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Elly Schlein: la Direzione ha fatto esplodere ulteriormente i problemi interni al Pd

La Direzione Nazionale

Il Pd come il campo largo: ormai i dem stanno insieme solo per le elezioni. E lo dicono apertamente

Elly Schlein invoca unità e parla di una nuova generazione che ha superato le divisioni del passato. La risposta dei riformisti è una riunione a Milano per preparare la guerriglia

Politica - di Federica Parbuoni - 23 Settembre 2025 alle 18:13

I riformisti hanno deciso di partecipare alla Direzione Pd che, nei giorni della vigilia, li aveva fatti agitare al punto di annunciare il forfait: non aveva gradito la convocazione, dopo sette mesi dall’ultima, di una direzione a ridosso del voto e dunque necessariamente imbrigliata e priva di una reale possibilità di confronto. Alla prova dei fatti, invece, a vincere sono state le ragioni elettorali. Ma dalle loro stesse dichiarazioni emerge che la polvere è stata solo messa sotto il tappeto, non spazzata via. Di più, secondo rumors e voci interne, i riformisti si stanno già organizzando per uscire dal congelatore, senza Stefano Bonaccini che fino ai problemi di questi giorni ne è stato il leader: un primo evento dovrebbe essere a metà o fine ottobre. L’unità tanto invocata dalla segretaria Elly Schlein, anche nel corso del suo discorso in direzione, resta insomma uno slogan buono per rassicurarsi.

Alla Direzione Pd tutti “Testardamente unitari”. Fino al voto, poi si vedrà

Ufficialmente dei problemi interni se ne riparlerà dopo il voto, ed è chiaro che c’è chi spera che un risultato soddisfacente possa funzionare da viatico per una discussione più serena. Per il vertice del partito si tratta di un modo come un altro per non affrontare il problema a monte: l’identità in cui il Pd si vuole riconoscere, in cui la pluralità di posizioni è ricchezza solo se poi si riesce a fare sintesi, altrimenti è una convivenza forzata dettata solo dalla volontà di racimolare voti e che certamente non può rappresentare un’alternativa di leadership politica e tanto meno di governo. In fondo, non è né più né meno di quello che avviene anche a livello di campo largo.

Schlein si dà coraggio e si racconta il Pd dei sogni

«Questa alternativa che abbiamo messo in piedi alle regionali, sarà quella che vincerà alle prossime elezioni politiche», ha detto Elly Schlein concludendo la sua relazione alla Direzione Pd. La segretaria dem ha rivendicato il «lavoro testardamente unitario» che ha portato a costruire la stessa coalizione in tutte le regioni al voto. Ora «alternativa è una realtà concreta e il Pd è il perno di questo progetto». Schlein ha poi chiesto «unità dentro e fuori il partito». Il solito mantra insomma, che suona sempre più come un modo per darsi coraggio. Il Pd, ha sostenuto Schlein, ha cresciuto «una nuova generazione di militanti e dirigenti che non ha più da dividersi per le appartenenze pregresse, perché ne hanno costruita una comune, abbeverandosi a tutte le sorgenti che hanno costruito questo partito». Ma dalla politica estera ai temi del lavoro, come è emerso sui referendum, fino all’insofferenza per lo spostamento a sinistra tutti segnali indicano altro.

Bonaccini annuncia il «tempo di bilancio» su come è andato il Pd

Uscendo dalla direzione, Stefano Bonaccini ha assicurato che tutto è andato bene. Che c’è stata «una discussione che ha visto un Pd, come gli è capitato spesso in questi anni, a differenza del passato, molto unito, soprattutto con la testa rivolta a quello che a me appare l’unica cosa che dobbiamo fare, cioè andare il meglio possibile nelle sette regioni al voto». Superato il voto, «sarà un tempo di bilancio di come il Pd è andato, speriamo crescendo, di quante regioni avremo conquistato e quante no e soprattutto subito dopo vi sarà da discutere perché dobbiamo preparare dopo l’alternativa che fra due anni ci sarà nei confronti della destra e per me dire alternativa significa che non basta parlare male di Meloni perché non è quello che ci porta più voti». Anche la deputata Lia Quartapelle, anche lei di area riformista ha poi annunciato che «dopo le elezioni, troveremo il modo per una discussione approfondita e seria su quel che accade nel mondo e sul modo per contrastare la destra».

I riformisti si ribellano e si danno appuntamento a Milano

Insomma, Schlein si gioca la partita della vita: se dovesse andare bene avrà chance di salvezza, altrimenti il processo politico è già allestito e, come molti indicatori fanno intendere, sono già pronte anche le alternative, con il sindaco di Genova Silvia Salis in pole position. E ora Bonaccini rischia di andare a fondo con la segretaria, dopo aver avallato la “Direzione elettorale” che ha fatto infuriare i suoi. I riformisti dem sono sul piede di guerra anche contro di lui. A differenza di quanto avvenuto per la Direzione nazionale, hanno mantenuto fede all’annunciato il forfait all’ultima riunione di Energia Popolare, l’area guidata da Bonaccini che a questo punto non viene più riconosciuto come leader della minoranza. E ora si preparano per l’appuntamento di metà o fine ottobre, che dovrebbe tenersi a Milano, e avere come ispiratore e forse “guest star” Paolo Gentiloni.

 

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di Federica Parbuoni - 23 Settembre 2025