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Beatrice Venezi, ieri incensata da media e addetti ai lavori, oggi nel mirino delle polemiche

Quando Floris la elogiava...

Beatrice Venezi, ieri incensata (anche dal mainstream) e ospitata in tv, oggi talento rinnegato. Un indegno voltafaccia o…?

La direttrice d'orchestra, ieri celebrata da media e addetti ai lavori, oggi nel mirino delle polemiche. Una strana tempistica per cui il dubbio sorge spontaneo: ma non sarà che davvero dietro il camuffamento della critica artistica si celi un'inconfessata invettiva (e delegittimazione) politica?

Politica - di Ginevra Sorrentino - 22 Ottobre 2025 alle 13:26

E siamo sempre lì: impantanati sul dibattito che delegittima nomina istituzionale e spessore professionale di Beatrice Venezi a direttrice musicale della Fondazione Teatro La Fenice, che giorno dopo giorno sta assumendo i toni di una vera e propria inquisizione mediatica e politico-culturale. Se il sovrintendente Nicola Colabianchi ha voluto puntare su un nome in ascesa, la reazione delle maestranze, in primis l’orchestra, ha risposto con un durissimo muro di gomma su cui è rimbalzata la qualunque, ma il cui potenziale offensivo – come il mirino a cui punta – sembra sempre più evidente.

Oltretutto, come già abbiamo avuto modo di dire anche in altre occasioni, al netto della sacrosanta necessità di “chimica” e intesa tra podio e musicisti, la levata di scudi appare sempre più sproporzionata e solleva il sospetto che il vero “curriculum bocciato” alla direttrice d’orchestra non sia quello artistico… Del resto, basta analizzare l’iperbole per capirne (ed esplicitarne) la reale traiettoria…

Beatrice Venezi, tanto rumore per nulla. O forse, per il solito motivo…

Eppure, si sa: le obiezioni ufficiali del teatro, si concentrano sul percorso e sul curriculum della musicista trentacinquenne, giudicato inadeguato per un ruolo così prestigioso, appellandosi peraltro i professori d’orchestra, nelle more, alla mancanza di un preventivo coinvolgimento dell’ensemble. Ora, se è vero – e Prova d’orchestra di Federico Fellini ce l’ha ampiamente ed esaustivamente insegnato già anni or sono – che la sinergia tra Direttore e Maestri deve rispondere a una sintonia di base fondata su criteri oggetti. È altresì plausibile notare che, curiosamente, questo severo metro di giudizio sembra disattivarsi quando si parla – o si è parlato – di altri giovani talenti.

Due pesi, due misure?

Pertanto, a titolo meramente esemplificativo, non possiamo non ricordare – come fa Il Giornale in edicola oggi –  che il Maestro Muti a 27 anni era già al Maggio Musicale. Il Maestro Abbado a 30 dirigeva i Wiener Philharmoniker… e così via menzionando. A dimostrazione che l’età, formalmente, non sempre è stata un problema…

Che fine hanno fatto meriti e primati di Beatrice Venezi riconosciuti anche dal mainstream?

E allora entriamo nel merito delle recriminazioni mosse a titolo professional-culturale alla Venezi. Anche questo, argomento noto ahinoi, se non fosse che da rilevare c’è qualcosa ancora di inedito (e che oggi, per l’appunto il quotidiano diretto da Sallusti non manca di rilevare)… Ossia: il punto è che la narrazione odierna ignora con colpevole miopia i successi e i riconoscimenti che la stessa Venezi ha raccolto prima di diventare un bersaglio per le sue dichiarate simpatie politiche a destra.

Ieri orgoglio rosa e fiore all’occhiello del panorama culturale

Fino al 2021, anno del Premio Atreju, il ritratto mediatico della direttrice d’orchestra era guarda caso ben diverso: all’epoca, quando ancora dichiarazioni ed endorsment non erano slatentizzati e acclarati, Beatrice Venezi era considerata – Corriere della Sera compreso, che la pose tra le cinquanta donne più creative del 2017 per la sua “carriera internazionale” e i suoi successi, non solo sul podio ma anche come pianista e compositrice – una punta di diamante. Un fiore all’occhiello nel taschino dell’orgoglio femminile. Un titolo blasonato da sfoggiare nell’albo della famiglia culturale nazionale a dimostrazione del successo e delle rivendicazioni in rosa.

Oggi, bersaglio nel mirino di addetti ai lavori, corsivisti e giornalisti tv

Dove erano allora i giudizi “taglienti” del mondo musicale che oggi, improvvisamente, ne sviliscono valore e potenzialità? Poi, cosa è successo, per ostacolarne e delegittimarne ruolo e talento? La risposta è implicita, almeno quanto rinnegata da chi la investe di motivazioni infondate o perifrastiche argomentazioni utili solo a speculazioni ardite quanto veementi. Resta sempre da spiegare, però, quanto e come il bipolarismo mediatico e culturale che tanto fa mostra di s^ in questa crociata “anti”, e popolato di figure che prima celebravano Beatrice Venezi come icona di leadership femminile (invitata, per esempio, in tv da Floris per parlare di management, e non solo di Mahler), ora ne sottolinea ogni possibile critica utile. O anche solo immaginabile. Offrendo però, in calce, lo spettacolo di un accanimento strumentale arrivato ai limiti dell’avanspettacolo vecchio stile.

Una invettiva politica mascherata da critica artistica

E alla fine della fiera, non potrebbe essere che la verità che si tenta di offuscare è che Beatrice Venezi, al netto di un percorso ancora in evoluzione, possiede doti e un bagaglio che fino a ieri le hanno aperto le porte dei palcoscenici internazionali e le sono valsi i riconoscimenti che vanta. Un pregresso derubricato con un colpo di spugna improvviso, così furibondo e repentino da apparire come un tentativo di delegittimazione politica mascherato da critica artistica. Tanto che in ultimo, il clamoroso bailamme degli orchestrali della Fenice rischia di risolversi in un eclatante pasticcio contestatario messo su, non tanto in opposizione alle scelte operate. Quanto per l’incapacità di scindere il merito artistico dall’orientamento ideologico, cedendo a una logica di «bocciatura postuma»…

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di Ginevra Sorrentino - 22 Ottobre 2025