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Meloni ai ragazzi di Fenix nel segno del coraggio: “Le minacce si moltiplicano ma non abbiamo paura” (video)

L'intervento

Meloni ai ragazzi di Fenix nel segno del coraggio: “Le minacce si moltiplicano ma non abbiamo paura” (video)

I Video del Secolo - di Luisa Perri - 21 Settembre 2025 alle 13:55

«Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturare il vento nelle vostre vele, esplorate, sognate, scoprite. Buon vento ragazzi, ci vediamo nella tempesta». Con queste parole la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha chiuso il suo appassionato intervento dal palco di ‘Fenix’, la festa di Gioventù nazionale a Roma.

La citazione di Mark Twain («Tra vent’anni non sarete delusi da quel che avete fatto, ma da quello che non avrete fatto») è stata preceduta da una decisamente più pop.« Adesso concludo, che c’è una partita importante e non voglio fare la fine di Fantozzi con la corazzata Potemkyn con le radioline…», ha ironizzato la premier alludendo al derby incombente tra Lazio e Roma.

Al di là delle citazioni, tutto l’intervento della leader di FdI ha avuto come filo conduttore il “coraggio”, come tema politico, etico e umano. Meloni lo ha evocato più volte, quasi come “parola chiave”, consegnata ai ragazzi e alle ragazze arrivati al laghetto dell’Eur. Coraggio decisivo e precondizione indispensabile per affrontare tante situazioni che hanno visto impegnato il governo in questi primi anni di legislatura, ma anche per affrontare le “minacce incombenti” e le numerose “campagne d’odio” che hanno messo nel mirino gli stessi ragazzi di Gioventù nazionale.

«È molto importante questo entusiasmo, grazie per questo affetto e questa manifestazione bellissima. Grazie a Fabio Roscani e a tutti i dirigenti Siete uno spettacolo. Dimostrate di essere un movimento con un’identità, autonomia, credo che sia il modo più sano e utile di interpretare il ruolo di movimento giovanile», ha esordito la premier.

“Vi chiamano meloniani per sminuire il vostro ruolo”

«Mi ha fatto sorridere che vi definissero i Giovani di Meloni – ha aggiunto -. Io penso che lo facciano per sminuire il vostro ruolo, che siete semplice manovalanza, perché gli fa più comodo dipingervi come dei burattini, per non dover raccontare la realtà. Se siete qui è perché non siete dei burattini, se siete qui è perché ragionate con la vostra testa, non vi limitate a ripetere quello che dicono gli altri, e non credete a quello che la gran parte dei media e una minoranza organizzata sui social tenta di propinarvi ogni giorno».

«Qualche giorno fa nessuno dei moralizzatori che hanno riempito le pagine di commenti su di voi ha ritenuto di dover dire mezza parola sull’ignobile post pubblicato da sedicenti antifascisti che esibiva l’immagine di Charlie Kirk a testa in giù, con la scritta meno uno. Non ci facciamo fare la morale da questa gente, e siamo fieri e orgogliosi di non essere come loro», ha continuato il capo del governo.

“Kirk andava fermato perché libero, coraggioso e capace”

Perché, ha chiesto, «Charlie Kirk “faceva così paura? La risposta ce l’hanno data quelli che hanno festeggiato la sua morte. Ho visto gente che ha fatto stampare delle magliette con la foto di Kirk, il sangue che sgorga dal collo e la scritta ‘vinci questo dibattito». «Charlie Kirk faceva paura perché era bravo, ha dimostrato quanto fossero irragionevoli alcune tesi che vogliono imporci a forza. Era pericoloso perché smontava la narrazione del mainstream con la logica, perché dava voce a quella maggioranza di persone che la pensa come lui e che ha dovuto finire per sentirsi sbagliata – aggiunge Meloni -. Andava fermato perché era libero, coraggioso e capace, le persone così fanno paura a chi pensa di poter imporre con la forza le proprie convinzioni».

E ancora: «Non avremo paura dei tentativi di censura, degli insulti, delle minacce che man mano che dimostriamo che sappiamo governare questa Nazione si moltiplicano. Non abbiamo avuto paura ai tempi in cui potevi essere ammazzato a colpi di chiave inglese per aver scritto un tema sulle Brigate rosse e non abbiamo paura oggi e non avremo paura domani, perché tutto questo ci ha sempre resi più consapevoli e coraggiosi».

“Non siamo come loro, noi siamo mossi dall’amore, loro dall’odio”

«Non siamo come loro, non lo diventeremo mai, e non cadremo – ribadisce Meloni – nella loro trappola perché sarà sempre l’amore e non sarà mai l’odio a muovere quello che facciamo».

«Io ho sempre avuto grande rispetto per chi non la pensa come noi, a me ha sempre spaventato il nichilismo, combatto molto di più in chi non crede in niente. Noi siamo stati cresciuti così, sono gli altri che non sono stati cresciuti, con l’idea che chi era diverso da te andava abbattuto. Era così anche Charlie Kirk, per questo la sua morte ha creato indignazione in tutto il mondo e ha fatto riflettere», ha aggiunto Meloni.

Sul fronte dei risultati dell’esecutivo, “i numeri dicono che la strada tracciata dal Governo è quella giusta», ha ribadito la presidente del Consiglio. «In mille giorni – ha rivendicato la premier – sono stati creati oltre un milione di posti di lavoro, la maggior parte dei quali a tempo indeterminato. Diminuisce la precarietà il tasso di disoccupazione giovanile è sceso ai minimi storici, quattro punti in meno rispetto a quando questo Governo si è insediato. Abolire il reddito di cittadinanza, investire le risorse nelle politiche attive del lavoro era certamente la scelta più coraggiosa ma era anche la scelta giusta», ha voluto evidenziare Meloni.

“La sicurezza dei cittadini viene prima di tutto”

«Abbiamo avuto il coraggio di dire che la precondizione per qualsiasi libertà è la sicurezza dei cittadini. Quando l’abbiamo fatto, particolarmente e non solo con il decreto sicurezza che contiene dei provvedimenti per combattere alcuni dei reati più odiosi che impattano sui cittadini comuni, la sinistra ha gridato alla deriva autoritaria”. E quindi, ha chiesto la premier alla platea: “Quali sono queste libertà che noi avremmo compresso con il decreto sicurezza?».

Nel decreto, «ci occupiamo di combattere le truffe agli anziani, di occupare le case abusive, di impedire che i bambini vengano mandati a fare l’elemosina, di rendere le pene più severe per chi insulta o aggredisce le forze dell’ordine e via discorrendo. Quali sono le libertà che stiamo negando? La libertà di mandare i bambini a fare accattonaggio, la libertà di truffare gli anziani, la libertà di insultare le forze dell’ordine, la libertà di occupare liberamente la casa di qualcun altro, senza avere conseguenze, non saranno mai le nostre libertà».

“Ci guida l’esempio di uomini come Falcone, Borsellino, Livatino”

«Abbiamo avuto il coraggio di dire, fin dal primo giorno alla guida di questa nazione, fin dal primo provvedimento varato in Consiglio dei ministri, che la mafia fa schifo e la combatteremo con tutte le forze che abbiamo. Che non cederemo mai sul carcere duro quando altri invece avevano provato a smantellarlo, che riporteremo lo Stato in quei territori dove lo Stato aveva fatto un passo indietro come abbiamo fatto a Caivano e stiamo facendo in altre realtà, che difenderemo e potenzieremo la legislazione antimafia, perché ci guida l’esempio di uomini come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino e tutti quei servitori dello Stato che hanno fatto tutto per costruire l’Italia libera dalla mafia».

«Io vi prometto che continuerò a mettercela tutta, fino all’ultimo, fino in fondo, perché quella che abbiamo per le mani è un’occasione storica che non sprecheremo, non ce lo potremmo permettere. Continueremo a tenere alto lo sguardo, a sognare in grande, a non accontentarci e chiaramente chiedo a voi di fare lo stesso, di continuare a custodire l’amore per le grandi imprese e le avventure più rischiose». Nel segno del coraggio.

 

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di Luisa Perri - 21 Settembre 2025