal virus della febbre da Pd. Come noto, infatti, il vero nodo del contendere, e causa del profondo malcontento nella vecchia guardia e nella base più fedele alla prima era grillina (quella delle “scatolette di tonno” e dei dem ribattezzati dal fondatore “pidioti”, per capirci), è la “deriva dem” imposta dal leader. Conte, infatti, si è legato al cosiddetto “campo largo” ma con ambizioni da leader (anche lì), lasciando intendere di voler ambire a concorrere alle primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra. E chissà, magari in cuor suo, pensando anche di avere sostanziose chances di vittoria…
Le accuse di “deriva dem”
Un abbraccio che potrebbe rivelarsi fatale, quello col Nazareno, che per i grillini doc equivale alla “peste”, e che per i più moderati è visto come un infausto matrimonio segnato sull’altare politico e movimentista dal tradimento dei “valori originari”. Ecco perché la riattivazione del sito ha riacceso le speranze nella base storica delusa. Nonostante allora, secondo quanto riporta Libero in queste ore, uno stretto consigliere genovese minimizzi la mossa, sostenendo che Beppe voglia solo riprendersi «ciò che è suo e non lasciare a una persona indegna» il frutto del suo lavoro, il gesto ha un peso politico enorme.
L’Elevato, infatti, una volta ripreso ciò che è suo, potrebbe metterlo a disposizione di chi è disposto a riprendersi identità e strategia del Movimento delle origini. Si riapre così anche la partita sul simbolo, che Conte utilizza, ma che Grillo sostiene gli sia stato rubato. Sebbene la spesa e l’esito incerto di una causa legale avessero inizialmente frenato il fondatore, i recenti verdetti delle urne potrebbero aver cambiato lo scenario.
Il day after l’Appendino day
Se a questo poi si aggiunge l’uscita di scena della dimissionaria Chiara Appendino dalla dirigenza, marginalizzata per aver criticato il corso troppo succube ai dem, ecco che compare un ulteriore sintomo di una tensione che potrebbe sfociare in una scissione. Fuori dal Palazzo, infatti, la potenziale squadra per un “Movimento 2.0” già sarebbe ai blocchi di partenza, con figure quali l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi e l’intramontabile Danilo Toninelli in pole position ai blocchi di partenza.
In questo contesto bellicoso, allora, potrebbe diventare dirimente l’appuntamento con le urne in Campania il prossimo mese. Se l’M5S, con il candidato Roberto Fico, non supererà il 10% nella terra dove nel 2018 raggiunse il 41%, il messaggio sarà inequivocabile. L’operazione di ritorno, intesa come il ritorno degli ex sotto l’egida di Grillo, potrebbe davvero partire ufficialmente a quel punto, sancendo la crisi endemica del “campo largo” e la definitiva scomposizione fin nei suo gangli connettivali del Movimento sotto l’attuale leadership.