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Spese militari, opposizioni allo sfascio: si presentano con cinque mozioni diverse. Strappo nel Pd: i riformisti votano contro Avs e M5S

Rientro in Aula devastante

Spese militari, opposizioni allo sfascio: si presentano con cinque mozioni diverse. Strappo nel Pd: i riformisti votano contro Avs e M5S

Politica - di Gabriele Alberti - 10 Settembre 2025 alle 20:29

Cinque mozioni, cinque posizioni – anche radicalmente diverse – sull‘aumento delle spese per la difesa. Le opposizioni al rientro in Aula danno uno spettacolo di totale disunità. E tornano a dividersi sui temi di politica estera. L’Aula della Camera ha respinto tutte e 5 le mozioni concernenti iniziative volte a contrastare l’aumento delle spese militari a favore di politiche in campo sociale e ad aderire al Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, sulle quali il governo aveva dato parere negativo. La maggioranza ha votato contro tutti i testi, mentre le opposizioni sono andate in ordine sparso. E’ successo di tutto.

Difesa: opposizioni con 5 mozioni, tutte respinte

Il Pd era  faticosamente riuscito a raggiungere una sintesi al suo interno. Decidendo di astenersi sulle mozioni di Avs e su quella del M5S. Invece il partito di Schlein è quello che ne esce peggio perché sono spuntati i “ribelli”. Lorenzo Guerini, Marianna Madia e Lia Quartapelle hanno votato contro le mozioni sulle spese militari presentate alla Camera da Avs e M5S. Mentre la presidente dei parlamentari dem, Chiara  Braga, i tre “dissidenti” l’hanno sconfessata. Non solo, il Pd aveva deciso di votare contro la mozione di Azione, Quartapelle non ha partecipato al voto. Se volevano dare la conferma che non esiste di fatto un’opposizione credibile, capace di trovare un sintesi, la prova fornita è plastica. Diciamo che nel centrosinistra la spaccatura sulla politica internazionale è avvenuta già alla vigilia, al Parlamento europeo. I 5 Stelle infatti hanno votato con la Lega contro l’avvio delle procedure per l’ingresso dell’Ucraina nella Ue. Il Pd, con la sola (e solita) eccezione di Cecilia Strada si è espresso a favore, assieme a Fratelli d’Italia e FI.

Difesa, spettacolo indecoroso delle opposizioni

Dunque, i tre riformisti Pd non seguono la linea del partito e mettono agli atti la loro contrarietà. Esito scontato: all’interno di un intricato puzzle di votazioni incrociate all’interno della minoranza parlamentare, tutte le mozioni vengono bocciate. E pensare che la segretaria Elly Schlein puntava il dito contro le divisioni tra gli alleati di governo, incapaci – rimarcava – persino di mettere insieme una mozione, e rivendicava: “Siamo più uniti noi”. La farsa. Commenta caustica Cristina Almici, deputato di Fratelli d’Italia: “Le votazioni di oggi sulle mozioni relative alle spese per la difesa dimostrano ancora una volta la fragilità e l’inconsistenza del cosiddetto ‘campo largo’. Il Partito democratico presenta la propria mozione, ma si astiene su quelle del M5s e di Avs e vota contro quella di Azione: un mosaico di posizioni incoerenti e contraddittorie che in aula si traduce nell’incapacità di esprimere una linea comune”. Se governassero loro sarebbe la paralisi.

FdI: “Dalle opposizioni mosaico di posizioni incoerenti”

“È la fotografia plastica di un’alleanza costruita solo per le tornate elettorali- prosegue l’esponente di FdI- : si mettono insieme sigle e simboli diversi per tentare di battere il centrodestra. Ma quando c’è da assumersi responsabilità concrete, e su un tema cruciale come la difesa, emergono tutte le divisioni e i distinguo. Gli italiani meritano chiarezza e serietà: il centrodestra ha dimostrato di saper governare, assumendo decisioni responsabili nell’interesse del paese. Dall’altra parte, invece, c’è un cartello elettorale che non riesce nemmeno a votare compatto in parlamento. La coerenza non si improvvisa: o c’è, o non c’è”.

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di Gabriele Alberti - 10 Settembre 2025