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Che faticaccia per Lecornu al bis. Vuole un “governo libero” ma è sotto ricatto dei socialisti. E i repubblicani già si sfilano

L'inciucio d'Oltralpe

Che faticaccia per Lecornu al bis. Vuole un “governo libero” ma è sotto ricatto dei socialisti. E i repubblicani già si sfilano

Esteri - di Eugenio Battisti - 11 Ottobre 2025 alle 18:03

Tutta in salita l’avventura del secondo mandato di Sébastien Lecornu. La nomina rocambolesca dell’Eliseo ha colto di sorpresa gli stessi ministri e leader dei partiti dell’arrangiata maggioranza. La situazione è tragica ma non seria, direbbe Flaiano, Il malcapitato primo ministro tornato in pista (aveva dato le dimissioni lunedì) dice di puntare a un governo “libero” e “non imprigionato dai partiti”. Per la cronaca è lo stesso signore che quattro giorni fa dichiarava solennemente che il suo compito era terminato.

Lecornu sogna un governo “libero e non imprigionato dai partiti”

“Governo libero”, impresa a dir poco ardua. Per ora non sono in molti a voler sostenere un esecutivo chiamato esclusivamente a galleggiare per evitare la Caporetto definitiva del presidente Emmanuel Macron abbarbicato al potere, terrorizzato dall’ipotesi di elezioni anticipate. “Non c’erano molti candidati”, ha detto oggi Lecornu, che ha dribblato sull’ipotesi di sospensione della riforma delle pensioni per evitare lo strappo con i socialisti. “Tutti i dibattiti sono possibili purché siano realistici”. Quello che si preannuncia è un inciucio alla francese, un governicchio balneare degno delle pagine più buie della prima Repubblica.

I socialisti non entrano se non si blocca la riforma delle pensioni

Il Partito Socialista francese, che ha un pugno i voti per la sopravvivenza del nuovo governo, ha annunciato che non intende garantire la fiducia al primo ministro in assenza di “una sospensione immediata e completa della riforma delle pensioni”. “Ricordiamo molto chiaramente al primo ministro che se nella sua dichiarazione di politica generale non ci sarà la conferma dell’abbandono del 49-3, oltre a misure per proteggere e rafforzare il potere d’acquisto dei francesi e una sospensione immediata e completa della riforma delle pensioni, lo censureremo”. Così il segretario generale Pierre Jouvet all’Afp.

I Repubblicani daranno un sostegno ‘testo per testo’

Neppure i Repubblicani sono disposti al salvataggio del Lecornu II. Al termine della riunione dell’ufficio politico, hanno deciso, a larga maggioranza, di non partecipare al nuovo esecutivo. “L’ufficio politico conferma il suo sostegno al governo testo per testo”, recita il comunicato in cui si sottolinea che “in questa fase non vi sono la fiducia e le condizioni affinché Les Républicains partecipino al governo”. Anche l’inciucio è in bilico. I leader del Rassemblement national (primo partito francese), Marine Le Pen e quello della sinistra radicale, France Insoumise, Jean Luc Mélenchon, non sono stati invitati all’Eliseo, nonostante il peso che hanno in Parlamento. Marine Le Pen ha pesantemente attaccato Macron definendo il vertice nel palazzo presidenziale come una riunione di venditori di tappeti. Mélenchon ha parlato di una commedia ridicola tornando a chiedere lo scioglimento del Parlamento. Ma critiche severe vengono anche da chi ha partecipato al vertice.

L’imbarazzo e la comicità involontaria dell’incontro all’Eliseo

“Abbiamo lasciato questo incontro sbalorditi, siamo usciti senza risposte”, ha detto la leader degli Ecologisti Marine Tondelier. Il Corriere della Sera ricostruisce, grazie alla testimonianza della leader verde, la surreale riunione di venerdì sera all’Eliseo tra l’imbarazzo di tutti e il mutismo di Gabriel Attal, leader del partito presidenziale. Nella stanza dei bottoni erano presenti Olivier Faure (socialisti), Marine Tondelier (ecologisti), Fabien Roussel (comunisti), Edouard Philippe (Horizons), Gabriel Attal ( Renaissance), e anche Retailleau e Wauquiez.

I numeri parlano chiaro, destra e centro vincono

“Tutti pendiamo dalle labbra del presidente – racconta – per capire che vuole fare ma rimaniamo delusi perché pone solo tre domande: volete la dissoluzione? La base comune esiste ancora? Quali compromessi siete pronti a fare?”.  Dopo aver ascoltato tutti arriva il verdetto macroniano. “Aritmeticamente loro (centro e destra) sono 210, voi (sinistra) siete 191, dunque sono loro a vincere”. Dunque, Lecornu due la vendetta.

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di Eugenio Battisti - 11 Ottobre 2025