
Bocciatura radicale
Taradash svela il bluff della Flotilla: “Solo uno show per farsi rimandare indietro. Assurde le richieste al governo italiano”
«Altro che eroi nonviolenti, a sembrano turisti spaventati in cerca di tour operator»: Marco Taradash, storico esponente Radicale in un’intervista ad Aldo Torchiaro del Riformista boccia su tutta la linea la missione per Gaza di Global Flotilla.
La bocciatura radicale di Taradash: “Dalla Flotilla pura propaganda”
«Non è una missione – dice Taradash, che sul suo profilo X segue il tracker delle barche che fanno da giorni avanti e indietro intorno ai porti siciliani – ma una pura campagna di comunicazione anche piuttosto vaga».
E l’ex parlamentare antiproibizionista spiega anche la regione della sua bocciatura: «Non si è mai vista un’operazione che non ha un punto di approdo, non ha piani di navigazione, non ha una data di arrivo ma si limita a dire che porterebbe aiuti umanitari. A chi? Da distribuire come e dove? Non hanno mai preso contatti con le organizzazioni operative a terra». Non solo, Taradash ritiene di avere scoperto il bluff: «Tutta l’operazione era funzionale a farsi bloccare, a farsi rimandare indietro, un teatrino già visto».
“Hanno scambiato una protesta politica per una gita in barca”
E sulle richieste rivolte dai “missionari per Gaza” al governo italiano, che dovrebbe proteggere militarmente la missione, riserva frasi durissime. «Una vergogna. Le battaglie nonviolente si fanno accettando i rischi, pagando un prezzo. Noi siamo andati in maggio a Kiev, durante i bombardamenti russi, sapendo che c’era un rischio reale. Non ci siamo mai sognati di invocare protezioni consolari o di telefonare al governo italiano: “Per favore, tutelateci”. No, ci si assume la responsabilità. Qui invece si voleva trasformare una protesta politica in in una gita in barca, con tanto di assicurazione all inclusive.»
«Non si può scendere in mare per provocare Israele e poi, spaventati, correre a chiedere la protezione dei governi che disprezzi, compreso quello italiano. Prima l’intento era farsi bloccare da Israele senza spargimento di sangue. Poi, con le minacce di Ben Gvir, hanno capito che la festa finiva. E allora ecco il colpo di teatro: “Italia, salvaci tu”. Ma chi si assume un’iniziativa deve accettarne le conseguenze. Se fai una protesta non violenta la porti fino in fondo. Non chiedi protezione a chi combatti».