
Il paradosso dell'intolleranza
Alla faccia della causa, Bernini contestata dai pro-Pal a Siena al grido di “vaffa” e a suon di slogan mentre accoglie gli studenti di Gaza (video)
Parolacce, minacce e grida dai manifestanti all'indirizzo del ministro, proprio nel giorno in cui dà il benvenuto agli studenti arrivati da Gaza grazie al corridoio universitario aperto dal Ministero: una protesta in barba a logica e coerenza, che ha sfiorato il grottesco
Quattro scalmanati, un manipolo di scappati da casa o un gruppo dalle poche idee ma ben confuse: difficile racchiudere in una definizione netta e riassuntiva il gruppuscolo di studenti che ieri, in stridente contraddizione con la causa pro-Pal che rilanciano dalle piazze ai luoghi accademici, ha accolto tra fischi e parolacce il ministro dell’Università Anna Maria Bernini che, nell’ateneo di Siena, si apprestava a ricevere gli studenti di Gaza muniti di una borsa di studio che li ha portati a studiare nella facoltà della Toscana. Detto, fatto: una trentina di persone, con tanto di kefiah al collo e striscioni in pugno, hanno trasformato per pochi e vergognosi momenti un luogo deputato al confronto e all’accoglienza, nel teatro di una scena di ignobile estremismo, gettando una ulteriore, inquietante ombra, sul livello in cui versa il dibattito politico in Italia in questo momento.
Siena, la paradossale contestazione pro-Pal contro il ministro Bernini
E sì che stiamo parlando di una contestazione pro-Pal, inscenata a Siena contro il ministro, incredibilmente proprio mentre ci si preparava a ricevere sei studenti palestinesi provenienti da Gaza. Dei cui destini, evidentemente, poco importava ai circa 30 appartenenti al Comitato per la Palestina che hanno aspettato la Bernini all’ingresso del Rettorato per contestarla con grida, insulti e slogan. Ai quali il ministro ha risposto – con stile – prima invitandoli a partecipare all’evento. E poi sottolineando loro – ormai irrimediabilmente in preda al delirio contestatario – che «non sono gli slogan che salvano le vite. Ho grande rispetto della libertà di parola e di manifestazione, l’ho sempre garantita e tutelata dentro l’Università, con un unico limite: no alla violenza. Queste non sono interlocuzioni»…
La protesta pro-Pal proprio mentre il ministro accoglie gli studenti in arrivo da Gaza
Ma forse interloquire a quel manipolo di attivisti “confusi”, accecati da un odio ideologico che ha travalicato ogni limite di decenza e ogni barlume di coerenza, non interessava. Perché il punto è proprio questo: l’uso sistematico dell’insulto e dell’intolleranza che azzera confronto (e interlocuzione, per l’appunto), in nome di una rivendicata prevaricazione antidemocratica che mira a zittire chi non si allinea a una visione ideologica monocorde. Come spiegare altrimenti quanto il paradosso ieri fosse stridente: un drappello di militanti pro-Pal che contesta duramente il ministro, proprio nel giorno in cui l’Università di Siena apre le porte a sei studenti palestinesi arrivati in Italia attraverso il primo corridoio universitario dalla Striscia di Gaza.
Quello che è accaduto a Siena non offende me, ma gli studenti palestinesi che hanno trovato casa nelle nostre università e l’intera comunità accademica.
A loro voglio dire con forza che questo non è il vero volto dell’università italiana.
Il volto degli atenei del nostro Paese è… pic.twitter.com/opXJKK8IZu— Anna Maria Bernini 🇮🇹 (@BerniniAM) October 8, 2025
Studenti che, guarda caso, sono stati accompagnati in volo dalla Giordania proprio dalla stessa Bernini, con un’iniziativa all’insegna dell’accoglienza umanitaria e formativa riservata a giovani palestinesi in fuga dalla guerra; un gesto che, palesemente, avrebbe dovuto unire e non dividere e scatenare la protesta.
Se l’odio ideologico travalica persino logica e coerenza
L’episodio, comunque, non si esaurisce certo nello spazio di qualche considerazione. E dal punto di vista della cronaca dei fatti, potrebbe essere destinato a non finire qui. A quanto si apprende, il Prefetto di Siena, Valerio Massimo Romeo, ha contattato per le vie brevi il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, per verificare la volontà di procedere a denuncia in seguito agli insulti ricevuti ieri all’interno del rettorato dell’Università di Siena. Secondo il Prefetto – presente in Ateneo al momento dei fatti e quindi tenuto a intervenire in quanto il presunto reato si sarebbe consumato in sua presenza – la condotta potrebbe configurare il reato previsto dall’articolo 342 del codice penale (“Oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario”).
Insulti alla Bernini all’Università di Siena: il ministro affida la decisione sulla denuncia al Rettore
Il ministro, in quanto persona offesa, e il Prefetto, hanno condiviso l’opportunità di sottoporre la questione al rettore Roberto Di Pietra, nell’ambito della sua autonomia e in qualità di responsabile dell’ordine e della sicurezza all’interno dell’Ateneo. Pertanto al momento quel che resta impresso a caratteri di fuoco su questa triste pagina è l’ennesimo segnale preoccupante: quello rilanciato a suon di violenza verbale da chi, nascondendosi dietro la bandiera pro-Pal, sembra continuare a perdere il senso della misura. E finanche della logica coerenza…