
La denuncia di Sasso
A scuola di pedagogia queer coi soldi dei toscani: a Livorno l’ultimo scandalo della giunta Giani
Non bastavano già 600.000 euro spesi per un precedente progetto ‘arcobaleno’: Rossano Sasso della Lega ha scoperto un altro finanziamento per corsi Lgbtq
A una settimana dal voto per il nuovo presidente della Regione Toscana, piomba un nuovo scandalo sulla giunta Giani.
«Ancora una volta associazioni ed attivisti lgbt di estrema sinistra provano a portare l’ideologia gender e queer nelle scuole, questa volta organizzando dei corsi di formazione per gli insegnanti». Così il deputato della Lega, Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera dei deputati.
«Accade a Livorno – denuncia l’esponente del Carroccio – dove grazie al patrocinio del Comune e ai soldi della Regione Toscana (non bastavano già 600.000 euro spesi per un precedente progetto ‘arcobaleno’) oggi pomeriggio si terranno dei corsi di ‘pedagogia trans’ e di ‘pedagogia queer’ destinati al personale docente. Agli ‘agenti arcobaleno’ e ai loro, pochi amici tra gli insegnanti ricordiamo che a breve approveremo la legge sul consenso informato delle famiglie, attualmente in discussione alla Camera dei deputati».
«Non consentiremo di vedere in classe con i nostri figli, sedicenti esperti esterni Lgbt provare a inculcare a bambini e ragazzi concetti come confusione sessuale, superamento del binarismo, perdita della propria identità. Senza il consenso delle mamme e dei papà non sarà più possibile affrontare temi sensibili a scuola e a Pd, M5s e Avs che vorrebbero sostituire i genitori con i propri attivisti nell’educazione dei figli noi rispondiamo di lasciare in pace i bambini. In piena campagna elettorale – conclude il deputato leghista – Giani pensa bene di spendere i soldi dei toscani per queste cose, ma non si vergogna?».
A Livorno a scuola di teorie queer
Da programma pubblicato sul sito del Comune di Livorno, il convegno di sabato 4 ottobre ha previsto alle ore 16.30 la lezione: “Per un inquadramento della pedagogia queer: dalla ricerca accademica ai contesti educativi” a cura di Antonio Raimondo Di Grigoli, borsista di ricerca presso l’Università degli Studi di Siena. La sua attività si concentra sulla costruzione di un’epistemologia pedagogica che consideri l’intersezione tra gli studi critici sugli uomini e sulle maschilità, le teorie queer, gli studi decoloniali e sulla popular culture”.
A seguire, “Pedagogia trans*-affermativa. Strumenti concettuali e operativi per una scuola che supporta lɜ studenti trans*” a cura di Ale Blu Santambrogio, dottorə di ricerca in “Processi Educativi nei contesti eterogenei e multiculturali”. L’intervento proporrà una riflessione sulle caratteristiche della pedagogia trans*-affermativa, illustrando strategie e pratiche educative finalizzate a costruire una scuola capace di accogliere e valorizzare studenti e studentesse trans”.
In conclusione, “Ciò che non si dice: l’invisibilizzazione delle soggettività trans* nei libri di testo scolastici” a cura di Manuela Manera, PhD in Italianistica, docente di Lettere nella scuola secondaria di I grado, scrittrice e attivista transfemminista. L’intervento analizzerà il ruolo dei manuali scolastici nella riproduzione di stereotipi di genere e linguaggi sessisti, mettendo in evidenza l’assenza di riferimenti alle soggettività trans* e non binarie, così come la mancata valorizzazione delle lotte delle comunità LGBTQ+. L’obiettivo sarà interrogarsi sulle possibili strategie per superare rappresentazioni ancora fortemente binarie ed escludenti”.
Il tutto, come riferisce il comune livornese, rientra nel “progetto Orizzonti Queer, finanziato dalla Regione Toscana tramite i fondi della Rete Ready e realizzato con il patrocinio del Comune di Livorno”. Il tuitto a spese dei cittadini toscani.