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Conte regala il libro a Meloni, ma il titolo è sbagliato

L'auto-goal di Giuseppi

Conte senza vergogna: a Meloni regala un libro a cui mancano molti capitoli: quelli dei suoi disastri. Ma c’è chi glieli ricorda…

Il siparietto in Aula del leader pentastellato si trasforma in un boomerang che, nella satirica consegna del volumetto M5S autoprodotto, finisce per evidenziare e rispedire al mittente censure e omissioni del capitolo governativo precedente...

Politica - di Ginevra Sorrentino - 23 Ottobre 2025 alle 14:46

Conte al limite del grottesco… Diciamocelo francamente: il siparietto inscenato ieri in Aula da Giuseppi in versione showman parlamentare aggiornata alla improvvisazione da maestro di bon ton politico, che avvicinandosi ai banchi del governo omaggia la premier di un libretto autoprodotto, dovrebbe passare alla storia della letteratura diplomatica semplicemente come un gesto plateale e un tentativo – fallito sul nascere, lasciatecelo dire –  di bacchettare l’operato dell’esecutivo in carica, dall’alto del suo pulpito – scricchiolante – di leader M5S.

Già, che ardire (e che coraggio): un libro sulle tasse in regalo, con tanto di dedica. Durante le dichiarazioni di voto alla Camera, il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha mostrato al presidente del Consiglio Giorgia Meloni il libro, fatto stampare dai pentastellati, “Governo Meloni: 3 anni di tasse”. Che reca al suo interno finanche una dedica particolare: «Gentile omaggio per la presidente Meloni, a cura del Movimento 5 Stelle».

Spudoratamente Conte: il siparietto in Aula del libro alla Meloni

«Me lo dia, me lo dia il libro», ha controbattuto con prontezza e presenza di spirito la premier, rispondendo direttamente a Conte. Solo pochi istanti prima, Giorgia Meloni, che ha seguito il discorso di Conte con attenzione e prendendo appunti, quando ha visto il libro tra le mani del numero uno pentastellato, ha chiesto una copia per lei. Poi, un commento e uno scambio di sorrisi con il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, seduto al suo fianco. Con Conte che ha subito rimarcato: «Rida, rida pure». e ce ne è da ridere… A partire dalla dedica interna del volumetto “fai da te”: «Al presidente Meloni, perché non racconti il ‘libro dei sogni’, ma si confronti con la realtà di famiglie e imprese».

Ciriani: «Conte? Scriva un libro su quanto ci è costato superbonus»

E tutto con buona pace della la lunga lista di misure controverse e “disastri” imputati ai due governi guidati dall’ex avvocato del Popolo. Oltre che in demagogico silenzio rispetto alle misure varate dal governo di centrodestra che hanno rimesso in piedi – a partire da famiglie e imprese – un Paese atterrito e atterrato dalle misure dei due governi Conte. Allora rivediamole le “pietre dello scandalo”, almeno anche solo in parte. Quelle più eclatanti e che ancora lasciano il segno…

Che, intanto, potremmo rileggere alla luce di quanto asserito già ieri dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, che a margine di una conferenza stampa alla Camera ha dichiarato con nettezza: «Non ho letto il libro di Conte, ho letture più interessanti da fare. Non c’è nessun aumento delle tasse. Se Conte ci spiega come si fanno a recuperare centinaia di miliardi di euro, il buco che ha prodotto il superbonus, la voragine nei conti pubblici, se ce lo spiega noi siamo contenti, anziché scrivere i libri sulle tasse».

Lo scempio del Superbonus: impossibile prescinderne

Sottolineando a stretto giro: (adesso però ndrr) «scriva un libro su quanti soldi abbiamo speso sul superbonus e quanto è costato alla casse dello Stato – ha obiettivamente  proseguito Ciriani –. Quanto è stato utile e intelligente dire agli italiani che si può avere tutto gratuitamente, perché tanto pagherà qualcuno che non si capisce chi sia. Sono sempre gli italiani, gratuitamente non esiste, è una grandissima fregatura che hanno pagato tutti i cittadini italiani». Come a dire, insomma, che prima si mettono in regola i conti e poi si fanno le misure: questo è il ragionamento. Tanto che Ciriani ha poi concluso: «Se avessimo le decine di miliardi di euro del superbonus potremmo fare una manovra molto più ricca, ma purtroppo non li abbiamo». Sottotesto: a causa del «gratuitamente di Conte»…

E che dire di Rdc, decreto dignità, banchi a rotelle e monopattini?

Ma non è finita lì. Perché le dichiarazioni istituzionali sono una parte del dibattito, che poi, come noto, prosegue online. E infatti, sul proprio account X, nella tarda mattinata di oggi il sito ufficiale di Fratelli d’Italia ha postato il seguente tweet, che riportiamo di seguito, e che non ha bisogno di ulteriori commenti esplicativi, la cui didascalia d’accompagnamento recita esplicitamente: «Giuseppe Conte avrebbe dovuto regalare questo libro a Giorgia Meloni, con l’augurio di riuscire a rimediare ai danni da lui causati e con le scuse rivolte a lei e agli italiani per aver distrutto le casse dello Stato». Eccolo:

Conte, show coi libri, dichiarazioni roboanti e… voragini nelle casse dello Stato

Insomma, ce ne vuole di coraggio per ribaltare la realtà: e noi gliene diamo atto. Così come facemmo quando, indotto ad abdicare a Draghi e poi sconfessato alle urne dagli elettori che scelsero un governo di centrodestra alla guida del Paese, nel settembre del 2023 il capo dei 5 Stelle, Giuseppe Conte, disse coram populo di aver lasciato una Ferrari all’Italia, che l’attuale governo avrebbe trasformato in un vecchio macinino che a stento si mette in moto. Alla faccia della propaganda anti e della demagogia d’opposizione che fa coriandoli delle attestazioni economiche-politiche internazionali che in questi anni di governo hanno promosso le strategie dell’esecutivo e accreditato urbi et orbi i traguardi conseguiti in termini di ripresa e rilancio.

Altro che Ferrari: Conte ha lasciato al governo Meloni una macchina giocattolo…

Peraltro, altro che una Ferrari: casomai Conte ha lasciato una macchina giocattolo, dove sotto la carrozzeria, invece del motore, c’erano solo un paio di pedali! O di rotelle: quelle “ingegnosamente (?) montate sotto i banchi delle scuole in era Covid. O come quelle appannaggio dei monopattini: acquisti che hanno generato “perplessità” – per essere generosi – sulla spesa e sull’effettiva utilità, e spacciati come panacea di tutti i mali da pandemia… Ai quali vanno aggiunti, i danni causati dal rimborso del 110% sulle ristrutturazioni edilizie ha provocato una voragine nei conti pubblici ancora da scontare.

Dal disastro Superbonus alla beffa del decreto Dignità

Sì, perché il disastro del Superbonus 110% rappresenta una delle più gravi ferite inflitte alla finanza pubblica italiana negli ultimi decenni. Si è trattato di una misura nata sotto l’egida del Movimento 5 Stelle e del governo Conte, con l’intento dichiarato di rilanciare l’economia post-Covid, ma che nella realtà si è trasformata in una bomba ad orologeria per i conti dello Stato.

E che dire del Decreto dignità di Di Maio, del Reddito di cittadinanza? Il decreto Dignità aveva lo scopo di migliorare la condizione dei lavoratori riducendo la precarietà. Fu un flop tanto che lo stesso Di Maio, dopo qualche anno, fu costretto a modificarlo per evitare riduzioni degli occupati. Sul reddito di cittadinanza si è molto parlato e scritto.  E l’ultima parola l’ha pronunciata proprio la premier Giorgia Meloni oggi che, nello specifico, parlando del Sud come della locomotiva d’Italia ha definitivamente impresso la parola “fine” all’assistenzialismo, e siglato l’avvio di una nuova era professionale e imprenditoriale.

Una stagione che segna nettamente la linea di confine tra chi doveva essere avviato al lavoro con apposite “politiche attive” e chi, invece, doveva continuare ad essere assistito – e tenuto in naftalina – per lungo tempo. E su questo, e molto altro, chi potrebbe scrivere un libro informativo non è certo Giuseppi “Mao” Conte…

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di Ginevra Sorrentino - 23 Ottobre 2025