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“Bayram, il tempo della cosmopolitica”: il nuovo patto generazionale all’insegna della cultura e dell’innovazione

L'evento

“Bayram, il tempo della cosmopolitica”: il nuovo patto generazionale all’insegna della cultura e dell’innovazione

Cultura - di Redazione - 8 Ottobre 2025 alle 16:06

Oltre 2.000 persone hanno partecipato sabato 4 ottobre alla prima edizione di Bayram – Il tempo della cosmopolitica, svoltasi al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. Un’intera giornata, dalle 10 alle 21, dedicata alla riflessione sul futuro tra tecnologia, cybersicurezza, politica, e spiritualità, con più di 70 ospiti distribuiti in tre sale e oltre 20 ore consecutive di monologhi sul palco, dibattiti e presentazioni di libri.

Il significato di Bayram e il tempo della cosmopolitica

La radice etimologica di Bayram è bailamme, che significa festa, baraonda, gente che viene e che va. La parola Bayram, così apparentemente misteriosa, doveva portare questa iniziativa in una dimensione ancora da scoprire. Da qui, l’idea del nome della rassegna.  L’obiettivo era quello di lanciare il concetto di cosmopolitica nella lingua italiana, un vero e proprio neologismo che ora ha un vero e proprio significato. Se “cosmo” è contrario di “caos”, “la generazione cosmica” è quella generazione che deve assumere un ruolo storico, prendere consapevolezza e ristabilire un ordine futuro nel disordine del presente. Inoltre “cosmopolitica” richiama nella sua essenza il cielo, l’universo, infatti quella stessa “generazione cosmica” nel tempo, con i più potenti mezzi tecnologici a disposizione di sempre, dovrà misurarsi con uno spazio infinito, rinnovato e in esplorazione.

I temi e gli interventi

L’apertura, con il dialogo “Un vecchio e un nuovo patto generazionale”, ha riunito Barbara Alberti, Guido Maria Brera, Antonio Funiciello, Luca Josi e Guidalberto Bormolini. Alberti ha ricordato come senza immaginazione non esiste politica, perché la libertà nasce dal sogno prima che dalla norma. Brera ha messo in guardia dal rischio di una generazione abituata a delegare il pensiero ai dispositivi digitali, ribadendo l’urgenza di un nuovo patto tra memoria e responsabilità. Nel panel “Passato prossimo dell’infosfera”, Riccardo Haupt ha offerto una visione controcorrente rispetto al pessimismo tecnologico: «Oggi abbiamo molti più strumenti di comprensione e di libertà rispetto agli anni Settanta, quando si sparava nelle piazze. Il problema non è la tecnologia, ma come scegliamo di usarla».

Nel pomeriggio, “La generazione cosmica” ha visto protagonisti Edwige Pezzulli, Dario Fabbri, Gianni Cuozzo, Luigi Maria Epicoco, Bendetto Levi e Alessandro Tommasi. Nel suo intervento Fabbri ha evidenziato come «i giovani non esistono in Occidente. I giovani, nei Paesi che ne hanno davvero, non hanno bisogno di tutoraggio e vogliono il potere», mentre Alessandro Aresu, nel dialogo successivo “Geopolitica dell’intelligenza artificiale”, ha spiegato che «l’Ia è la nuova infrastruttura della competizione mondiale: comprenderne i codici significa comprendere il potere del futuro». Alle 17:00, il panel “Un mondo lontanissimo” ha riunito Roberto Vittori, Bruno Frattasi, Chantal Delsol, Corrado Giustozzi e Francesca Cipollini. L’incontro ha esplorato le molteplici rappresentazioni del futuro – dallo spazio alla cybersicurezza, dal cinema alla filosofia – ponendo una domanda cruciale: «Quale futuro vogliamo immaginare, quello umanista o quello del tecnopotere?».

L’interessante contraddizione della cosmopolitica

Come ha sottolineato l’astronauta Roberto Vittori: «la stessa parola Cosmopolitica è una contraddizione interessante. Il futuro dov’è? È al di fuori del pianeta e dell’atmosfera. Dove possiamo trovare risorse aggiuntive? Solo nello Spazio dove possiamo collaborare come umanità. Dobbiamo capire dove saranno i prossimi vent’anni». La giornata si è conclusa con l’incontro “Per una teologia dell’immaginazione”, in cui il Cardinale José Tolentino de Mendonça ha proposto una  riflessione sul ruolo della creatività come linguaggio del sacro: «L’immaginazione è una forma di conoscenza. È il modo in cui l’uomo si fa responsabile del mondo che abita».

La “Generazione cosmica” in movimento

«Ringrazio gli ospiti per aver dato il loro contributo, gli sponsor che hanno reso questa giornata interamente gratuita, le istituzioni che hanno patrocinato l’evento e tutti i partner che hanno collaborato alla riuscita», ha dichiarato Sebastiano Caputo, ideatore e direttore artistico di Bayram. «Bayram è nato come un esperimento culturale e umano: un deserto in bianco e nero da attraversare insieme, uno spazio di pensiero collettivo in cui generazioni, discipline e linguaggi diversi si incontrano. Non abbiamo cercato di dare risposte, ma di formulare nuove domande.

E la risposta più potente è arrivata dal pubblico: una comunità viva, curiosa, disposta ad ascoltare e a dialogare». Caputo ha aggiunto: «Questa prima edizione ci ha permesso di “prendere le misure” di un progetto che ha già una sua identità precisa: mettere in relazione la profondità della spiritualità con la complessità della tecnologia, l’etica con l’intelligenza artificiale, la poesia con la politica. È nata davvero una generazione cosmica in movimento, capace di produrre pensiero e di immaginare il futuro non come minacciama come responsabilità. Ora guardiamo alla seconda edizione con la promessa di alzare l’asticella ancora più in alto».

Gli sponsor di Bayram

L’iniziativa è stata organizzata dal Gruppo Editoriale Magog in collaborazione con Dissipatio, con il patrocinio di Ministero della Cultura, Regione Lazio, Comune di Roma, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Agenzia Spaziale Europea. Hanno sostenuto l’evento Enel, Ifis Art, Iliad, Intesa Sanpaolo e Poste Italiane. Media partner Rai Cultura; communication partner Tra le Linee; ADV partner APA Affissioni; mobility partner Smart Italia; entertainment partner Grabo Balloons.

 

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di Redazione - 8 Ottobre 2025