
Il bersaglio di chi?
La premeditazione e la “traccia russa”: cosa si sa dell’omicidio Parubiy dopo l’arresto del sospetto killer
L'uomo, un 52enne residente a Leopoli, è stato catturato dalle autorità ucraine. Gli inquirenti parlano di un’azione su commissione e di un delitto preparato da oltre un mese. Ma il quadro è ancora opaco
Otto colpi di pistola. Travestito da corriere, in bicicletta elettrica, l’attentatore si è avvicinato alle spalle della vittima, ha aperto il fuoco e si è dileguato. Sabato scorso, in pieno giorno, è stato ucciso così Andriy Parubiy, ex presidente del Parlamento ucraino, volto noto delle proteste di EuroMaidan del 2014 e figura chiave nelle prime fasi del conflitto russo-ucraino. L’agguato è avvenuto nel distretto Frankivskyi di Leopoli.
L’arresto del killer di Parubiy
Nelle prime ore di oggi, poi, la possibile svolta, con la comunicazione dell’arresto di un sospettato. «Ha fornito una prima testimonianza. Sono in corso urgenti attività investigative per stabilire tutte le circostanze di questo assassinio», ha dichiarato il leader ucraino Volodymyr Zelensky, ringraziando i servizi di sicurezza per «il lavoro rapido e coordinato».
L’uomo, 52 anni, residente proprio a Leopoli, è stato catturato nell’oblast di Khmelnytskyi. Secondo il ministro dell’Interno Ihor Klymenko, avrebbe tentato la fuga cambiando abiti e disfacendosi dell’arma. «Il crimine è stato preparato con cura: l’attentatore ha studiato i movimenti della vittima, tracciato il percorso», ha affermato.
Le ipotesi investigative
Il capo della Polizia, Ivan Vyhivskyi, ha dichiarato che «il crimine non è stato casuale» e che presenta «una traccia russa». Ha anche diffuso una foto del sospettato, ammanettato, a torso nudo, al momento dell’arresto.
Vadym Onyshchenko, capo dell’Sbu nell’oblast, ha parlato di «omicidio su commissione» e ha riferito di «informazioni operative che indicano un possibile coinvolgimento dei servizi segreti della Federazione Russa». Nessuna prova è stata finora resa pubblica.
Secondo la polizia, l’azione era in preparazione da oltre un mese. Il sospettato avrebbe ricevuto istruzioni e assistenza, e intendeva scappare all’estero. Al momento, non sono emerse prove di complici.
Incognite e cautela
Tuttavia, l’uomo preso in custodia non sarebbe cittadino russo. La sua identità non è stata resa nota e il movente resta ignoto. Volodymyr Ariev, deputato del partito Solidarietà europea, aveva già invitato alla cautela: «Non escludo nulla e non voglio speculare finché non avremo informazioni sulla persona che lo ha ordinato».
In una nota più esplicita, il partito ha suggerito un possibile coinvolgimento della Russia o della sua «quinta colonna», richiamando l’impegno filo-ucraino di Parubiy e il fatto che fosse da anni bersaglio della propaganda russa. Ma le autorità non hanno ancora attribuito responsabilità definitive.
Un bersaglio politico
Andriy Parubiy, nato nel 1971 vicino a Leopoli, fu attivista sin dai tempi dell’Urss, venendo arrestato due volte per proteste anti-regime. Dopo l’indipendenza dell’Ucraina, fu eletto in parlamento nel 2007. Partecipò alla Rivoluzione Arancione del 2004 e giocò un ruolo centrale nella sicurezza durante le rivolte di EuroMaidan.
Dopo la destituzione del presidente Yanukovych, venne nominato segretario del Consiglio di Sicurezza e Difesa, nel periodo dell’annessione della Crimea e dell’inizio della guerra nel Donbass. Ricoprì poi l’incarico di primo vicepresidente e, dal 2016 al 2019, di presidente della Verkhovna Rada.