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Un abbraccio tra Kamala Harris e Joe Biden ai tempi della loro presidenza

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Il “core ingrato” di Kamala Harris: ecco cosa scrive di Biden per assolversi dal disastro delle presidenziali

Dopo aver smentito la candidatura come governatrice della California, torna sulla scena pubblica con il libro "107 Days" in cui racconta la sua verità sui retroscena della campagna elettorale dei democratici. E sembra voler preparare il terreno per la prossima corsa alla Casa Bianca

Politica - di Eleonora Guerra - 10 Settembre 2025 alle 15:10

Una scelta «sconsiderata» e «lasciata all’ego di un individuo». Kamala Harris ha affidato alla patinatissima rivista The Atlantic le anticipazioni del suo libro 107 Days sulla campagna elettorale condotta da candidata alla presidenza contro Donald Trump, dopo il passo indietro di Joe Biden. Ne emerge un tentativo di prendere le distanze da quel disastro, addossando all’ex presidente la responsabilità di essersi voluto ricandidare a tutti i costi e assolvendo se stessa con la giustificazione della lealtà. Soprattutto il libro, che arriva dopo un lungo silenzio interrotto dal chiarimento sul fatto che – a dispetto dei rumors – non ha alcuna intenzione di candidarsi come governatrice della California, appare come il blocco di partenza per una nuova corsa per la Casa Bianca. E fa niente che lei rischi di apparire anche come un “core ingrato”: l’urgenza di smarcarsi dall’esperienza precedente appare più pressante.

Nel libro sulle presidenziali il “core ingrato” di Kamala Harris

Nel libro, che uscirà alla fine di questo mese, Harris racconta i retroscena delle tensioni interne alla Casa Bianca durante la campagna presidenziale del 2024, che per la parte in cui la candidata è stata lei ha definito «la più breve campagna presidenziale della storia moderna». Insomma, non mancò il valore, ma il tempo. Stavolta dunque si parte con largo anticipo, sebbene ufficialmente lo scopo del suo “racconto verità” non sia quello.

La ricandidatura di Biden? «Sconsiderata» e dettata «dall’ego di un individuo»

«Era grazia o era sconsideratezza? Col senno di poi, penso che fosse sconsideratezza», ha scritto Harris, ammettendo di essersi trattenuta dallo spingere Biden a ritirarsi. «La posta in gioco era semplicemente troppo alta. Questa non era una scelta che doveva essere lasciata all’ego di un individuo, all’ambizione di un individuo. Doveva essere più di una decisione personale», ha aggiunto, sostenendo di aver scelto il silenzio per lealtà. «Tra tutte le persone alla Casa Bianca, ero nella posizione peggiore per convincerlo a ritirarsi. Sapevo che se gli avessi consigliato di non candidarsi, lui lo avrebbe interpretato come un gesto incredibilmente egoistico. Lo avrebbe visto come pura ambizione, forse come uno sleale tradimento, anche se il mio unico messaggio era: non lasciare che vinca l’altro (Trump, ndr)», è stata la giustificazione di Kamala sul perché, pur avendo gli strumenti per cercare di far ragionare il presidente uscente, decise di non utilizzarli.

Il sospetto che il libro sia il blocco di partenza per una nuova corsa alla Casa Bianca

Harris ha anche concesso molto sul fronte delle condizioni di salute di Biden, e vai a capire se lo ha fatto per non apparire troppo ingrata o se lo ha fatto per non allontanare accuse che le si potrebbero ritorcere contro, come quella sui complotti per nascondere il reale stato dell’ex presidente. «Joe Biden – si legge nelle anticipazioni del libro – era un uomo intelligente, con lunga esperienza e profonda convinzione, capace di svolgere le funzioni di presidente. Nel suo giorno peggiore era comunque più competente, più capace di giudizio e più compassionevole di Donald Trump nel suo giorno migliore». Dall’altra parte, ha ammesso che l’età dell’ex leader potrebbe aver avuto un impatto: «A 81 anni Joe ha iniziato a essere stanco. Non credo sia una sorpresa che il disastroso dibattito sia arrivato subito dopo due viaggi consecutivi in Europa e un volo verso la West Coast per una raccolta fondi». «Non credo – ha aggiunto – si trattasse di incapacità. Se lo avessi creduto, lo avrei detto. Per quanto io sia leale al presidente Biden, sono ancora più leale al mio Paese». E, insomma, a voler pensare male, che notoriamente è un modo per azzeccarci, il messaggio suona più o meno così: “Per quanto io sia leale al presidente Biden, lo sono di più all’idea di provare a prenderne il posto”.

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di Eleonora Guerra - 10 Settembre 2025