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Marion Maréchal lancia la sfida a Parigi: Identité et Liberté chiama all’unione delle destre

Dal palco parigino, l’eurodeputata rivendica il metodo Meloni: sicurezza, sovranità e natalità come fondamenta di una nuova maggioranza contro il caos della sinistra

Europa - di Alice Carrazza - 21 Settembre 2025 alle 11:58

Parigi ha ritrovato Marion Maréchal. L’eurodeputata francese è salita sul palco con il piglio di chi non intende recitare un ruolo marginale ma dettare la linea, nel cuore di una capitale dove la politica è tornata a bruciare tra scontri e proteste. L’evento, significativamente intitolato “In Europa, la destra che vince”, non è stato solo un raduno di bandiere e parole d’ordine: è stato il rientro in scena di una figura che ha deciso di non avviare la nuova via attraverso Identité et Liberté.

L’eco del modello italiano

Accanto a lei, figure alleate provenienti dal continente, a testimoniare che il progetto non è isolato ma parte di un disegno più ampio. Non mancava la presenza simbolica di Giorgia Meloni, collegata in videomessaggio: un gesto che ha avuto il peso della legittimazione. Maréchal ha rivendicato apertamente il modello italiano come bussola per il futuro francese. Non un omaggio di circostanza, ma una scelta strategica.

L’essenziale prima di tutto

La linea è chiara: costruire una coalizione che non si perda nei labirinti delle differenze interne ma che sappia concentrare le forze sull’essenziale. Sicurezza, immigrazione, sovranità nazionale: sono i tre pilastri che, secondo lei, dovrebbero costringere le diverse famiglie della destra francese a sedersi attorno a un tavolo. L’idea non è nuova, ma Marion l’ha proposta con una determinazione: non si può chiedere lo scioglimento dell’Assemblea senza preparare il terreno per una maggioranza capace di governare il giorno dopo.

Il paragone con Roma

Il parallelo con l’Italia è stato più di un richiamo: è stato il filo rosso di tutto l’intervento. Maréchal ha messo in evidenza i risultati concreti del governo Meloni, dalla riduzione dell’immigrazione illegale al sostegno alla natalità, fino alla disciplina di bilancio che non ha impedito di alleggerire il peso fiscale sulle classi medie. Un discorso che, tradotto in termini francesi, significa promettere una via alternativa alla stagnazione e all’assistenzialismo.

Divergenze e convergenze

L’aria si è fatta più tesa quando la leader ha affrontato il tema delle divergenze economiche interne alla destra: lei più liberale, il Rn più statalista. Ma anche qui la parola d’ordine è stata “discutere”. Niente fusioni, ma convergenze. Nessun annullamento delle differenze, ma compromessi. La partita, ha detto, si gioca sulla capacità di distinguere l’essenziale dall’accessorio. E in un’epoca di crisi, l’essenziale non può che essere difesa dei confini e sicurezza interna.

Il richiamo dopo l’assassinio di Kirk

L’evento si è caricato di un tono più grave quando la presidente del nuovo partito francese ha affrontato l’assassinio di Charlie Kirk, l’attivista conservatore ucciso negli Stati Uniti. Ne ha parlato come di un delitto politico e ha invitato alla compattezza, condannando con durezza i tentativi di relativizzare l’accaduto. Non era una parentesi marginale, ma la conferma che la battaglia politica è percepita come esistenziale, capace di produrre martiri e di segnare linee di frattura non solo ideologiche, ma vitali.

La dichiarazione di intenti

Parigi ha assistito, dunque, a una dichiarazione di intenti. Marion Maréchal non si limita più a evocare l’unione delle destre: la descrive, la rivendica, la pretende. Per qualcuno resta una guastafeste, per altri un’apripista. Ma dopo oggi, resta difficile pensare che il futuro della destra francese possa scriversi senza misurarsi con la sua voce.

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di Alice Carrazza - 21 Settembre 2025