
Prato, scarcerata la prof che ebbe un figlio dall’allievo 15enne a cui dava ripetizioni. Per il tribunale: è pronta a reinserirsi in società
Per il tribunale di sorveglianza di Firenze «può rielaborare i fatti fuori dal carcere». Così, si sono aperti i cancelli del carcere e ora per la donna comincia il percorso di reinserimento sociale: è stata scarcerata la professoressa condannata per aver avuto un figlio con un 15enne. Ora usufruirà di una borsa lavoro di tre mesi presso un’associazione.
Prato, scarcerata la prof che ebbe un figlio con l’allievo 15enne
Il caso all’epoca dei fatti suscitò grande scalpore: ed è quello della donna pratese di 37 anni, che ebbe un figlio nel 2018 da un suo allievo, all’epoca 15enne, a cui dava ripetizioni private d’inglese. I fatti risalgono a un periodo che va dal 2017 – quando il ragazzo aveva solo 13 anni – fino ai primi mesi del 2019. A seguito dei quali, condannata nel 2023 a sei anni e cinque mesi per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore, la prof era detenuta nel carcere di Sollicciano. Oggi il ritorno alla libertà, con la decisione arrivata dal Tribunale di Sorveglianza di Firenze, che ha ritenuto sussistenti le condizioni per un percorso di reinserimento sociale al di fuori del carcere.
Condannata a 5 anni e 5 mesi per atti sessuali e violenza sessuale per induzione su minore
Di più. La vicenda aveva suscitato ampio scalpore mediatico ben oltre Prato, con gli ultimi echi arrivati a seguito della sentenza della Corte di Cassazione che appunto nel 2023 confermò la condanna in via definitiva. Poi un velo di silenzio e una sorta di diritto all’oblio sono calati sui protagonisti e gli accadimenti della storia che tanto ha animato cronaca e dibattito popolare. Fino a oggi.
La donna usufruirà di una borsa lavoro di tre mesi presso un’associazione
O meglio fino a poche ore quando quando, detenuta presso il carcere fiorentino di Sollicciano, la donna si è lasciata il penitenziario alle spalle, per iniziare ora un percorso di reinserimento sociale: lavorerà con una borsa lavoro di tre mesi presso un’associazione e sarà assunta part-time da una cooperativa sociale come operatrice socio-sanitaria, con mansioni di assistenza domiciliare ai pazienti.
Per il tribunale di sorveglianza di Firenze: “Può rielaborare i fatti fuori dal carcere”
Il Tribunale di Sorveglianza ha evidenziato infatti come il nuovo orientamento sia legato anche alla disponibilità della condannata a rivedere criticamente i fatti per cui è stata giudicata. Percorso che potrà proseguire all’esterno con il supporto dell’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe). In passato, proprio la scarsa consapevolezza delle proprie responsabilità, aveva portato al rigetto di una prima richiesta di detenzione domiciliare e affidamento in prova, quando era il febbraio 2025.
Ma per la prof scarcerata non tutto finisce con il ritorno in libertà
Ora però, i legali della donna, gli avvocati Massimo Nistri e Mattia Alfano, si sono detti soddisfatti della decisione a cui oggi si è dato seguito. Commentando a margine: «La nostra assistita ha rispettato ogni passaggio richiesto dalla giustizia, mostrando piena acquiescenza alla sentenza. È pronta per un reinserimento nella società e per riappropriarsi dei propri affetti, incluso il figlio tanto discusso».
I legali: “Si dovrà riflettere sulla complessità personale della nostra assistita”
Non solo. Gli avvocati auspicano ora un approccio più ampio alla vicenda: «Una volta concluso l’iter giudiziario, si dovrà riflettere sulla complessità personale della nostra assistita. Un caso che merita un’analisi sociologica profonda e non condizionata solo dalla cronaca giudiziaria». Insomma, il cammino, per quanto a cielo aperto, è ancora lungo…