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Effetto Cartabia: su 130 borseggiatrici fermate a Venezia quante sono andate in carcere? Zero

I numeri choc

Effetto Cartabia: su 130 borseggiatrici fermate a Venezia quante sono andate in carcere? Zero

Politica - di Luigi Albano - 20 Settembre 2025 alle 14:15

La riforma della giustizia firmata dal ministro Cartabia finisce per l’ennesima volta al centro delle polemiche dopo l’inchiesta de La Verità, che dedica la prima pagina del quotidiano di oggi sabato 20 settembre proprio alle conseguenze pratiche di una riforma presentata come una panacea per il mondo della Giustizia. Ebbene, come riporta il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, a Venezia è sotto gli occhi di tutti l’emergenza criminale dei borseggiatori, in particolare delle borseggiatrici rom o dell’Est Europa, che colpiscono in maniera spregiudicata e irrefrenabile.

La riforma Cartabia e quelle 130 borseggiatrici di Venezia rimaste impunite

«Con la riforma Cartabia che ha trasformato il furto con destrezza in un reato che spesso sopravvive solo se la vittima trova il tempo e la voglia per firmare una querela e se poi il processo non si ferma davanti all’ulteriore scoglio dell’irreperibilità dell’imputato. I numeri fotografano il fenomeno: la squadra antiborseggio nei primi nove mesi dell’anno ha fermato 130 borseggiatrici. Sei gli arresti. Zero carcere. Portafogli svuotati e poi abbandonati (l’ufficio reperti è arrivato a quota 900 da gennaio), fogli di via violati in modo seriale, minorenni collocate in comunità e fuggite dopo un’ora». Emblematico il caso della regina delle borseggiatrici di Venezia, soprannominata Shakira. 

L’esempio di Shakira: 60 procedimenti, ma niente galera

La 20enne di origine bosniaca è è diventata il terrore di Venezia, vantando oltre 60 procedimenti. L’ultimo poche settimane fa. Ha rimediato l’ennesima condanna, stavolta a un anno di reclusione per aver violato il divieto di dimora nella città lagunare. Come è finita? Come al solito: subito dopo la sentenza, è tornata in libertà: una decisione che ha riacceso il dibattito sull’efficacia delle misure di prevenzione e sulla necessità di un intervento legislativo più incisivo. Addirittura, alcuni ladri sono passati al contrattacco, denunciando chi li ha fotografati violando la loro “privacy“. Una deriva allucinante, che definisce in maniera plastica la situazione paradossale che sta vivendo l’Italia sul fronte giudiziario.

La riforma avrebbe dovuto, tra gli altri provvedimenti, unificare le procedure da seguire tra il tribunale ordinario e quello dei minori anche per tutelare i minorenni e velocizzare le pratiche. Ma mancano i finanziamenti e la riforma, da questo punto di vista, è partita già zoppa. A dirlo in un convegno a Palatium Vetus a Alessandria, magistrati ed avvocati. Ma questa è un’altra storia, all’interno di una riforma che la sinistra per prima aveva contrabbandato come salvifica per l’universo giudiziario.

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di Luigi Albano - 20 Settembre 2025