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Esame di Maturità, nel nome il senso della riforma

Nel nome il quid della riforma

Esame di Maturità, la rivoluzione Valditara entra nel “merito”: stop a scene mute e non solo nozioni, ma preparazione alla vita

Arriva in Cdm la bozza del dl: ecco come cambia l'esame orale dal 2026 nella direzione di un modello educativo che consegna centralità alla crescita complessiva e al senso civico degli studenti. Un passo decisivo per un sistema scolastico che non si accontenta di istruire, ma che punta a formare cittadini consapevoli e responsabili

Politica - di Bianca Conte - 4 Settembre 2025 alle 16:57

“Nomen omen”: la nuova Maturità, che prenderà il via con la prima prova giovedì 18 giugno 2026, acquista nuovo smalto formale e un vigore formativo mirato ad accreditare l’istituzionalizzazione di una preparazione scolastica che, tra rigore e snellezza, sinergie e prospettive, sia anche al tempo stesso una preparazione al lavoro e alla vita. Ed è proprio in quest’ottica che, nel nuovo decreto approvato oggi in Cdm, rientra anche la misura che prevede l’obbligatorietà del colloquio orale, pena la ripetizione dell’anno, per chi decide volontariamente di non sostenerlo.

Non solo: col via libera del Consiglio dei ministri al nuovo decreto sulla scuola che riforma l’esame di maturità, sul tavolo arrivano anche più fondi: «Ci sono 240 milioni di euro da destinare al contratto del personale della scuola. È una misura una tantum, ma molto importante», ha annuncia il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, parlando con la stampa al termine del Cdm.

Esame di maturità, via alla riforma Valditara

Allora, entrando nel merito del decreto e della riforma che articola, oltre alle varie novità che illustreremo a breve, va detto che il decreto stanzia 10 milioni di euro aggiuntivi all’anno, a partire dal 2026, per il Piano per la formazione dei docenti. E che la norma estende la copertura assicurativa sanitaria integrativa anche ai docenti e al personale Ata con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno. Ma procediamo con ordine.

La bozza del decreto del ministro Valditara, approvata oggi in Consiglio dei Ministri, rappresenta una svolta per gli studenti, futura classe dirigente di domani, nel loro cammino di maturazione emotiva, formazione sociale, crescita culturale. Un un passo avanti che procede, come dal principio del suo mandato il ministro Valditara ha inteso fare, nella direzione di un ritorno a quella scuola del merito che la sinistra ha cercato per anni di smantellare in nome di un egalitarismo sterile e di una sorta di assistenzialismo (e giustificazionismo spesso andato oltre) a tratti dannoso. Non a caso, allora, l’esame di Stato torna a chiamarsi “Esame di maturità”: una denominazione che già di per sé evoca il senso di responsabilità e completezza che si richiede ai nostri ragazzi a conclusione del ciclo di studi.

Tanto che, non per niente, parlando con la stampa Valditara ha ribadito: con il nuovo esame di maturità «si valuteranno non soltanto competenze, conoscenze e abilità acquisite, ma anche il grado di autonomia e di responsabilità conseguito dallo studente nel corso degli anni delle superiori e dimostrato durante l’esame di maturità. Verranno considerate anche attività connesse con il percorso scolastico, ad esempio quelle sportive e culturali. Così come azioni particolarmente meritevoli che abbiano evidenziato senso di responsabilità e impegno. Naturalmente si potranno valutare anche attività extrascolastiche», ha proseguito il ministro dell’Istruzione.

Il senso di un cambiamento, non solo terminologico

Dunque, il dl varato oggi dal Consiglio dei ministri prevede allora «la riforma della maturità, non soltanto dal punto di vista terminologico, per sottolineare la centralità e l’importanza di questo concetto. Non è un caso che abbiamo deciso di modificare in profondità l’orale. Scompare la discussione sul documento, che aveva sollevato molte perplessità e molta ansia negli studenti: l’orale diventa così più serio e più sereno».

Come cambia l’orale dell’esame di maturità: il decreto nel dettaglio

Come? «Ci saranno quattro materie decise a gennaio, quattro materie su cui si concentrerà la verifica dell’esame orale», spiega il ministro, aggiungendo che «anche per i docenti ci sono novità importanti. Le commissioni diminuiscono da sette a cinque membri: questo comporta dei risparmi, che saranno utilizzati per la formazione dei futuri commissari. È una misura significativa: chi andrà a fare il commissario per l’esame di maturità avrà una formazione specifica, proprio per la delicatezza di affrontare un momento così importante per i giovani e per saper tenere conto anche delle sfumature psicologiche».

Inoltre, la commissione d’esame avrà la facoltà di integrare il punteggio finale con un massimo di tre punti, se il candidato ha raggiunto un punteggio complessivo di almeno 97 punti.

I commissari della maturità, inoltre, saranno pagati di più: «Con i risparmi ottenuti, destiniamo inoltre 15 milioni di euro per l’assicurazione sanitaria, estesa anche ai docenti precari sino al 30 giugno. Nella scorsa legge di bilancio erano stati individuati 65 milioni per i prossimi quattro anni, destinati ai docenti di ruolo e ai precari sino al 31 agosto. Ora lo estendiamo a tutti i precari della scuola italiana», sottolinea ancora Valditara.

Cosa cambia nella bozza sul tavolo del Cdm

Il provvedimento, che sarà operativo dall’anno scolastico 2025/2026, si propone dunque di rimettere al centro lo studente nella sua interezza: visto e valutato non come un alunno a cui si richiede esclusivamente la conoscenza di una serie di nozioni, ma come futuro cittadino consapevole e responsabile. In questa ottica, la bocciatura per chi si rifiuta di sostenere l’esame orale è una misura doverosa e di buon senso che la bozza contiene. Un segnale chiaro che la scuola non è un gioco o un campo di battaglia per la rivendicazione del momento, ma un percorso di crescita che richiede impegno e serietà. Inoltre, nella bozza del decreto del ministro Valditara l’alternanza scuola-lavoro, che cambia nome in “Percorsi di formazione scuola-lavoro”, assume un ruolo ancora più centrale, rafforzando il legame tra formazione e realtà professionale.

Messaggi forti e chiari, quelli che arrivano già a una prima lettura degli articoli del dl, che spazzano via le ideologie del “tanto vale tutto” e riportano al centro la responsabilità, il rispetto e l’impegno. Vediamo allora nel dettaglio cosa prevede la bozza del dl maturità in 7 articoli che stasera sarà sul tavolo dei Consiglio dei ministri.

La bozza del dl maturità in 7 articoli: tutte le novità

Cominceremo col dire che la bozza del provvedimento introduce misure urgenti per riformare l’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione e per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico 2025/2026. Il suo obiettivo principale – si legge nella relazione tecnica, che l’Adnkronos ha potuto visionare – è «potenziare la funzione formativa, culturale e orientativa dell’esame di Stato». La riforma mira a mettere al centro lo «sviluppo integrale della studentessa e dello studente», compresa la sua «maturazione critica, etica, civica e relazionale». Non solo. Il decreto introduce anche gli esami integrativi per gli studenti che desiderano cambiare indirizzo di studio a partire dal terzo anno. E, nel definirne le modalità di svolgimento, il decreto spiega che questi esami si svolgeranno in un’unica sessione, prima dell’inizio delle attività didattiche.

La bocciatura per chi rifiuta di sostenere orale

Nel dettaglio, inoltre, si segnala che la composizione delle commissioni d’esame è stata rivista per renderla «più efficiente e funzionale». Ciascuna commissione sarà ora composta da due commissari esterni e due commissari interni per ognuna delle due classi abbinate, in sostituzione dei tre esterni e tre interni previsti dalla normativa precedente.

Prevista, come anticipato poco sopra, la bocciatura per gli studenti che si rifiutano di sostenere l’orale alla maturità. Il decreto-legge chiarisce infatti che l’esame di maturità si considera validamente superato solo con il regolare svolgimento di tutte le prove, che includono due prove scritte a carattere nazionale e un colloquio. Se un candidato si rifiuta deliberatamente di sostenere una delle prove, l’esame non è considerato valido.

Esame di Maturità, una prova centrata su preparazione e formazione dello studente

Novità anche per quanto riguarda i risultati Invalsi: il dl modifica il curriculum dello studente, specificando che i livelli di apprendimento conseguiti nelle prove nazionali saranno indicati in una sezione specifica in forma descrittiva, solo al termine dell’esame di maturità. L’obiettivo di questa disposizione è chiarire la collocazione temporale e funzionale dei risultati delle prove nazionali, riconoscendo loro una funzione principalmente orientativa. Il progetto è pronto e articolato in tutti i suoi punti nodali: a docenti e studenti ai blocchi di partenza, non resta che ottemperare ai criteri.

 

 

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di Bianca Conte - 4 Settembre 2025