"Eri un angelo"
Andrea Delogu, muore il fratello Ivan di 18 anni in un incidente di moto. Lo strazio della famiglia, sgomento a “Ballando”
Una tragedia che lascia senza parole, sgomenti. Morire a 18 anni è una pena indicibile. Ha perso il controllo della moto ed è caduto, finendo contro un palo: è morto così Evan Oscar Delogu, 18 anni, figlio di Walter Delogu, per anni autista di Vincenzo Muccioli e San Patrignano e fratello della conduttrice e showgirl amatissima Andrea. E’ accaduto a Bellaria Igea Marina (Rimini), era in sella ad una moto Benelli 750, che sarà sottoposta a sequestro per svolgere accertamenti. Sono intervenuti invano i sanitari del 118, che hanno tentato di soccorrere il ragazzo e gli agenti della Polizia locale.
“Non ho parlato ancora con i familiari – ha detto il sindaco di Bellaria, Filippo Giorgetti – non li ho chiamati. Aspettiamo che ci sia il dissequestro della salma, che ci sia la camera ardente e andrò a trovarli”. Quanto all’incidente, ha spiegato il primo cittadino, “il ragazzo procedeva in moto su via Vittor Pisani, una strada liscia, dritta che costeggia il parco della città, in un tratto senza innesti di altre strade a destra e sinistra. Ha perso il controllo della moto ed è andato a sbattere contro un palo della luce e poi contro un secondo palo”. Lo strazio della famiglia.
Lo strazio della famiglia Delogu
“Ho capito ieri chi eri tu… Un angelo“. Così Walter Delogu, padre di Evan, in un lungo e commovente post traccia un ritratto del figlio. “Vi dico chi era mio figlio”, esordisce. “Faceva le serali, studiava Alberghiero, di mattina si allenava in palestra. Poi faceva da mangiare per noi se ero occupato e se la mamma era al lavoro. Quando si alzava da tavola chiedeva il permesso; lavava i piatti e poi si riposava un po’”. Un ragazzo responsabile e lavoratore. Un bravo ragazzo come tanti. “Ha da sempre lavorato in estate da Massimo al bagno 75 e mai ci ha chiesto un euro,si comprava tutto lui col suo stipendio, pure quella maledetta moto”.
Il ricordo si sposta poi sul legame che li univa: “Mi traduceva dall’inglese articoli di nuove droghe pericolose, che servivano a me alle conferenze che faccio nelle scuole per prevenire disgrazie di questa maledizione”, scrive Delogu. “Non beveva, non fumava e a volte lo prendevo in giro, dicendogli o che era un talebano o un angelo. Ho capito ieri chi eri tu… Un angelo”. Nelle parole del padre lo strazio di una perdita inaccettabile arriva al cuore di tutti: “Amore mio perché ci hai lasciato, ci sarà un motivo, fammelo sapere presto ti prego. Ho dormito nel tuo letto stanotte, perdonami, ora te lo metto a posto”. Un dolore inestinguibile, insuperabile.
“Quella moto maledetta”
Quella moto “maledetta”. “La tua amata moto la farò aggiustare e la venderò. So quanto impegno e soldi ci hai messo in quel bolide, quindi non la farò demolire. La tua macchina arriverà venerdì: venderemo la nostra e terremo la tua per sempre”. Infine, l’addio straziante: “A presto amore, tra non molto ti raggiungerò e rideremo insieme, come sempre. E ora ti mando un bacio con la mamma e la tua amata sorellina, come la chiamavi tu. Lassù in paradiso fatti valere”.
