CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Lauzi

Sempre controcorrente

Il figlio di Bruno Lauzi ricorda l’allergia del padre ai circoletti rossi: “Attaccò i cantautori di sinistra. Considerava Ruggeri il suo erede”

Cultura - di Federica Argento - 2 Settembre 2025 alle 15:48

Bruno Lauzi, mio padre. «Era libero e liberale, privo di tessere di partito, ostile ai compromessi e allergico al conformismo degli anticonformisti; un anarchico alla Camus. In Io canterò politico si definì “l’unico ad andare contromano” e si schierò contro i cantautori di sinistra: “finti colleghi che fan rivoluzioni/ seduti sopra pacchi di autentici milioni”. Ne salvò solo uno, “il candido e poetico Guccini”». A parlare del padre Bruno scomparso nell’ottobre del 2006 è il figlio Maurizio in una bella intervista al Corriere della Sera. 

Bruno Lauzi l’anticonformista raccontato dal figlio

Cantautore, autore di canzoni memorabili la cui interpretazione era stata affidata a voci femminili del calibro di Mia Martini: “Almeno tu nell’universo” “Piccolo uomo”. Per Ornella Vanoni scrisse  “L‘appuntamento” e “Ritornerai”. Bruno Lauzi era un anticonformista per vocazione. Il figlio racconta tutta la parabola artistica del padre e i suoi gusti musicali, le amicizie e il modo di essere. Per questo non ha potuto non rispondere con schiettezza sulla sua “ostilità” ai cantautori che facevano del loro schierarsi un segno musicale.  «Impazziva per il jazz, i musical anni ’40, il Brasile, gli chansonnier francesi, di cui ha tradotto best seller: come Quanto t’amo di Johnny Hallyday e Lo straniero di Georges Moustaki. Dei suoi coetanei stimava Roberto Vecchioni, Francesco Guccini, Pierangelo Bertoli. E considerava Enrico Ruggeri suo erede naturale”.

“Si schierò contro i i cantautori di sinistra”

Era un personaggio diretto, schietto e generoso. Caratteristiche, che ebbe modo di confermare quando si trovò a dover affrontare la situazione di malato di Parkinson. Affrontò la situazione con coraggio. A viso aperto. Rese pubblicamente nota la sua condizione. Si fece paladino delle esigenze, degli ammalati come lui, facendosi promotore di raccolte fondi. In una simile circostanza, la sua vena ironica sfociò nella scrittura del libro Mr. Parkinson.

Quando Bruno Lauzi rifiutò la Festa dell’Unità

Celebre è rimasta una sua non partecipazione a una Festa dell’Unità. Ricevette l’invito a esibirsi a una di quelle Feste. Il cantautore rispose all’organizzazione, che la sua presenza sarebbe stata possibile solo se prima del concerto avessero trattato pubblicamente la questione dei dissidenti internati nei Gulag sovietici. Risulta quasi superfluo dire che a quel punto non se ne fece nulla. Comportamenti questi, che specialmente negli anni “70, potevano costare non poco, in termini di emarginazione. Ma Lauzi non se ne curò mai.

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Federica Argento - 2 Settembre 2025