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Modelli a confronto: da una parte la guerriglia urbana, dall’altra Fenix. Caos e distruzione contro futuro

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Modelli a confronto: da una parte la guerriglia urbana, dall’altra Fenix. Caos e distruzione contro futuro

Politica - di Massimiliano Bertagna - 25 Settembre 2025 alle 16:21

In appena 24 ore abbiamo avuto modo di assistere ad un racconto di due piazze che è
decisamente rivelatore sulla reale provenienza dell’odio politico. Da una parte c’è la guerriglia
urbana di lunedì, perpetrata da sedicenti manifestanti di sinistra che, in nome di una
pretestuosa solidarietà per Gaza, hanno messo a ferro e fuoco la stazione Centrale di Milano.
Dall’altra, invece, c’è quella di Fenix, l’evento organizzato dai militanti di Gioventù nazionale, il
movimento giovanile di Fratelli d’Italia, conclusosi domenica pomeriggio a Roma dopo 4
giorni dove il dialogo costruttivo l’ha fatto da padrone.

Guerriglia urbana contro il dialogo di Fenix

L’omicidio di Charlie Kirk, giovane attivista di destra ammazzato di recente per le sue idee, ha
riacceso i riflettori sulla necessità di abbassare i toni del confronto politico. Da tempo la
destra denuncia un clima d’odio che in più di un’occasione ha sfiorato la tragedia: dal tentato
omicidio di Trump a quello di Fico, nei quali entrambi hanno scampato la morte per un soffio;
e ora con Kirk il morto è scappato davvero. Ecco, se qualcuno aveva ancora dubbi si spera che questi ultimi giorni possano essere chiarificatori: da una parte abbiamo dei giovani militanti di destra, che hanno dato vita a un luogo di confronto con oltre 40 dibattiti e più di 140 relatori aventi idee differenti. Giovani ragazzi che con il sorriso si sono messi in gioco per costruire un futuro per la nostra nazione, e lo hanno fatto “senza filtri” con il “coraggio di essere in un tempo nuovo”, come dice il loro slogan, per “estrarre l’eterno dall’effimero” per dirla con una massima di Baudelaire riportata sulle magliette dei militanti.

Da una parte il caos dall’altro il futuro dell’Italia

Dall’altra parte invece abbiamo il caos: migliaia sono i delinquenti che nella giornata di lunedì  hanno lanciato pietre, tirato bombe carta, bastonato e preso a calci e pugni le nostre forze dell’ordine. 60 sono gli agenti feriti, complici di rappresentare ciò che loro odiano di più: lo Stato. Tra gli odiatori ci sono persone di ogni età: da ultrasessantenni a studenti che sono solitamente impegnati nell’occupazione delle università. Il loro vero scopo era cercare il fallo in area di rigore, cercavano la tragedia, magari anche il morto, in modo tale da poterlo strumentalizzare per puntare il dito contro un presunto governo autoritario presente solo nei loro deliri. Si sentono dei martiri, degli eroi, si sentono protagonisti di una grande causa, di un grande movimento che nasce dal basso. Si definiscono “l’Italia migliore in piazza per la Palestina”. Ma questa gente non vuole costruire nulla, vuole solo distruggere. In breve: da una parte c’è chi cerca di danneggiare la nazione, dall’altra c’è chi organizza dibattiti per darle un futuro. Non è difficile comprendere dove stia davvero l’Italia migliore.

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di Massimiliano Bertagna - 25 Settembre 2025