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In un dossier israeliano i contatti tra i membri della Flotilla e Hamas

Le relazioni pericolose

La Flotilla e quelle «affiliazioni» con Hamas e i suoi sodali: il dossier israeliano smonta la favola umanitaria

Si tratta di un documento certamente di parte, ma molto circostanziato: ci sono nomi, incontri, foto, progetti che parlano di legami tra alcuni dirigenti della missione ed esponenti di spicco della rete islamista

Politica - di Agnese Russo - 18 Settembre 2025 alle 08:56

Foto, nomi, circostanze: una fitta rete di contatti tra membri di vertice della Flotilla e esponenti di spicco di Hamas, Fratellanza musulmana e Jihad islamica. È quanto emerge da un dossier realizzato dal governo israeliano e in particolare dal ministro per gli Affari della diaspora e la lotta all’antisemitismo, Amichai Chikli, di cui dà conto oggi Fausto Biloslavo sul Giornale. Si tratta, dunque, di «una fonte coinvolta nel conflitto, ma – sottolinea il cronista e inviato di guerra di lunghissimo corso – estremamente precisa».

Il dossier israeliano sui contatti tra la Flotilla e la rete islamista

Quelle che vengono riportate sono circostanze molto precise, con date, iniziative, incontri che aprono interrogativi inquietanti su se, quanto e come l’iniziativa, presentata come umanitaria, non sia altro che «uno strumento di propaganda per i jihadisti di Hamas», come denunciato da Chikli. «Questi individui non sono attori umanitari neutrali. Le loro affiliazioni rivelano un fronte ideologico e operativo coordinato, che sfrutta il linguaggio umanitario per promuovere gli obiettivi di organizzazioni terroristiche», ha aggiunto il ministro israeliano, per il quale anche che «i parlamentari europei che salgono a bordo di queste navi dovrebbero chiedersi: state difendendo la pace o state coprendo il terrorismo?».

Il Global Movement to Gaza respinge le accuse

Il Global Movement to Gaza ha già respinto totalmente le accuse e la sua divisione italiana ha sporto querela contro il quotidiano il Tempo, che nei giorni scorsi ha anticipato i contenuti del dossier un’ampia inchiesta. Ma dal dossier pubblicato sul sito del governo israeliano emergono contatti e talvolta legami che restano difficili da ignorare.

La triangolazione tra un membro del direttivo Fratellanza musulmana e Hamas

Vi si parla, per esempio, di Saif Abu Kesh, palestinese che vive a Barcellona e fa parte del Comitato direttivo della flottiglia. Kesh avrebbe un legame con Yahia Sarri, «un noto esponente religioso islamico in Algeria della Fratellanza musulmana, che sostengono gli israeliani ha “collegamenti diretti con Hamas”» e che in passato «aveva incontrato esponenti di spicco del movimento responsabile del 7 ottobre come Zaher Jabarin, che detiene le chiavi della cassa, e Osama Hamdan, uno dei negoziatori probabilmente nel mirino degli israeliani nel fallito attacco aereo mirato a Doha».

Risale invece allo scorso anno un incontro riferito tra Sarri e Basem Naim, responsabile del Dipartimento affari internazionali di Hamas, durante il quale si sarebbe impegnato «a promuovere la Marcia su Gaza e la Flottiglia». Il dossier israeliano denuncia che «Saif Abu Kesh è uno dei principali punti di contatto tra Sarri, il movimento dei Fratelli Musulmani in Algeria e Hamas con i cosiddetti attivisti “umanitari”».

Il volontario che ha «finanziato» un progetto «sotto il controllo di Hamas»

Altro nome, altri contatti: di Muhammad Nadir al-Nuri, malese di cittadinanza, ma nato in Scozia nel 1987, «nel dossier si legge che “tra le altre attività, ha finanziato la costruzione di un edificio per l’Ufficio dello sviluppo sociale, istituzione operante sotto il controllo di Hamas”. E durante l’inaugurazione era al fianco di Ghazi Hamad, un alto funzionario dell’ufficio politico di Hamas, che recentemente ha dichiarato come i nuovi riconoscimenti dello Stato palestinese siano “i frutti” dell’attacco stragista del 7 ottobre».

Un altro funzionario del direttivo al funerale del leader di Hezbollah

E, ancora: Wael Nawar, di cui Biloslavo ricorda che è un altro membro del Comitato direttivo della flottiglia, avrebbe «partecipato “a incontri con i rappresentanti di Hamas, del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina e della Jihad Islamica”, secondo il dossier israeliano». Si parla anche di una foto in cui, insieme ad altri attivisti, è ritratto con Youssef Hamdan, un alto funzionario di Hamas. Lo scatto, secondo quanto riferito, risale a giugno ed è stato realizzato ad Algeri. A febbraio Nawar aveva anche partecipato ai funerali di Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah ucciso da un bombardamento israeliano a Beirut. Infine, fra i nomi del dossier, riportati dal Giornale, c’è quello di Marouan Ben Guettaia, attivista filo palestinese di origini algerine, ma in questo caso mancano ulteriori dettagli.

Il passo indietro di Greta: è meno “gretina” di quanto si pensi?

«Le accuse di collusione – ricorda Biloslavo – vengono rese pubbliche il giorno che Greta Thunberg, dopo essere stata usata come simbolo e paravento dagli organizzatori della Flotilla, si chiama fuori lasciando la nave ammiraglia per imbarcarsi su un altro battello come semplice volontaria. Forse – nota il giornalista – non è tanto “gretina” e si è resa conto di essere stata usata da personaggi legati ad Hamas che porteranno la Flotilla verso il disastro».

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di Agnese Russo - 18 Settembre 2025