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L’eurodeputato di FdI, Mario Mantovani; nel tondo, Ilaria Salis

Immunità o impunità?/2

«Una decisione scandalosa»: Mantovani svela il retroscena del voto che ha “salvato” Ilaria Salis

L'eurodeputato di FdI racconta l'anomalia della seduta della Commissione Juri e spiega: «Il messaggio pare chiaro: se si appartiene a un certo gruppo si ha una sorte, se invece si fa parte di un altro schieramento allora le cose vanno in modo differente»

Politica - di Luciana Delli Colli - 24 Settembre 2025 alle 10:35

«Una decisione scandalosa». Così l’eurodeputato di FdI-Ecr, Mario Mantovani, giudica il voto con cui ieri la Commissione Juri del Parlamento europeo ha respinto la revoca dell’immunità a Ilaria Salis. Una scelta tutta politica che, spiega l’eurodeputato, non ha nulla a che vedere con lo stato di diritto e, anzi, rappresenta l’aperture di crepe pericolose. Ma Mantovani fa di più: racconta cosa c’è dietro quel voto, come si è svolto e perché rappresenta un’anomalia rispetto ai regolamenti, che tradisce lo spirito stesso dell’immunità.

Mantovani: «Col voto su Ilaria Salis scritta una delle pagine più oscure del Parlamento europeo»

Intervistato da Libero, Mantovani ha sottolineato che «abbiamo scritto una delle pagine più oscure del Parlamento Europeo, legittimando la violenza. Il tutto, violando i regolamenti interni alla Commissione». «Sono davvero amareggiato», ha aggiunto, ricordando che «l’immunità è un privilegio connaturato al mandato parlamentare. E, va da sé, serve come scudo per fatti avvenuti nel corso dell’attività parlamentare di ogni eletto». «Usare tale privilegio per sanare fatti precedenti è vergognoso e viola quindi il principio che regola l’immunità», ha chiarito, mentre Salis continua a presentarsi come vittima di una persecuzione da parte del governo Orban e parla di quel voto come di una prova del fatto che gli eurodeputati che hanno votato a suo favore sarebbero consapevoli del fatto che «in Ungheria non è possibile un processo equo nei miei confronti».

Una scelta «dettata da fini politici»

Per l’eurodeputato invece appare «lampante che quella della Commissione sia stata una scelta dettata da fini politici». C’è poi un dettaglio non trascurabile nel voto che si è svolto ieri: si è trattato del primo caso di voto segreto dall’inizio del mandato, nonostante la Juri sia stata chiamata a esprimersi in merito alle immunità di alcuni parlamentari almeno una decina di volte.

L’anomalia del voto segreto

Stavolta, invece, su richiesta della «compagnia delle sinistre» il voto è stato segreto e per Mantovani è «chiaro che prevedessero un appoggio da parte del Ppe; in questo modo l’hanno reso meno evidente». «Dal voto sulla Salis emerge tutta l’ipocrisia di questo Parlamento, oltretutto su un tema che tocca ogni cittadino: tutti, infatti, dovrebbero avere il diritto di girare per la propria città senza la paura di essere presi a sprangate», ha proseguito l’eurodeputato, chiarendo che in plenaria invece il voto dovrebbe essere per alzata di mano. Dovrebbe, perché anche lì «la sinistra potrebbe chiedere il voto segreto come avvenuto in Commissione per intercettare parte dei voti del Ppe».

Cinque richieste di revoca dell’immunità: passano solo quelle contro i conservatori

A rendere più sospetta la scelta del voto segreto c’è poi un’altra circostanza: nella seduta in cui si è votato sulla revoca dello scudo parlamentare a Ilaria Salis ci sono stati anche altri quattro voti; l’esito è stato che l’immunità è stata revocata solo a due parlamentari conservatori, mentre è stata salvaguardata per un esponente dei popolari, per uno dei socialisti e per la Salis. «Il messaggio pare chiaro: se si appartiene a un certo gruppo si ha una sorte, se invece si fa parte di un altro schieramento allora le cose vanno in modo differente», ha commentato Mantovani, ricordando che «popolari e socialisti, che continuano a governare l’Europa con questa ipocrisia, non possono stupirsi se sempre più Nazioni scelgono governi di destra».

Le conseguenze pericolose del voto su Ilaria Salis

Infine, rispondendo a una domanda di Andrea Muzzolon, che firma l’intervista, Mantovani ha avvertito su un tema più ampio ampio e più scivoloso del caso specifico dell’eurodeputata di Avs: «Non consentire che una persona venga processata per crimini come quelli contestati all’onorevole Salis apre la strada a conseguenze pericolose. Di questo passo, sparare a qualcuno potrebbe non essere più considerato così grave. Dipende da chi spara e da chi muore. Penso sia chiaro il riferimento…».

 

 

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di Luciana Delli Colli - 24 Settembre 2025