
Lo scontro
Landini e il crepuscolo della Cgil: l’Usb vince il derby a sinistra e si prende la guida del movimento
Dalla manifestazione pro Gaza agli scioperi emerge la crisi strutturale della più grande organizzazione sindacale italiana che paga gli errori del suo segretario nazionale
Che Maurizio Landini non fosse l’uomo giusto per guidare la Cgil lo si sapeva. Che la Cgil, che ha una storia di grande livello, corresse il rischio di confondersi irrimediabilmente con il centrosinistra era altrettanto risaputo. E ora, con l’Usb che ha preso il comando del fronte movimentista, come si è visto nella manifestazione pro Gaza, le contraddizioni escono allo scoperto.
Usb più credibile di Landini a sinistra
Ma perché l’Usb, che è la sintesi dei vecchi Cobas, si è presa la guida dei cortei? Perché, nella sfida movimentista, è più credibile della Cgil. Ha un’anima di base, si specchia nel radicalismo di sinistra e non deve affrontare i contrappesi che Landini ha affrontato, sbagliando e buttando completamente ogni forma residuale di autonomia.
La Cgil ai tempi di Lama e Del Turco
La Cgil è sempre stata parallela e contermine al Pci. Ma mai organica. Era quella la sua forza. Un’autonomia, certo di facciata, ma sostanziale. Mai, Lama o Del Turco avrebbero partecipato a manifestazioni del partito contro i vari governi. Non serviva e non era funzionale. Landini si è invece del tutto consegnato a Schlein, Conte e Fratoianni. Ha promosso un referendum fallimentare sul jobs act, ha manifestato su tutto ciò che era possibile, dalla questione Lgbt a tutto lo scibile umano. Ha annunciato gli scioperi contro le manovre finanziarie ad agosto, con due mesi di anticipo, come una sorta di “Lello il sensitivo”. E oggi paga il conto.
L’Usb scavalca Maurizio
Abbandonando ogni possibile traccia riformista, la Cgil si è inserita in un terreno non suo. E cosi l’Usb l’ha ampiamente scavalcata. Oggi è lei a dettare le regole al movimentismo, a indire gli scioperi, a chiamare a raccolta le masse. Mettendo in evidenza i limiti di Landini. Che è rimasto di fatto il segretario della Fiom più che del sindacato generale.
Deputato tra due anni
Maurizio Landini cerca una via di uscita. E ce l’ha all’orizzonte. Un seggio alla Camera tra due anni, che nessuno ovviamente gli negherà. E’ successo con i suoi predecessori e succederà con lui. Una prassi per la Cgil che, però, ha lapidato Luigi Sbarra quando è diventato sottosegretario. Nel frattempo, giovani e lavoratori di sinistra abbandonano la strada impervia del sindacato più corposo e virano verso gli autonomi. Il derby Landini lo ha perso.