
Ottima mossa, Elly
Il Pd sempre più Partito Devastato: la Direzione col bavaglio elettorale fa scattare la guerriglia interna
La segretaria ha convocato l'assise per martedì, ma l'imminente voto nelle Marche impedisce il confronto. Che però esplode all'esterno e travolge pure Bonaccini. Un dirigente: «Abbiamo fatto proprio un bel capolavoro»
Un dirigente di Energia Popolare, la corrente che fa capo a Stefano Bonaccini la sintetizza così: «Abbiamo fatto proprio un bel capolavoro». Parla dell’esplosione dei conflitti interni provocata dalla convocazione della Direzione Pd, fissata per martedì prossimo, alla vigilia del voto nelle Marche. «Schlein convoca la Direzione dopo 7 mesi, a 5 giorni dal voto nelle Marche – e quindi non si discute-, e la minoranza che fa? Si divide e litiga. Complimenti…», ha detto l’anonimo bonacciniano all’agenzia di stampa Adnkronos, a proposito del fatto che un pezzo dell’area riformista ha annunciato il forfait sia alla riunione della componente che si terrà domani, sia all’appuntamento di martedì.
La Direzione Pd fa scoppiare la guerriglia
L’obiettivo principale è Elly Schlein, per la convocazione di una “direzione elettorale” nella quale non è preventivato il confronto. A finirci di mezzo, però, è stato anche Stefano Bonaccini, che in qualità di presidente del partito convoca formalmente la direzione.
La minoranza contro Schlein e pure contro Bonaccini
La riunione, però, non è altro che il detonatore di una tensione che va avanti da mesi dall’interno di Energia Popolare, dove convivono una parte più dialogante con la segretaria Schlein e uno zoccolo duro che vorrebbe un approccio più incalzante. Lo stesso Bonaccini è intervenuto nel dibattito interno al Pd, parlando da Fenix, dove è stato ospite per un faccia a faccia con Giovanni Donzelli.
Il presidente dem ostenta sicurezza, ma lancia il conto alla rovescia per la resa dei conti
Il presidente dem ha respinto lo scenario che lo vede «sfiduciato» dalla componente riformista e ha rivendicato il peso dell’area, innanzitutto in termini di candidati alle prossime regionali. Non ha potuto però negare l’effetto «deleterio» di una discussione «autoreferenziale» alla vigilia della tornata di elezioni regionali. «Dopo le regionali, discuteremo di tutto», ha aggiunto, dando l’idea di un preciso conto alla rovescia per la resa dei conti.
Ostentando fiducia nella propria forza e chiamando a testimoni i messaggi di sostegno che gli sono arrivati, Bonaccini ha detto che per lui «il tempo delle correnti e correntine» è finito, che non si sente «minoranza di niente» e che semmai nel Pd «c’è una grande area politica, riformista», la cui influenza è testimoniata dal numero di candidati alle regionali e prima ancora alle comunali. Quindi «ogni opinione è rispettabile», ma dire che i riformisti non contano nel Pd «vuol dire non saper leggere chi sono i candidati e i numeri». Epperò, ha aggiunto, «le somme si tireranno dopo le ultime tre regionali di novembre». I conti, insomma, non tornano.