La lettera della società
Ai al posto dei dipendenti: Amazon dà il via al maxi piano di licenziamenti con 14mila tagli
Nel messaggio inviato ai lavoratori si parla di «cambiamenti organizzativi», giustificati con la volontà di «offrire il meglio in assoluto ai clienti». Gasparri: «È una vergogna che questi over the top continuino impuniti e imperterriti a fare i loro comodi»
Il management di Amazon, nella lettera inviata ai dipendenti, li ha chiamati «cambiamenti organizzativi che avranno un impatto su alcuni dei nostri collaboratori». La lettera rappresenta la conferma da parte del colosso dell’e-commerce del radicale taglio di posti di lavoro legato al sempre maggiore impiego di robot e intelligenza artificiale nei processi aziendali. Ampiamente anticipato nei giorni scorsi, il piano di licenziamenti di Amazon in questa prima fase dovrebbe riguardare 14mila persone su scala globale, per poi arrivare a un totale di 600mila entro il 2033, secondo le indiscrezioni trapelate sulla stampa americana.
Al via il maxi piano di licenziamenti di Amazon
Nella lettera, firmata da Beth Galetti, Senior Vice President of People Experience and Technology e che non specifica dove avverranno i tagli, si parla dell’«importanza di avere la giusta struttura per guidare quel livello di velocità e responsabilità, e la necessità di essere pronti a inventare, collaborare, essere connessi e offrire il meglio in assoluto ai clienti», sostenendo che «le riduzioni che annunciamo oggi sono la continuazione di questo lavoro per rafforzarci ulteriormente, riducendo ulteriormente la burocrazia, rimuovendo livelli e ridistribuendo le risorse per garantire che investiamo nelle nostre principali attività e in ciò che conta di più per le esigenze attuali e future dei nostri clienti».
La soddisfazione dei clienti come giustificazione per i tagli
La missiva prosegue sostenendo che alla maggior parte dei dipendenti interessati dai tagli saranno offerti «90 giorni per cercare un nuovo ruolo internamente (i tempi varieranno in base alle leggi locali), e i nostri team di reclutamento daranno priorità ai candidati interni per aiutare il maggior numero possibile di persone a trovare nuovi ruoli all’interno di Amazon». «Ai nostri colleghi che non riescono a trovare un nuovo ruolo in Amazon o che scelgono di non cercarne uno, offriremo supporto nella transizione, inclusi indennità di buonuscita, servizi di ricollocamento, benefit assicurativi sanitari e altro ancora», scrive ancora Beth Galetti, aggiungendo che «nel 2026 prevediamo di continuare ad assumere in aree strategiche chiave, trovando al contempo ulteriori opportunità per ridurre i livelli, aumentare la responsabilità e realizzare guadagni in termini di efficienza».
La più consistente riduzione di personale dai tempi del Covid, nonostante l’impennata di utile
La riduzione di personale appena annunciata è la più consistente da quando la multinazionale ha eliminato 27mila posti tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, a causa della fine del boom registrato durante il Covid. Nei suoi ultimi risultati finanziari, Amazon ha registrato un utile netto di 35,291 miliardi di dollari (30,299 miliardi di euro) nella prima metà dell’anno, in aumento di quasi il 50%, mentre le vendite sono salite a 323,369 miliardi di dollari (277,63 miliardi di euro), con un aumento dell’11%.
Uno spaccato inquietante sul futuro del mercato del lavoro
Il caso di Amazon apre un inquietante squarcio sulle conseguenze che l’uso massivo dell’Ai può avere a livello sociale e rispetto al quale ruota una larga parte del dibattito politico e istituzionale sulla necessità di una serrata regolamentazione e di immaginare da subito una rimodulazione delle competenze per tutti i lavori che subiranno l’impatto dei nuovi meccanismi produttivi.
Gasparri: «È una vergogna che questi over the top continuino impuniti e imperterriti a fare i loro comodi»
«Tutti hanno decantato il ruolo di Amazon nel favorire occupazione e crescita. Adesso Amazon licenzia la bellezza di 14mila persone. Amazon non paga tasse. Amazon distrugge il commercio. Amazon non crea ricchezza e altera gli equilibri economici», ha commentato il capogruppo di FI al Senato, Maurizio Gasparri. «È una vergogna che questi over the top continuino impuniti e imperterriti a fare i loro comodi. Ma i sindacati hanno scoperto questa realtà? A Landini qualcuno gliel’ha spiegato? Fa i comizi e se ne infischia dei problemi veri. Il problema principale – ha concluso Gasparri – sono gli over the top».