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La Cina non è “inarrestabile” come dice Xi. Dall’economia alla demografia: ecco tutti i grossi guai del dragone

Il gigante d'argilla

La Cina non è “inarrestabile” come dice Xi. Dall’economia alla demografia: ecco tutti i grossi guai del dragone

Esteri - di Gabriele Caramelli - 7 Settembre 2025 alle 07:00

No, la Cina non è affatto “inarrestabile”, come ha detto Xi Jin Ping durante l’ultima parata a Pechino. Insomma, la celebrazione cinese per gli 80 anni dalla fine della seconda guerra mondiale è diventata una ghiotta occasione per mostrare i muscoli contro i Paesi occidentali. Ma le giunture del massimo segretario del Pcc non sono poi così solide, visto che l’economia del dragone non sta vivendo i suoi giorni migliori. E di certo non basteranno le bambole Labubu per garantirle un’altra lunga boccata d’aria. Alla base dei problemi della Cina c’è un pessimo rapporto con gli Usa, la cancellazione di una delle imprese immobiliari più importanti dalla borsa di Hong Kong e la difficoltà nel mantenere pacifiche relazioni internazionali. Ebbene, l’elegia pechinese non finisce qui, perché adesso Xi deve fronteggiare anche il nuovo calo demografico degli ultimi tre anni.

La Cina non è “inarrestabile” a partire dall’economia

Alla fine di luglio 2025, la compagnia automobilistica giapponese Mitsubishi ha scelto di lasciare la Cina dopo 30 anni. Il motivo principale? Nel primo trimestre la casa automobilistica nipponica ha visto crollare gli utili dell’84% solo nel primo trimestre a causa del calo delle vendite e delle sanzioni tariffarie. Un colpo duro da digerire per il mercato interno e per la joint venture Shenyang Engine a cui Mitsubishi era stata accorpata.

Eppure, ci sono notizie ben peggiori che riguardano il settore abitativo e l’alta finanza cinesi: lo scorso 12 agosto è stato annunciato che il colosso Evergrande sarebbe stato cancellato dalla borsa di Hong Kong a causa di alcune difficoltà non specificate. A comunicare questa decisione è stato un documento del mercato azionario locale attraverso un documento. Come se non bastasse, ultimamente Donald Trump ha chiesto alla Cina di comprare più soia dagli Stati Uniti, con l’obiettivo di ridurre il deficit commerciale tra i due Paesi. Si tratta di un altro tassello di complessità che impegna anche la diplomazia.

La demografia del dragone sta collassando

Altro che politica del figlio unico, alla Repubblica popolare serve un piano per ripopolare il Paese. Nel 2024, per il terzo anno di fila, il numero nascite non è riuscito a colmare il divario con quello dei decessi. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica il numero complessivo di persone in Cina è sceso di 1,39 milioni di unità. Questo dato, stando a quanto riporta Skytg24, rafforza la possibilità che il dragone possa ritrovarsi con un numero minore di lavoratori e di consumatori, oltre a dover spendere molto di più per l’assistenza agli anziani. Non bisogna dimenticare che, in base alle previsioni, il numero di nascite nell’ex Impero celeste  è destinato a scendere ancor di più nel 2025.

I problemi diplomatici con la Repubblica Ceca

Sempre nel mese di agosto, la Cina ha annunciato di aver interrotto le relazioni diplomatiche con Petr Pavel, presidente della Repubblica Ceca. A quanto pare, il Pcc non ha gradito l’incontro tra il Dalai Lama e il capo di Stato europeo. “Nonostante le ripetute proteste e la ferma opposizione di Pechino, il presidente ceco Petr Pavel si è recato in India per incontrare il Dalai Lama”, ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Lin Jian, aggiungendo che il confronto tra il presidente ceco e la guida spirituale tibetana “viola gravemente l’impegno politico assunto da Praga con la Cina e lede la sovranità e l’integrità territoriale” del Paese asiatico. 

 

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di Gabriele Caramelli - 7 Settembre 2025