
Nuove indagini in Francia
Due anarchici agli arresti domiciliari per terrorismo: avevano piazzato un ordigno al tribunale di Pisa per “solidarietà”
Due anarchici pisani sono finiti agli arresti domiciliari e accusati di terrorismo, attraverso l’utilizzo ordigni micidiali o esplosivi. La Polizia, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della procura di Firenze, ha eseguito la cattura degli indagati durante l’operazione “Delivery”. I reati per cui sono sono imputati i due uomini risalgono al febbraio 2023, quando un ordigno incendiario fu rinvenuto nei pressi del portone di servizio del tribunale di Pisa. Dopo la segnalazione, gli agenti della Digos sono intervenuti tempestivamente, trovando una una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile. Quest’ultima era collegata a una bombola da campeggio che conteneva gas butano e a un petardo modificato con una miccia artigianale.
Qualche giorno dopo, su alcuni siti dell’area anarchica è comparso un comunicato firmato dal “Gruppo di solidarietà rivoluzionaria – Consegne a domicilio Fai/Fri”, che ha rivendicato l’azione come parte di una campagna di attacco allo Stato e alle sue istituzioni: un gesto di solidarietà con l’anarchico Alfredo Cospito.
Due anarchici pisani arrestati: avevano posizionato un ordigno al tribunale di Pisa
Per gli inquirenti, come ha spiegato il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia in una nota, il gesto aveva una chiara connotazione terroristica. La conclusione deriva dal luogo istituzionale scelto e dalla modalità dell’azione, considerata capace di generare un allarme nella popolazione e di minare la fiducia nella sicurezza pubblica. Le attività investigative condotte finora hanno consentito di bloccare due anarchici mentre altre quattro persone, considerate sodali, sono state indagate e perquisite a La Spezia e Massa Carrara.
Il provvedimento del gip
Il provvedimento emesso dal gip raccoglie gli esiti dell’indagine, che hanno scovato anche una componente internazionale: alcune delle rivendicazioni sono state pubblicate sui siti esteri. Questi messaggi hanno portato al coinvolgimento, attraverso Eurojust, del Dipartimento di intelligence francese nell’ambito della cooperazione giudiziaria europea. In base a quanto stabilito dal giudice per le indagini preliminari, la misura degli arresti domiciliari nei confronti dei due esponenti anarchici risponde all’esigenza di prevenire la reiterazione del reato, vista la gravità dell’azione e la propensione degli indagati “a continuare la lotta”. Per giunta, il provvedimento mira a troncare i legami tra gli individui coinvolti e gli ambienti dell’anarchismo insurrezionalista.