
Nuova rilevazione
Marche, Acquaroli a vele spiegate: stacco netto tra il governatore uscente e Matto Ricci, sondaggio Dire-Tecnè
Rilevazione recentissima fondata su interviste del 10 e dell'11 settembre a due settimane dal voto. Il 51% sceglie il governatore uscente. Il 45,5% sceglie l'ex sindaco di Pesaro. Acquaroli: "Gran lavoro. Non accetto le fiction dell'opposizione sulla sanità"
Sondaggi, ancora vento in poppa per Francesco Acquaroli davanti allo sfidante Matteo Ricci nella corsa per la guida delle Marche. Era emerso un distacco netto nel sondaggio Emg, ora confermato da Dire-Tecnè. Un sondaggio fatto sul tamburo realizzato con interviste effettuate tra il 10 e l’11 settembre. Si voterà il 28 e il 29 di questo mese. in vista delle elezioni regionali. Il 51% degli intervistati indica il governatore uscente, mentre il 45,5% sceglie lo sfidante del centrosinistra Matteo Ricci. Gli altri candidati sono al 3,5% ma ci sono ancora il 10%
di incerti, con una stima dei votanti tra il 50 e il 54%.
Sondaggio Dire-Tecnè: Acquaroli al 51%
Ottime notizie osservando il voto ai partiti. Primo si conferma Fratelli d’Italia, indicata dal 28% degli intervistati. Forza Italia si attesterebbe al 9 per cento, la Lega al 5. Altre liste del centrodestra che sostengono Acquaroli sono indicate dal 9 per cento degli interpellati. Sul fronte del centrosinistra il Pd ad oggi avrebbe il 25% dei voti, Avs il 7, il M5S il 5 (altre liste per Ricci l’8,5%).
Marche, il sondaggio Dire- Tecnè: FdI primo partito
Le Marche sono la prima delle sette regioni al voto in questo autunno. Qualcuno ha parlato di questa regione come dell’Ohio italiano, lo stato che negli Usa farebbe da cartina di tornasole dei risultati delle presidenziali. Ebbene i presupposti sono vantaggiosi. Una definizione che mette molta pressione al governatore uscente, non lo nega; «Be’, la sento tantissimo. Credo che sia anche normale, ma le garantisco che l’avrei sentita pure se non ci avessero definiti l’Ohio d’Italia», dice in una intervista a Repubblica. Nella quale molto signorilmente sottolinea di non avere mai sfiorato in campagna elettorale i guai giudiziari di Matteo Ricci con l’inchiesta Affidopoli. «Intendo restare sul dibattito della regione fino all’ultimo giorno, perché queste vicende non aiutano nessuno. Anzi, il rischio vero è che invece di parlare dei risultati delle Marche si parli di altro. Io non la voglio utilizzare, anzi auguro davvero a Ricci di uscirne quanto prima e bene».
Acquaroli: “Mai usato le vicende giudiziarie di Ricci, spero ne esca bene”
Ha quindi rivendicato il gran lavoro per lo sviluppo della Regione Marche: dallo sblocco dei cantieri alla sanità. Due temi caldi. «Noi abbiamo sbloccato tanti cantieri che erano attesi da decenni. È vero che alcuni progetti erano in corso; ma è pure vero che, in tutti questi anni, non erano riusciti a decollare. Noi, nonostante il rincaro delle materie prime, ne abbiamo fatti ripartire tanti. E, in alcuni casi, li abbiamo fatti iniziare da zero». A chi gli imputa il vantaggio di un “doping” politico arrivato anche dal governo, tra stanziamenti del Cipess e Zes unica, risponde netto. «Questo governo sta facendo molto per le Marche, non per Francesco Acquaroli».
Acquaroli a Repubblica: “Sulla sanità respingo le fiction dell’opposizione”
E sulla sanità non ammette ricostruzioni fantasiose come quelle di Schlein e Ricci che si accorgono ora di quanto le precedenti gestioni del centrosinistra avessero lasciato macerie: Abbiamo ereditato una situazione drammatica, venivamo dalla chiusura di tanti presidi ospedalieri, non c’era una programmazione del personale e questo ha comportato la perdita di 200 medici in medicina generale. Per garantire la quantità assistenziale di 93 postazioni avremmo bisogno di 400 medici e ne abbiamo poco meno di 50». «Ma noi stiamo invertendo la rotta e la riforma che abbiamo messo in campo sta producendo i risultati. Tenga conto – fa notare Acquaroli al cronista- che siamo stati eletti nel 2020. E fino al 2022 c’è stata di fatto la pandemia. Non è facile riformare un sistema in due anni e mezzo».
Pertanto «respingo la fiction dell’opposizione che vada tutto male. Riusciamo, nonostante tutto, ad avere una regione che è tra le prime posizioni in Italia sui Lea: i livelli essenziali di assistenza, ha delle eccellenze riconosciute come l’ospedale Torrette di Ancona. E tutto questo senza aver aumentato le tasse, a differenza di tutte le altre regioni del Centro Italia». Come la rossa Emilia Romagna, per esempio.