
Cronaca di una tragicommedia
Puglia, che farsa: Decaro piange, si candida ma ingoia il “rospo” Vendola. Emiliano sbrocca: “Sono l’unico fesso?”
Nel giorno che ha sancito la candidatura di Decaro a governatore nulla è come sembra: l'europeputato smaltisce le tensione rifugiandosi nello stand dei fritti alla Festa di Bisceglia. Il balletto dei passi di lato dell'ex governatore, poi rabbonito da Elly
Sussurri e grida dalla Puglia. Decaro piange e accetta la candidatura, anche se dovrà “ingoiare il rospo” Vendola. Per rinfrancarsi mangia un panzerotto tra gli stand di Bisceglie. Elly lo consola e lo abbraccia. Ma il “cattivo Emiliano” glielo manda di traverso: l’x governatore (che aveva fatto un passo di lato) si adonta per la presenza nelle liste di Avs del suo predecessore (Avs non ne vuole sapere delle “richieste” di Decaro) e fa sapere di voler tornare in pista anche lui. Poi fa di nuovo un passo indietro. Una sceneggiata, un balletto buffo, una commedia dell’arte. Una pagina tragicomica si è conclusa nella serata di venerdì. Forse.
Puglia, Decaro candidato
Come da commedia che si rispetti il protagonista finge contrizione. “La prima cosa che vi voglio dire è scusate – dice Decaro ai pugliesi- . Scusate perché non ve lo meritate. Non vi meritate i pettegolezzi, i tira e molla, e i retroscena di queste settimana. Non se lo merita la Puglia. E di questo vi chiedo scusa. E lo faccio perché da oggi ho la responsabilità di guidare un nuovo progetto politico per questa regione. E da oggi parlerò solo di questo progetto politico”. Ma quali pettegolezzi? Hanno fatto tutto lui e la compagnia di giro dem, tra veti e contro-veti, paletti, condizioni, minacce: “Non sono indispensabile, resto in Europa”: non lo ave a detto proprio Decaro due giorni fa, se non si fossero tolti dai piedi Emiliano e Vendola?
Puglia al cardiopalma: nulla è andato liscio
Risolta in extremis la grana dei due ex governatori ingombranti (un ex è meglio di due) la candidatura di Decaro risolve tutto è nel campo largo? Schlein pensa di sì, sembra in preda a un’estasi mistica (“La coalizione di centrosinistra c’è e vincerà, Meloni inizi ad abituarsi”), ma il terreno non è sminato. Massimo Franco sul Corriere parla di “una vittoria della tattica che non toglie le ambiguità”. E infatti nulla è andato liscio nella serata rocambolesca. Una “perfida” agenzia Ansa poco dopo le 20 (di cui Enrico Mentana nel Tg di La7 dà conto con un ghigno malizioso) rischia di mandare tutto a scatafascio: si legge di un governatore uscente Michele Emiliano in preda all’ira: «Se si candida Vendola sono pronto a candidarmi anche io». Sono seri? Crolla di nuovo tutto?
Gli eroici (ma non troppo) furori di Emiliano: “Rimango fesso solo io?”
I retroscenisti parlano di un Emiliano incontrollabile: «Ma come? Decaro dice che si candida solo se non ci siamo io e Nichi… E poi rimango fesso solo io?», avrebbe sbottato nel suo ufficio. «Quisquilie», minimizzano dai vertici del Pd- riscontra il Corriere in un retroscena- . Ma siccome Emiliano è Emiliano e i “cacicchi” non si discutono (vero Elly?…), Schlein lo rabbonisce. Lo ringrazia davanti ai duemila dem con parole di miele: «Michele è stato il protagonista di questi 10 anni di buon governo, per la capacità di innovare e di lavorare sul sociale: continueremo a poter contare sulla sua grande esperienza di amministratore. Gli siamo molto grati».
Decaro si rifugia nello stand dei fritti
Poi arriva una nota del governatore uscente: «Confermo il mio passo di lato». Siamo alla farsa. Sudori freddi: a bordo palco, Decaro, per smaltire il colpo di scena, si rifugia allo stand dei fritti: «Un panzerotto me lo sono meritato, no?».