
L'evento "New Direction"
Identità, comunità, visione: l’Europa dei conservatori punta su natalità e sovranità. La tre-giorni di Igea Marina
La tre giorni di New direction con centinaia di dirigenti conservatori riuniti per dibattere delle sfide che attendono l’Ue dell’oggi e del domani
Una sala gremita, un palco in riva al mare e parole che pesano. Non slogan, ma direzioni. “Identità, comunità e visione conservatrice europea”: più che il titolo della tre giorni organizzata da New direction, è il programma di un lavoro politico che si fa azione concreta. A Igea Marina, centinaia di militanti e dirigenti conservatori hanno preso parte al confronto, scandito da interventi densi e privi di retorica. Si è parlato di natalità, di sovranità, ma anche — e soprattutto — di Europa. Quella vera.
Procaccini: «La nostra casa è l’Occidente»
Nicola Procaccini, eurodeputato e presidente di New direction, ha aperto i lavori ricordando «qual è il nostro posto nella Storia: è nell’Occidente». E quando a sinistra «scandalizzano per Meloni, ma non fiatano quando D’Alema sfila alla parata di Pechino tra i regimi. Questo è l’Occidente che finge di non vedere», ha detto. Nel mirino, poi, l’ideologia green: «Hanno surrogato il comunismo con una nuova ideologia, quella turbo-ambientalista». I frutti avvelenati? «Autodazi sulle spalle della competitività europea».
E infine: «Il progetto degli Stati Uniti d’Europa è un modello centralista che toglie poteri alle nazioni per portarli a Bruxelles. Lo chiamano federalista, ma è l’opposto. Noi siamo nazioni, non regioni. È curioso che vogliano trasformare l’Italia nel Missouri».
Giordano: «Trump lo dice: svegliatevi»
Antonio Giordano, segretario generale di Ecr party, ha ricostruito con precisione le origini del problema cinese: «Fino al 2001 la Cina era fuori dalle nostre organizzazioni di mercato. Poi, grazie a Clinton e a un gruppo di imprenditori attratti da un mercato potenziale di un miliardo e quattrocento milioni di consumatori, fu fatta entrare nel Wto. Da lì è iniziato tutto».
«La Cina è entrata nel commercio globale imponendo però le sue regole. Oggi ti dice: se vuoi accedere al mio mercato, giochi secondo le mie condizioni». E fa un esempio rivelatore: «Da quanti anni non vedete più film americani che parlano dei bassifondi cinesi o della mafia cinese? Come Sette anni in Tibet. Il condizionamento economico è diventato censura culturale».
Sul piano geopolitico: «La recente parata cinese è un messaggio geopolitico preciso. Ma l’asse tra Cina, Russia e India è fragile. Non è un’alleanza naturale. Trump lo dice: svegliatevi. State vendendo l’anima al diavolo».
Sberna: «In Europa bisogna riportare al centro la “famiglia”»
Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, ha rilanciato invece il tema della natalità: «Il trend demografico europeo è in calo preoccupante. Ho firmato 150 emendamenti con la parola famiglia, anche se in Europa non sempre è intesa come la intendiamo noi: mamma, papà e figli».
Sul metodo: «Stiamo costruendo maggioranze trasversali, collegando colleghi anche di altri partiti. I nostri emendamenti vengono guardati con attenzione anche nel Ppe».
Infine, il radicamento nei territori: «Abbiamo incontrato sindaci, amministratori, associazioni di categoria. Ci chiedono: quali sono le regole che non vi piacciono? Perché i fondi europei spesso non arrivano alle famiglie. L’Europa impone troppi paletti». È ora di cambiare.
I messaggi dall’estero e la regia del dibattito
Dalla Lituania e dalla Repubblica Ceca sono arrivati anche i video-messaggi di Aurelijus Veryga e Ondrej Krutilek, membri di New direction, a conferma di una rete che si allarga ben oltre i confini italiani. A moderare il confronto Francesco Giubilei, consigliere scientifico della Fondazione An.