
Marche
Non solo “onestà-onestà”, con Matteo Ricci un’altra imbarazzante sconfessione per il M5S
Ricci rinnega la riforma delle Province voluta dal Pd e avanza una proposta all'opposto delle rivendicazioni pentastellate contro i costi della politica. Bignami: "Se ne sono sempre fatti vanto. Conte si rimangerà anche questo?"
«Che cosa ne pensa Giuseppe Conte della proposta che oggi Matteo Ricci ha lanciato nel corso dell’incontro organizzato da Upi Marche, di prevedere il riconoscimento di un’indennità agli assessori provinciali?». A chiederlo è stato il deputato di FdI, Galeazzo Bignami, dopo il confronto tra candidati governatori che si è svolto nella sede regionale dell’Unione province italiane. Sebbene il tema possa apparire “tecnico”, in realtà si connota come l’ennesimo terreno su cui si misurano le numerose contraddizioni politiche nel campo largo e la facilità con cui le posizioni vengono piegate alla convenienza del momento.
La proposta di Ricci che imbarazza il M5S
«Ricci, che si è detto contrario all’elezione diretta dei consiglieri provinciali, ha però sostenuto che sia necessario affiancare al presidente della Provincia delle giunte composte da assessori regolarmente retribuite», ha spiegato Bignami, domandandosi se «i Cinquestelle, che si sono sempre vantati di tagliare i costi della politica, sono d’accordo con il loro candidato alla Regione».
Bignami: «Conte si rimangerà anche questo?»
«Giuseppe Conte è pronto a rimangiarsi anche questo, dopo aver accettato di sostenere Ricci benché indagato? Fa sempre parte dell’accordo per avere il via libera del Pd alla candidatura di Fico in Campania?», ha concluso Bignami.
Il dem sconfessa anche il Pd
La contraddizione però non riguarda solo il M5S e il suo rapporto con il Pd, ma i dem stessi. Nel suo intervento all’Upi, Ricci si è sperticato nel sottolineare l’importanza delle province e la sua volontà, se eletto, di delegare quante più competenze possibili. Una impostazione legittima, per carità. Se non fosse che a svuotare le Province di poteri e ad allontanarle dai cittadini, rendendole enti di secondo livello, è stata proprio una riforma voluta dal suo partito.
Acquaroli: «La riforma voluta dal Pd ha fallito»
«La riforma delle Province fu voluta, nel 2014, dal Pd dei tweet e le richieste di Upi Marche ne certificano il fallimento», ha ricordato Francesco Acquaroli, governatore uscente e candidato del centrodestra, nel suo intervento. Acquaroli si è detto quindi disponibile a valutare insieme con l’Upi Marche «gli aspetti giuridici, finanziari e organizzativi e se ci saranno convergenze non escludiamo che ci possano essere nuove attribuzioni alle province». Ma, ha chiarito, «il tema va affrontato a livello nazionale per evitare fughe in avanti e ulteriori incertezze e disservizi». «A 10 anni di distanza – ha sottolineato Acquaroli – vediamo tutti che la semplificazione auspicata non c’è stata, se siamo qui a parlarne ne è la riprova. Anche Upi oggi lo certifica, e anche sui costi ci sarebbe tanto da dire. È una riforma – ha concluso Acquaroli – che oggi come allora considero sbagliata».