
Svolta o allarme
Trump e la “tachipirina americana” che favorirebbe l’autismo. Polemica e l’annuncio del farmaco alternativo
Dal monito presidenziale contro il Tylenol alle proposte alternative sull'uso del farmaco per le donne in gravidanza, tra studi contrastanti, polemiche scientifiche e posizioni dell’“establishment”
Donald Trump ha deciso di entrare di petto in uno dei terreni più scivolosi della medicina contemporanea: l’autismo. Dopo aver lasciato intendere ai funerali di Charlie Kirk che la Casa Bianca avrebbe trovato “una risposta” al mistero che circonda questa condizione, ieri il presidente ha rilanciato con un monito rivolto alle donne incinte: «Non prendete il Tylenol, se non in caso di febbre altissima».
L’ombra del paracetamolo
Il Tylenol, nome commerciale dell’acetaminofene — in Italia noto come paracetamolo — è da decenni considerato l’antidolorifico più sicuro in gravidanza. Eppure il team del ministro della Sanità Robert F. Kennedy jr ha fatto riferimento a studi che ipotizzano un legame tra l’uso del farmaco in gravidanza e un aumento del rischio di autismo nei bambini. Non prove definitive, ma suggestioni che la Casa Bianca ha scelto di trasformare in bandiera politica. Kennedy ha ribadito: «Non dovremmo ascoltare le donne che collegano vaccini e autismo?».
Lo scontro con la comunità scientifica
La reazione del mondo medico non si è fatta attendere. L’American College of Obstetricians and Gynecologists ha sottolineato che l’acetaminofene resta l’unico analgesico affidabile per le gestanti e che nessuno studio serio ha dimostrato un nesso diretto con l’autismo. La Kenvue, azienda produttrice, ha ribadito lo stesso concetto: «È il farmaco più sicuro per tutta la gravidanza». Ma Trump ha liquidato le obiezioni come posizioni dell’“establishment”. E ha rilanciato: «Non si perde nulla a evitarlo».
Le cifre dell’autismo e la disputa sui numeri
Negli Stati Uniti l’autismo viene diagnosticato oggi a un bambino su 31 entro gli otto anni, mentre nel 2000 la proporzione era di uno su 150. Per gli scienziati la crescita è dovuta all’ampliamento dei criteri diagnostici e a strumenti di rilevazione più precisi. Per Trump, invece, l’aumento sarebbe «indotto artificialmente», arrivando a citare gli Amish — che secondo lui non avrebbero casi di autismo — e addirittura Cuba, dove «quasi non esiste».
Harvard contro Svezia
Ad agosto un’analisi coordinata ad Harvard su 46 studi precedenti ha ipotizzato un un possibile incremento del rischio di autismo e altri disturbi del neurosviluppo nei bambini esposti in utero al paracetamolo, invitando a limitarne l’uso, pur riconoscendone l’importanza contro la febbre. Ma la ricerca più solida resta lo studio svedese del 2024 pubblicato su Jama Network, che ha seguito 2,5 milioni di bambini per 25 anni senza rilevare alcun legame tra assunzione materna di paracetamolo e autismo. «Le differenze emerse sono probabilmente dovute a fattori confondenti», ha osservato il farmacologo Silvio Garattini, come riportato sul Giornale. Gli esperti, nel complesso, giudicano quindi il nesso ancora incerto e non dimostrato.
La nuova linea della Casa Bianca
Trump ha poi allargato il tiro ai vaccini pediatrici. Ha detto di sostenerli «in generale», ma ha accusato i medici di somministrare «dosi da cavallo» ai piccoli. Ha proposto di separare i tre vaccini dell’Mmr e di rimandare quello per l’epatite B all’adolescenza, scavalcando le linee guida mondiali che prevedono la protezione dei neonati già nelle prime 24 ore di vita. Parallelamente, la Casa Bianca vuole promuovere la leucovorina, farmaco a base di acido folinico, come possibile trattamento per attenuare i sintomi dell’autismo.