
Ciaone a Giuseppi
Caos M5S, Chiara Appendino si dimette da vicepresidente. Dopo quella degli elettori, un’altra batosta per Conte e la sua leadership
La resa dei conti tra il presidente del Movimento e l'esponente dell'ala più radicale e ortodossa del grillismo, si consuma a riunione del Consiglio nazionale ancora in corso. Un altro conto da saldare per l'abbraccio (letale?) col Pd
Chiara Appendino, ha rassegnato le sue dimissioni da vicepresidente del Movimento 5 stelle. Durante la riunione del Consiglio nazionale, a discussione ancora in corso, l’ex sindaca di Torino ha formalizzato la decisione che era nell’aria da qualche giorno e ventilata, in un primo momento, già martedì durante la congiunta dei gruppi parlamentari pentastellati.
Ma che sorpresa: Chiara Appendino ha ufficializzato le sue dimissioni da vicepresidente del M5S
Non c’è da stupirsi. E non ci stupiremo. Del resto era nell’aria da giorni e le indiscrezioni sono diventate realtà, stigmatizzate da tanto di annuncio battuto dall’Adnkronos: Chiara Appendino ha rassegnato le dimissioni dalla carica di vicepresidente del Movimento5Stelle. La notizia, che arriva nel pieno del Consiglio Nazionale pentastellato, non è il segnale di un semplice riassetto interno, ma il sintono inequivocabile di una crisi profonda – endemica? – della leadership di Giuseppe Conte e, soprattutto, di un virus frondista che mina nelle fondamenta la direzione politica intrapresa dal presidente Conte.
E dopo gli elettori, Conte incassa un’altra sconfessione dalla sua vice
L’ex sindaca di Torino, figura di spicco e volto di un’ala più radicale e ortodossa del grillismo, ha formalizzato una decisione che maturava da tempo. La lunga e tesa telefonata con Conte della vigilia non è servita a ricucire uno strappo sempre più netto sulla trama, logora da un po’, del Movimento. Sotto accusa, con ogni probabilità, non c’è solo la gestione interna, ma l’ambigua e sempre più marcata inclinazione all’alleanza con il Partito Democratico.
Per Appendino, che non ha certo fatto mistero ultimamente dei suoi contrasti con il presidente Conte, e che è noto incarni la componente più critica dell’ensemble pentastellato, l’abbraccio al Pd rappresenta il tradimento degli ideali originari e il definitivo snaturamento del Movimento.
No all’abbraccio (letale?) col Pd
Le dimissioni arrivano allora dopo che già nell’assemblea dei parlamentari di martedì l’ex sindaca aveva palesato il suo forte disagio. E siccome tanto tuonò che piovve, ora il fulmine è arrivato e ha colpito. Un’altra batosta per Giuseppe Conte, che perde un pezzo importante della sua leadership. E che ora dovrà fare i conti con il malcontento che serpeggia tra chi non digerisce la svolta filo-piddina e il progressivo allontanamento dai dogmi statutari delle origini. Passando ovviamente per le declinazioni e le invo-evoluzioni maturate nel frattempo.
Dalle dimissioni della Appendino un altro duro colpo al (già frastagliato) Movimento
La fuoriuscita di Appendino, insomma, suona come un atto di accusa nei confronti di un Movimento che, sotto la guida dell’ex premier, sembra aver smarrito la bussola, trasformandosi in una delle tante appendici della sinistra, cannibalizzata (in termini di voti e di appeal socio-politico) dal partito di maggioranza dell’opposizione. Il rischio di una ulteriore frammentazione inesorabile, si fa ora più che concreto? Di sicuro si apre (un’altra) faglia nella già frastagliata e martoriata dalle fronde interne, galassia pentastellata. Agli elettori, e agli iscritti, l’ardua sentenza…