CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Tajani: “Il  dibattito sulla Palestina è solo un modo per lavarsi la coscienza. Mai inviate armi italiane a Israele”

Inferno mediorientale

Tajani: “Il dibattito sulla Palestina è solo un modo per lavarsi la coscienza. Mai inviate armi italiane a Israele”

Politica - di Alessandra Parisi - 18 Settembre 2025 alle 18:09

Gaza e Cisgiordania sono territori divisi, con Hamas che controlla la Striscia, facendosi scudo in maniera vergognosa della popolazione. Di fronte a tutto questo, il dibattito sul riconoscimento serve solo ad agitare bandiere di comodo, e a lavarsi la coscienza, come ha detto anche Lucio Caracciolo questa mattina”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani durante il question time al Senato, rivendicando il lavoro del governo italiano. “Un lavoro di cucitura politica, costruito sul dialogo con Israele, i palestinesi, i partner della regione”. Il titolare della Farnesina ha insistito sulla postura del governo, tutt’altro che neutrale o distratta, a dispetto della narrazione della sinistra.

Gaza, Tajani: lavoriamo per salvaguardare le premesse per i due Stati

“Lavoriamo senza sosta per salvaguardare le premesse per i due Stati. Alla Conferenza di New York dello scorso luglio, abbiamo co-presieduto insieme all’Indonesia il gruppo di lavoro più importante e complesso, quello sulla sicurezza. Già lunedì, a New York,approveremo, il documento internazionale per la creazione dello Stato Palestinese, a cui, come sapete abbiamo dato un contributo significativo. Sarà la nostra priorità, e abbiamo in agenda già vari incontri con i principali partner europei e arabi su questo tema cruciale”. Poi Tajani chiarisce che nei container bloccati al porto di Ravenna e diretti ad Haifa “non ci sono armi e munizioni italiane”. Questa mattina il Comune emiliano ha bloccato un carico di materiale esplosivo diretto a Israele chiedendo all’azienda Sapir e alla sua controllata Terminal Container di impedire il transito di due container che, invece, sono ripartiti a bordo dei camion. Immediate le polemiche scatenate dalle opposizioni, 5Stelle in testa. Il senatore Marco Croatti, diretto a Gaza sulla Global Sumud Flotilla, ha acceso la miccia ricordando che il ministro degli Esteri è responsabile per il controllo sull’export di armamenti. Netta la risposta di Tajani interrogato  in aula dai pentastellati. “Non ci sono armi e munizioni italiane, non abbiamo mandato armi italiane. Non serve autorizzazione per nulla che parta dai porti, quindi io non so nulla di cosa è successo perché non sono armi italiane e munizioni italiane, mi dispiace, non abbiamo parlato armi italiane”.

“Non ci sono armi e munizioni italiane nei container bloccati a Ravenna”

Quanto all’escalation di Israele Tajani conferma la netta contrarietà all’evacuazione della striscia di Gaza. “Non so quale sia l’obiettivo di Israele, bisognerebbe chiederlo al governo israeliano non a me. Noi siamo contrari a qualsiasi ipotesi di allontanamento della popolazione palestinese, di piani differenti da quello egiziano che ha avuto il sostegno del mondo arabo. E prevede la ricostruzione della Palestina, riunificando Gaza e la Cisgiordania attraverso anche un’azione dell’Onu, con una presa militare a guida araba e una presenza di militari italiani. Stiamo lavorando diplomaticamente. Noi ci siamo per il cessate il fuoco ieri sera non domani mattina”. Così Tajani rispondendo a una domanda dei cronisti sulle parole del ministro israeliano Bezalel Smotrich, che ha detto che “Gaza è una miniera d’oro”.

“Il regolamento non vieta ai membri del governo di applaudire, nun ce vonno sta”

Sempre a margine del question time ha commentato la bagarre scatenata dalla sinistra sugli applausi in Aula del governo dopo il via libera alla riforma della giustizia. “Io non ho applaudito, ma il regolamento della Camera non prevede alcun divieto per i membri del governo di applaudire. Evidentemente non conoscono bene il regolamento e, come si dice a Roma, ‘non ce vonno sta’ per la riforma della giustizia. Studino prima il regolamento, poi intervengano. Non si viene sotto il banco del governo urlando con un linguaggio più da caserma che da Parlamento. C’erano anche ex ministri”.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Alessandra Parisi - 18 Settembre 2025