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Il Pd scopre che a Bologna c’è un problema spacciatori. In foto il sindaco Lepore, alla sua sinistra l’assessore Madrid e il dem Lepore. A destra, il sottosegretario Molteni

Senza vergogna

Il Pd si accorge che a Bologna c’è un problema pusher. E fa un clamoroso autogol

La giunta Lepore ha prodotto un dossier sullo strapotere degli spacciatori alla Bolognina. È la certificazione del fallimento delle giunte di sinistra, ma i dem provano usarlo contro il governo. E restano impigliati nella loro tela

Politica - di Annamaria Gravino - 2 Settembre 2025 alle 17:21

Un dossier per denunciare lo strapotere dei pusher nel cuore di Bologna e, in particolare, al quartiere Bolognina. A realizzarlo è stata la stessa giunta Lepore che guida la città e che proprio in questi giorni è finita nella bufera per la brillantissima idea di fornire a chi si droga pipette per il crack. Che uno a questo punto si domanda: il Comune da chi pensa che queste persone si procurino la droga? Contraddizioni che non sembrano interessare i dem, né a Bologna né a Roma. Il Pd nazionale ha annunciato un’interrogazione che prende le mosse dal dossier e che chiarisce l’intento non dichiarato dell’iniziativa: armare un’azione propagandistica contro il governo per sostenere che non fa nulla per la sicurezza. Senonché, i rischi di questa strumentalizzazione non sono stati calcolati bene: le cronache politiche dimostrano esattamente il contrario, ovvero che l’azione del governo c’è e che semmai per capire perché a Bologna la condizione sia quella fotografata dal dossier del Comune bisogna “citofonare Pd”.

Per capire lo strapotere dei pusher a Bologna “citofonare Pd”

Del resto, chi ha dimenticato le reazioni scandalizzate della sinistra per la famosa citofonata “Scusi, lei spaccia?”, che Matteo Salvini fece proprio a Bologna, al quartiere Pilastro? Anche quella nasceva da una denuncia dei cittadini esasperati dal problema della droga, ma per il Pd – e la sinistra tutta – era più urgente accusare il leader leghista di razzismo e intolleranza che affrontare il tema, poi confermatosi altamente fondato quando la giustizia confermò che, effettivamente, in quella casa c’era gente che spacciava.

La situazione fuori controllo alla Bolognina

La situazione che emerge alla Bolognina è simile. Nel dossier, secondo quanto riferito dal Resto del Carlino, si parla di «spacciatori che chiedono ai residenti il “pedaggio” per accedere a casa: a volte 5, altre 10 euro», di cassonetti della spazzatura cui i cittadini non possono neanche avvicinarsi perché utilizzati come deposito per la droga e di centinaia di segnalazioni da parte di residenti esasperati per gli atteggiamenti dei pusher. Riferisce il quotidiano che l’assessore alla sicurezza Matilde Madrid non esita a definire questi atteggiamenti «mafiosi e intimidatori», puntando l’indice in particolare contro «gruppi di origine nigeriana».

Un passo indietro: quando FdI avvertì sulla mafia nigeriana

Qui è d’obbligo un passo indietro: nel 2018 FdI presentò un emendamento per proporre di allargare l’azione della Commissione Antimafia alle mafie straniere emergenti, in particolare quella nigeriana, insieme a quella cinese. Il Pd fu tra quanti votarono contro l’emendamento, che non passò, e si è dovuti arrivare a questo governo per vedere le mafie straniere attenzionate per la prima volta dalla Commissione. Ora da Bologna arriva il pianto sul dilagare dello stile mafioso nigeriano.

Il clamoroso autogol del Pd

Il passare del tempo non ha migliorato la miopia della sinistra. Sintetizzato brutalmente, per loro, Pd in testa, gli immigrati irregolari non si possono allontanare dal territorio nazionale; il decreto sicurezza mira a criminalizzare il dissenso civile; le zone rosse sono provvedimenti liberticidi; le politiche di contrasto alla droga sono repressive; l’uso dei taser da parte della polizia sfiora l’atto di guerra. Così, giusto per andare sull’immediato. Però, quello che avviene nelle città che amministrano loro è colpa del governo. «Ora il governo deve assumere tutte le azioni di sua competenza, in materia di ordine pubblico», hanno detto, annunciando l’interrogazione, i deputati dem Andrea De Maria e Virginio Merola, il quale per inciso è stato sindaco di Bologna per due mandati prima di passare il testimone a Matteo Lepore. Esattamente, posto quanto detto prima, quali azioni propongono?

I dati del Viminale sul contrasto della criminalità e del degrado a Bologna

Comunque, importa poco. Anche se fingono di non accorgersene, le azioni sono già in atto e passano proprio per quelle misure che il Pd ha così fortemente criticato. A ricordarlo ci ha pensato il sottosegretario all’Interno, Nicola Molteni, che ha comprensibilmente accolto il dossier e le accuse al governo con un certo disappunto. «Da ottobre scorso in queste aree (le zone rosse, ndr) solo a Bologna sono state controllate quasi 32mila persone e 220 hanno ricevuto un provvedimento di allontanamento, l’83% dei quali sono stranieri», ha spiegato Molteni, ricordando anche le fedine penali non esattamente immacolate di quei soggetti. «A questi controlli si aggiunge un’attività costante di presidio del territorio: solo negli ultimi due mesi le forze di Polizia hanno arrestato, proprio a Bologna, oltre 70 persone, metà delle quali per fatti di droga», ha aggiunto il sottosegretario, per il quale «bastano questi pochi dati per capire che quando Lepore e la Madrid e tutti gli illuminati della sinistra nominano la parola sicurezza non hanno davvero idea di cosa stanno parlando».

Una vicenda incredibile

«La smettessero con queste pagliacciate e si dedicassero alle cose concrete. Comincino a dare una mano, non solo a chiacchiere ma nei fatti, senza remare contro le iniziative volute da questo governo», è stata l’esortazione del sottosegretario. È stato poi il deputato bolognese di FdI, Galeazzo Bignami, a sottolineare che i numeri del Viminale «fotografano con precisione il degrado e la criminalità che affliggono la città e che smentiscono, ancora una volta, la narrazione del sindaco Lepore e della sua giunta». La «schizofrenia» del Pd emersa con la vicenda dossier, ha aggiunto Bignami, «fa riflettere, al punto che sembra una presa in giro».

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di Annamaria Gravino - 2 Settembre 2025