Il blitz fallito
Attentato a Ranucci, la solita sinistra anti-italiana: prova a tirare in ballo il governo anche al Parlamento europeo
I socialisti chiedono un dibattito sull'attacco ai valori democratici europei: la finalità è chiara. Ecr interviene e riporta la riflessione sul giusto binario: la plenaria vota all'unanimità per parla di "Intimidazioni criminali contro i giornalisti d'inchiesta nell’Ue"
Non paga del grave intervento di Elly Schlein al congresso del Pse, la sinistra ha provato a strumentalizzare l’attentato a Sigfrido Ranucci in chiave anti-governo anche al Parlamento europeo, chiedendo che si svolgesse un dibattito sull’attacco ai valori democratici dell’Unione. Di fatto un titolo che ricalcava la tesi della segretaria dem, secondo la quale in Italia con «l’estrema destra al governo» sarebbero a rischio «la democrazia» e «la libertà di espressione». Ma il blitz è stato respinto e agli atti resta solo l’ennesimo episodio in cui la sinistra si è ridotta a denigrare l’Italia in una sede internazionale pur di tentare di colpire in qualche modo l’esecutivo.
La sinistra prova a strumentalizzare l’attentato contro Ranucci anche al Parlamento europeo
A denunciare il caso sono stati gli eurodeputati di FdI-Ecr, Nicola Procaccini e Carlo Fidanza, rispettivamente co-preseidente del gruppo dei Conservatori e capodelegazione di Fratelli d’Italia. «Il gruppo dei Socialisti Europei – hanno spiegato in una nota congiunta – ha provato oggi ad inserire nella plenaria di Strasburgo un dibattito sul grave atto intimidatorio contro Ranucci, titolandolo come un attacco ai valori democratici europei. Evidentemente volendo attribuire delle responsabilità politiche a carico del governo italiano. Come già fatto da Elly Schlein proprio in occasione del congresso dei Socialisti Europei. Ma di fronte alla nostra intenzione di modificare il titolo, rendendolo più aderente alla realtà dei fatti e approvandolo con una maggioranza di destra, la sinistra ha prudentemente virato verso un titolo più neutrale ed equilibrato».
Ecr blocca il blitz e il dibattito resta ancorato al tema delle “Intimidazioni criminali contro i giornalisti d’inchiesta nell’Ue”
Dopo l’intervento di Ecr, infatti, il titolo del dibattito, che vedrà le dichiarazioni del Consiglio e della Commissione, è diventato “Intimidazioni criminali contro i giornalisti d’inchiesta nell’Ue: il tentato attacco a Sigfrido Ranucci”. Con questa dizione la richiesta di dibattito è stato approvata all’unanimità, con 421 voti a favore, 0 contrari e 5 astensioni.
«Voteremo a favore di questa nuova proposta, perché è giusto parlarne, perché riteniamo molto grave quanto accaduto a Ranucci, perché riteniamo che si debba essere sempre tutti solidali quando la libertà di parola e di informazione viene minacciata. Ma rispediamo al mittente il tentativo avvilente delle sinistre di passare dalle accuse di complicità con Netanyahu a quelle di complicità con gli attentatori di Ranucci», hanno concluso Fidanza e Procaccini.
L’appello del giornalista contro le strumentalizzazioni
Lo stesso Ranucci, del resto, è il primo a chiedere di evitare «di strumentalizzare (l’attentato, ndr) a livello politico perché credo che non abbia senso». «Io credo che sia un’opera di qualcuno legato alla criminalità o comunque di qualcuno che si serve della criminalità. Non vedo scenari o mandanti politici, come qualcuno ha ipotizzato, perché la politica ha altri strumenti, se vuole, starei quindi con i piedi a terra», ha detto ancora.
Il Pd smascherato tenta di nascondersi dietro un dito
Il messaggio appare abbastanza chiaro, ma a quanto pare non al Pd. «Invece di lanciare quotidianamente accuse all’opposizione e a Elly Schlein, questa maggioranza si preoccupi di governare. Né Schlein né il Pd hanno mai parlato di mandanti per l’attentato a Sigfrido Ranucci, su cui seguiamo attentamente il lavoro della magistratura sperando che faccia luce al più presto sui responsabili», hanno scritto Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei deputati e al Senato, e Nicola Zingaretti, capo delegazione Pd al Parlamento europeo, in una nota congiunta divulgata dopo il fallito blitz al Parlamento europeo. Anche questo, in fondo, è un metodo già visto a sinistra: nascondersi dietro un dito, quando la situazione si fa insostenibile.