
Escalation
Israele annette 45 ettari di terreno in Cisgiordania. Gli Emirati arabi: «Una linea rossa»
L'area, dichiarata «terra statale», si trova a ridosso dell'insediamento illegale di Havat Gilad. Il ministro israeliano Smotrich minaccia l'Anp e invoca l'applicazione della piena sovranità israeliana
Israele ha dichiarato «terra statale» 45 ettari di terreno nel nord della Cisgiordania, a ridosso dell’insediamento illegale di Havat Gilad. L’annessione è stata annunciata dall’Amministrazione civile del ministero della Difesa israeliano, che ha sottolineato che in questo modo sarà possibile sviluppare insediamenti e infrastrutture. Si tratta di una mossa che rende ancora più esplosiva la situazione nell’area e rispetto alla quale gli Emirati arabi hanno lanciato un avvertimento, parlando di «linea rossa».
Israele dichiara «terra statale» 45 ettari in Cisgiordania
La notizia arriva nel giorno in cui dal Libano l’Unifil ha denunciato un nuovo attacco da parte dell’Idf, giudicato «inaccettabile» dalla comunità internazionale, e all’indomani della riunione convocata dal premier israeliano Benjamin Netanyahu sulla possibilità di applicare la sovranità sulla Cisgiordania e adottare misure nei confronti dell’Anp in risposta al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Francia e di altri Paesi. In giornata lo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, ha affermato di aver sventato un complotto di una cellula di Hamas in Cisgiordania per assassinare il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir.
Il braccio di ferro intorno all’insediamento di Havat Gilad
Il terreno dichiarato statale da parte di Israele in precedenza faceva parte delle terre amministrative dei vicini villaggi palestinesi di Jit, Tell e Fara’ata, anche se non si tratta di proprietà privata, e si innesta su un antico contenzioso intorno all’insediamento di Havat Gilad: nel 2018 Israele aveva annunciato la volontà di dichiararlo legale, facendo poi marcia indietro di fronte alla rivendicazione palestinese sulla proprietà del terreno su cui sorge.
Il ministro israeliano: «Il massimo territorio, il minimo degli arabi»
«Il massimo territorio, il minimo degli arabi», è lo slogan con cui il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich ha sintetizzato l’obiettivo del piano di sovranità di Israele in Cisgiordania. Secondo il ministro, «l’ampio consenso a favore della sovranità deriva dalla consapevolezza che non dobbiamo permettere che una minaccia esistenziale operi al nostro interno».
«È giunto il momento di applicare la sovranità israeliana in Giudea e Samaria (in modo in cui il nazionalismo radicale israeliano chiama la Cisgiordania, ndr) e di rimuovere la divisione di questo piccolo territorio dall’agenda», ha aggiunto Smotrich, invitando Netanyahu ad applicare la sovranità in Cisgiordania, spiegando che la sua intenzione è di «applicare la legge israeliana all’82% dei territori di Giudea e Samaria, lasciando il 18% ai palestinesi» e minacciando l’Anp, dicendo che se «alza la testa» e contesta il piano «la distruggeremo come abbiamo fatto con Hamas». «Non c’è mai stato e mai ci sarà uno Stato arabo tra di noi», ha detto ancora Smotrich.
L’avvertimento degli Emirati arabi: «L’annessione della Cisgiordania è una linea rossa»
Gli Emirati arabi, che finora hanno mantenuto un canale diplomatico aperto con Israele, hanno fatto sapere che per loro «l’annessione della Cisgiordania costituirebbe una linea rossa». In una dichiarazione inviata all’Afp, la viceministra degli Esteri Lana Nusseibeh ha sottolineato che un simile passo «comprometterebbe gravemente la visione e lo spirito degli Accordi di Abramo», gli storici accordi di normalizzazione delle relazioni tra Israele e diversi Paesi arabi, firmati nel 2020. Proprio in quella sede gli Emirati, insieme a Bahrein e Marocco, avevano stabilito i legami diplomatici ufficiali con Israele.
L’Ong israeliana: «In Cisgiordania il 99,8% dei terreni statali per lo sviluppo assegnato agli insediamenti»
L’organizzazione israeliana Peace Now ha denunciato che dal dicembre 2022 a oggi quasi 2.600 ettari di terreno in Cisgiordania sono stati dichiarati statali, che ammontano a quasi la metà di quelli che furono oggetto degli Accordi di Oslo del 1993, quando l’allora Olp e Israele siglarono un patto che avrebbe dovuto portare al riconoscimento reciproco e all’autogoverno della Palestina attraverso l’Anp. «Circa il 99,8% dei terreni statali in Cisgiordania destinati allo sviluppo è stato assegnato a insediamenti e solo lo 0,2% ai palestinesi», ha ricordato Peace Now.