
Lo scontro Parigi-Roma
Incubo “rating”, la Francia trema: fuga dai titoli di Stato. Ecco perché Bayrou (nel silenzio di Macron) attacca l’Italia
“Fare dumping fiscale significa portare avanti politiche distorsive, con regimi privilegiati volti ad attrarre in modo sleale capitali e imprese. È una cosa che l’Italia non sta assolutamente facendo”, è la replica piccata che arriva oggi dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo al premier francese Francois Bayrou, in un’intervista a ‘La Repubblica‘.
Una polemica innescata da Parigi per sedare ansie interne legate proprio alla stabilità del governo francese, chiamato a una prova difficilissima sulla manovra finanziaria e fiscale, da qui a qualche giorno, e già nel mirino delle agenzie di rating internazionali. “Da tempo l’Italia chiede un’armonizzazione fiscale per arrivare a una Ue sempre più integrata. Anzi, paradossalmente possiamo essere contenti che la Francia abbia sollevato il tema, – sottolinea Leo – seppure in maniera non corretta. Il vero dumping fiscale non deriva tanto dai regimi agevolati dei singoli Paesi, quanto dagli stessi regimi agevolativi utilizzati in combinazione con le singole convenzioni. Alcuni Paesi Ue, infatti, le hanno stipulate stimolando le imprese a delocalizzare per ottenere importanti vantaggi fiscali”.
Perché la Francia attacca l’Italia sul “dumping fiscale”
Il retroscena sull”attacco della Francia all’Italia sul “dumping” fiscale è svelato oggi dal quotidiano economico “Milano Finanza”, che racconta: “L’8 settembre la Francia è chiamata a esprimersi sul piano fiscale del primo ministro Bayrou, che prevede tagli di bilancio per 44 miliardi di euro. Il voto sarà determinante: in caso di bocciatura, Bayrou ha annunciato le dimissioni e le ripercussioni sui mercati potrebbero essere immediate con un possibile aumento della volatilità e opportunità di posizionamento strategico per gli investitori…”.
Ma il problema sono i mercati internazionali. “L‘annuncio del voto di fiducia richiesto in Francia dal primo ministro Bayrou è stato accolto dal mercato in maniera simile a quanto successo nel giugno e novembre scorso: sono stati colpiti prevalentemente i titoli goverantivi francesi, mentre l’effetto sul debito corporate e bancario è stato più contenuto. Sul fronte valutario, invece, l’euro ha perso circa l’1%», sottolinea John Taylor, Head of European Fixed Income di AllianceBernstein. Ma a settembre, a parte un’ondata di scioperi non proprio indolori, Parigi dovrà megttere mano all’aumento dell’offerta di titoli sovrani. Milano Finanza fa notare come “se il premier Bayrou perdesse il prossimo voto di fiducia, eserciterebbe ulteriore pressione sul debito francese, spingendo probabilmente lo spread 10 anni Btp-Oat in territorio negativo”. Secondo gli esperti, gli investitori sono diventati più cauti verso i titoli di Stato francesi dopo che il presidente, Emmanuel Macron, ha convocato elezioni anticipate a giugno 2024.