
Pinocchio d’Oltralpe
Italia accusata di dumping fiscale? Ecco perché il j’accuse di Bayrou non regge (come il suo governo)
Dal 2016 al 2024 la flat tax per i nuovi residenti è raddoppiata: da 100 a 200mila euro l’anno, più 25mila per ogni familiare a carico
L’accusa del premier francese François Bayrou all’Italia di praticare “dumping fiscale” è destinata a crollare di fronte a un dato di fatto: il nostro Paese non ha costruito alcun paradiso tributario per attrarre miliardari in fuga. Anzi, ha reso più oneroso l’unico strumento pensato per chi decide di trasferire la residenza.
La verità sul regime dei nuovi residenti
Il cosiddetto regime dei “nuovi residenti” non è certo una corsa al ribasso. Nato nel 2016 con una flat tax da centomila euro annui per chi trasferiva in Italia la residenza fiscale, è stato recentemente inasprito dal governo: l’onere è salito a duecentomila euro, più venticinquemila per ciascun familiare a carico. Un costo tutt’altro che marginale, che rende il sistema italiano più selettivo e meno appetibile rispetto al passato.
Dove il dumping fiscale esiste davvero
Se davvero si vuole parlare di dumping, lo sguardo dovrebbe piuttosto rivolgersi altrove. In Europa, il Portogallo per anni ha offerto il regime dei “non habitual residents”, con aliquote ridotte o addirittura azzerate su molte tipologie di reddito estero, favorendo un’autentica migrazione di pensionati e professionisti. Andorra, tra Francia e Spagna, applica imposte personali che non superano il dieci per cento. In Bulgaria e Ungheria la flat tax tocca il quindici, mentre in Lussemburgo e Irlanda interi colossi multinazionali hanno trovato casa grazie a regimi estremamente competitivi.
Il confronto con i paradisi fiscali extraeuropei
Fuori dall’Europa, il paragone diventa impietoso. Emirati Arabi, Bahamas, Cayman e Qatar non conoscono imposte sul reddito personale: zero per tutti, miliardari inclusi. È difficile immaginare che un’imposta sostitutiva di duecentomila euro l’anno possa essere paragonata a contesti nei quali il prelievo non esiste affatto.
Perché l’Italia resta attrattiva
Ciò che rende l’Italia attrattiva non è dunque un inesistente dumping fiscale, ma la combinazione di fattori ben diversi: la stabilità politica garantita in questi anni, un’economia che ha sorpreso per resilienza e crescita superiore alle attese, un contesto legale e istituzionale affidabile che offre sicurezza a chi decide di stabilirsi lungo la penisola.
In Francia e nel Regno Unito, al contrario, le scelte fiscali degli ultimi anni hanno avuto un carattere punitivo verso i patrimoni e gli investimenti, generando insicurezza e spingendo molti capitali a cercare altrove condizioni meno ostili.
Non un paradiso fiscale, ma un equilibrio
Il regime italiano per i nuovi residenti, nella sua forma attuale, è piuttosto una misura di equilibrio: non un paradiso fiscale, non un esilio dorato, ma un incentivo regolato e costoso, che si accompagna a un quadro di trasparenza e certezza del diritto. Altro che concorrenza sleale: se i ricchi stranieri scelgono Milano, Roma o Firenze non è perché qui le tasse sono più basse che altrove, ma perché qui trovano stabilità, qualità della vita e una fiscalità chiara.
Bayrou guarda nella direzione sbagliata
Accusando l’Italia di dumping, Bayrou ha guardato nella direzione sbagliata. Il problema non è un Paese che rende sé stesso attrattivo senza svendere il proprio sistema fiscale.