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Le proposte

Siti sessisti, Noi Moderati presenta una legge per stanare i leoni da tastiera. Si muove pure Avs: chiede pene fino a 6 anni

La legge di Nm punta sulla consapevolezza dell'utente e la fine dell'anonimato, per i casi più gravi prevede anche il carcere. Avs punta su un nuovo reato penale con condanne molto dure

Politica - di Redazione - 9 Settembre 2025 alle 19:25

Due diverse proposte di legge per contrastare il fenomeno dei deepfake e della violenza digitale contro le donne e non solo. A presentarle, dopo gli scandali della pagina facebook “Mia moglie” e del forum “Phica”, sono stati Noi Moderati e Avs, puntando con approcci diversi allo stesso obiettivo: sanare un vuoto normativo di fronte a una nuova minaccia per l’integrità della persona.

La proposta di Noi Moderati per stanare i leoni da tastiera

La proposta di Noi Moderati punta sull’obbligo di una indicazione chiara ed esplicita per i contenuti generati con l’intelligenza artificiale, sull’obbligo per gli utenti di identificarsi tramite Spid su siti e piattaforme e quello per i gestori delle piattaforme di controllare, nonché sull’introduzione del reato di diffusione fraudolenta di deepfake, punito con pene severe che possono prevedere anche il carcere. La proposta di Avs introduce il concetto di “diritto d’autore personale”, che individua «un diritto inalienabile sulla propria immagine, voce e tratti somatici». Le deputate di sinistra firmatarie della proposta hanno previsto inoltre pene fino a sei anni per chi crea o diffonde deepfake senza consenso.

Lupi: «Chiederemo la calendarizzazione urgente, il tema riguarda tutti»

«Chiederò la calendarizzazione urgente di questo provvedimento con gli strumenti a disposizione, nella nuova capigruppo sarà la priorità per Noi Moderati», ha spiegato il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, precisando che si tratta di una «iniziativa di legge frutto di un lavoro che precede i fatti di cronaca, fin dall’inizio la protezione della donna nella rete è sempre stata sotto la nostra attenzione».

«Il tema non riguarda solo le donne ma tutta la società, difendere la dignità della persona è una sfida fondamentale. La rete è diventata uno spazio dove accade di tutto», ha chiarito ancora Lupi, presentando la proposta di legge insieme al segretario del partito Carfagna, alla capodelegazione al Senato Mariastella Gelmini, alla presidente del consiglio nazionale di Noi moderati Ilaria Cavo e alla senatrice Giusy Versace.

Bollino per riconoscere i deepfake e stop all’anonimato

«Introduciamo la definizione di deepfake e il reato di diffusione fraudolenta, con l’obbligo di marchiarlo con un watermark e pene fino al carcere per chi li diffonde per fini illeciti, previste aggravanti per minorenni coinvolti o contenuti a sfondo sessuale. Poi l’obbligo di rimuovere contenuti illeciti e collaborare con l’autorità giudiziaria per le piattaforme. In passato queste iniziative venivano irrise, considerate inutili, illiberali, velleitarie, erano gli anni in cui il web veniva considerata un’isola felice. Oggi abbiamo scoperto che ha un lato oscuro che va illuminato», ha spiegato Carfagna, sottolineando che «la consultazione del web deve rimanere libera, ma la libertà di opinione e di pensiero non ha a che fare con la libertà di insulto».

«I leoni da tastiera – ha avvertito – devono avere vita più difficile e le piattaforme devono avere le stesse responsabilità di un quotidiano, non è possibile che non ci sia una chiara responsabilità civile o penale perché l’individuazione dei responsabili è resa più difficile. Auspichiamo che questa proposta riceva consensi bipartisan come con il Codice rosso. E non c’è contrapposizione con il testo del governo – chiarisce – è sinergico, auspichiamo un dialogo con tutte le forze politiche ma anche con le piattaforme».

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