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Un momento di “Spazio Sud”, promosso dai gruppi parlamentari di FdI

Una missione nazionale

Oltre i numeri: il riscatto del Mezzogiorno con il primo governo di destra è un destino che si compie

A "Spazio Sud" FdI ha tracciato un bilancio della crescita di questi anni e affrontato le sfide future, ma c'è un pregresso storico-politico che non può essere dimenticato. E che fa la vera differenza

Politica - di Guglielmo Pannullo - 14 Settembre 2025 alle 07:00

Una piazza politica, un laboratorio di idee e una festa comunitaria: così si è presentata “Spazio Sud”, la kermesse organizzata dai gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia a Capaccio Paestum. Due giorni intensi che hanno visto la partecipazione di ministri, viceministri, parlamentari, amministratori locali e centinaia di cittadini, confermando come il Mezzogiorno sia al centro della sfida di governo guidata da Giorgia Meloni.

Il titolo – “Politica e società civile a confronto” – racchiude il senso dell’iniziativa: fare il punto di metà legislatura, proiettarsi verso le prossime sfide e rinsaldare il legame identitario con il territorio. Dal palco sono arrivate parole chiare. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha sottolineato che «con questo governo abbiamo ridato credibilità e speranza al Paese, facendo esplodere l’invidia delle opposizioni, unite solo dall’odio e dalla voglia di spartirsi il potere». Sul piano locale, ha aggiunto, il centrodestra ha la possibilità di vincere anche in Campania, «perché se l’Italia cresce, non c’è ragione che il Sud resti indietro».

Sulla stessa linea Giovanni Donzelli, responsabile organizzazione di FdI, che ha ricordato come il partito abbia sempre smentito i sondaggi, scegliendo di combattere le battaglie giuste «anche quando eravamo all’1,5% e nessuno ci dava credito».

Il coordinatore campano Antonio Iannone ha denunciato la logica del “campo largo”, definendolo «un camposanto di coerenza e cambiamento, frutto dell’assistenzialismo e del clientelismo che vogliamo superare». Concetto ribadito dal capogruppo al Senato Lucio Malan, secondo cui «le opposizioni sono unite solo dalla spartizione di poltrone, mentre i dati ci dicono che il Sud cresce più della media nazionale».

A fornire i numeri sono stati i ministri economici. Adolfo Urso, titolare delle Imprese e del Made in Italy, ha parlato di record occupazionale, inflazione dimezzata e crisi industriali storiche risolte in Campania, con aziende rilanciate e lavoratori tutelati. Anche il Piano Mattei, nella seconda giornata, ha avuto un panel dedicato: sempre Urso ha evidenziato l’opportunità che il governo ha creato e il rapido “riposizionamento” in avanti che l’Italia ha avuto, grazie anche alla posizione geografica strategica e alla sua naturale proiezione mediterranea.

Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, ha definito il Sud «la parte più dinamica del Paese», con tassi di occupazione in crescita, soprattutto femminile e a tempo indeterminato, grazie alle riforme del governo, evidenziando come il Sud non cerchi assistenzialismo, come vorrebbero i 5 stelle, ma opportunità, e che quando queste sono arrivate, le ha sapute sempre cogliere in maniera egregia.

Spazio anche ai giovani, con l’intervento di Fabio Roscani, presidente di Gioventù Nazionale, che ha ricordato come il reddito di cittadinanza avesse «incatenato una generazione all’assistenzialismo», mentre oggi si aprono prospettive fondate su merito e responsabilità.

Non solo politica, ma anche prospettive di sviluppo territoriale: il ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, ha legato l’America’s Cup di Napoli alla possibilità di lasciare «eredità culturali e sociali durature», evidenziando come nel prossimo anno l’Italia accoglierà anche le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina e la XX edizione dei giochi del Mediterraneo che si faranno a Taranto, una sorta di mini Olimpiade di rilevanza macro regionale ma che denota come la geopolitica passi anche dallo sport.

E ancora, immigrazione e lavoro, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che ha ribadito la determinazione del governo nel contrasto al caporalato, un fenomeno che oggi si affronta con strumenti concreti, più ispettori, condizionalità sociale della Pac e nuove regole per l’immigrazione regolare, e il deputato Marco Cerreto, che ha lanciato un sentito appello a tutti coloro che sono stati costretti ad andarsene, ai giovani che hanno cercato altrove, fuori dal Sud e lontano da Napoli alla ricerca di quelle opportunità che qui sembravano mancare, dicendo loro che è tempo di tornare.

A tirare le fila è stato il messaggio politico complessivo: il Sud non è più un problema da gestire, ma una risorsa strategica per l’Italia. “Spazio Sud” ha dimostrato che il legame tra comunità, istituzioni e governo è la vera forza di Fratelli d’Italia, pronto a rilanciare una stagione di orgoglio e sviluppo per il Mezzogiorno.

Ma d’altronde, la destra di governo è erede diretta della destra “storica” e sociale della prima Repubblica, che ha avuto sempre attenzione al Mezzogiorno. Sì, perché tra la destra italiana e il Mezzogiorno ci fu sempre un rapporto privilegiato, anzi, si può dire che è grazie al Sud che il neonato Movimento Sociale Italiano riuscì a crescere e ad affermarsi. Alle elezioni politiche dell’aprile 1948, le prime del dopoguerra, dove il Msi prese poco più del 2 per cento, fu nel Meridione che ebbe risultati significativi, eleggendo una pattuglia di sei deputati. Ebbene, di questi sei deputati, tre erano meridionali: Roberti, Russo Peres e Filosa. Tanto è vero che il primo congresso nazionale del Msi si decise di tenerlo a Napoli, nel giugno successivo. E fu in quella sede che Augusto De Marsanich pronunciò la frase che avrebbe fatto da faro per lo sviluppo dottrinario del Msi nei decenni successivi: “Non rinnegare, non restaurare”.

E sempre nel capoluogo campano la destra italiana ebbe la prima grande vittoria, con l’elezione a sindaco, nel 1952, di Achille Lauro, che non era un cantante, lo diciamo per i più giovani, ma un armatore e uomo politico monarchico. Lauro fu primo cittadino partenopeo dal 1952 al 1957, poi una seconda volta nel 1961. In seguito, nel 1972, quando era sindaco di Sorrento, sua città natale, aderì al Movimento Sociale. Fu poi deputato per quattro legislature nonché presidente del Napoli calcio, e rappresentò un fenomeno politico-sociale significativo per la Campania.

Negli anni successivi il Msi conseguì risultati importanti nel Meridione, eleggendo ogni volta parlamentari di grande rilievo, grazie all’impegno costante e quotidiano del partito per le istanze che provenivano da quella parte della penisola, ancora arretrata economicamente e socialmente e soprattutto trascurata dai governi democristiani e di centrosinistra che si avvicendarono.

Il malessere del Sud si concretizzò poi nella rivolta di Reggio, nel 1970-71: furono i moti più importanti e significativi dell’Italia repubblicana, sollecitati e gestiti dal Msi, e guidati dal sindacalista e poi senatore Ciccio Franco. Ma la svolta storica, quella che probabilmente fermò per sempre quella che l’Unità definì “l’impetuosa avanzata del Pci” con le conquista comuniste di Napoli e Roma, fu la decisione di Giorgio Almirante di candidarsi a sindaco di Napoli nel 1980.

Da qui probabilmente montò quell’onda lunga che consentì poi ad Alleanza Nazionale di andare al governo, grazie anche alla geniale opera di un altro meridionale indimenticabile, Pinuccio Tatarella. Napoli in quei giorni impazzì per “Almirante sindaco”, cortei e manifestazioni affollati da decine di migliaia di persone riempirono piazza Plebiscito. Ovviamente, Almirante non diventò sindaco, ma il tetto di cristallo si era rotto e il Msi arrivò terzo, dietro il Pci e a un’incollatura dalla Dc, ma la strada era ormai segnata. Poi la destra conquistò per ben due volte la Regione Campania, nel 1995 con Antonio Rastrelli e nel 2010 con Stefano Caldoro.

Il rapporto Sud-Destra insomma è sempre stato solido, mosso dalla voglia di riscatto di quel popolo generoso e geniale, e non accenna a scalfirsi. Tantissimi sono stati gli esponenti della destra provenienti da quelle terre che sono diventati parlamentari, sindaci, esponenti regionali provinciali e comunali, e non sarebbe possibile citarli tutti. Ci limitiamo a citare però un grande uomo e galantuomo figlio del Sud e che per il Sud ebbe una grande progetto che ha segnato l’anima della destra italiana per sempre: Araldo di Crollalanza, a cui oggi è dedicato un lungomare di Bari, la sua città, e numerose altre strade in tutta Italia. Ministro dei Lavori pubblici durante il fascismo, deputato del regno per tre volte e, nella repubblica, senatore per ben otto legislature. Si distinse per fondamentali opere pubbliche nel Sud nonché per l’intervento risolutorio nel disastroso terremoto del Vulture nel 1930, quando si recò personalmente nei luoghi del sisma e vi rimase tre mesi per ricostruire con successo tutta la regione. Sud e Destra sono un binomio inscindibile anche per merito di questi uomini.

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di Guglielmo Pannullo - 14 Settembre 2025