
La mala parata
D’Alema è tornato da Pechino più maoista di prima: “Occidente fazioso, la Cina è pacifica”. Speranza lo difende: “Va capito”
Vieni avanti Baffino: Massimo D’Alema ha parlato con La Stampa dopo l’imbarazzante viaggio a Pechino con tutti i super autarchi della terra riuniti in un colpo solo, da Xi a Putin, da Ciccio Kim al presidente iraniano.
“Assurde le accuse contro di me per la presenza in Cina, il problema è piuttosto l’assenza dell’Europa – si difende l’ex presidente del Consiglio – I cinesi, ogni dieci anni, celebrano la loro Liberazione con una parata militare alla quale invitano sempre i governi di tutto il mondo. Questa volta gli europei non c’erano e proprio questa, a mio avviso, è stata la scelta sbagliata”.
L’imbarazzante autodifesa di D’Alema: Occidente fazioso, la Cina è pacifica
Nell’intervista a La Stampa D’Alema ribatte alle polemiche sulla propria presenza a Pechino in occasione della parata militare cinese, rovesciando le accuse: “In un Paese normale se c’è una personalità non più impegnata direttamente nell’agone politico che ha un buon rapporto con un partner ineludibile come la Cina dovrebbe essere considerato un fatto positivo per il Paese”. Perché “siamo dentro una crisi del vecchio ordine mondiale, abbiamo bisogno di costruirne uno nuovo che non abbia egemonie di alcun tipo e perciò non possiamo permetterci di fare un errore: schiacciare una grande potenza come la Cina e metterla alla guida di un grande blocco anti-occidentale. Errore madornale: se pensi di isolare il resto del mondo, finisci per isolarti”.
“Stiamo vivendo – teorizza Baffino – la fine dell’egemonia occidentale, che è una delle cause del caos del mondo e dobbiamo costruire un nuovo ordine, che non sia l’egemonia di qualcun altro, cosa non desiderabile. Ma sia un ordine multilaterale, sostenibile, di coesistenza tra mondi diversi. Qui da noi invece, siamo più impegnati a difendere in modo fazioso un mondo che non c’è più, anziché ragionare su come stare in quello che c’è. Quello vero. Quello di oggi”.
Finché c’è Speranza, Baffino ha qualcuno che lo difende
All’osservazione che Xi si è presentato alla parata con la giacca rivoluzionaria di Mao, che una volta disse: ‘Il potere politico nasce dalla canna del fucile’, D’Alema veste i panni dell’avvocato difensore: “La Cina non bombarda nessuno, non ha una storia di aggressività e una volta Xi ha detto che le Muraglie le fai quando non vuoi essere invaso, non quando vuoi invadere. La Cina è aggressiva sul piano economico e su questo piano dobbiamo trovare un accordo equilibrato che salvaguardi i nostri interessi, ma sul piano geopolitico la Cina rappresenta un elemento di stabilità”, conclude.
Una versione imbarazzante, che fa calare il gelo attorno all’ex leader dei Ds, ma che trova un alleato non tanto inatteso in Roberto Speranza. «È gigantesco il tema del nuovo ordine mondiale – commenta l’ex ministro della Salute e attuale deputato Pd – dopo l’ultimo vertice di Pechino soprattutto alla luce del posizionamento dell’India in reazione ai dazi di Trump. Il rischio concreto di isolamento dell’Europa dovrebbe far riflettere tutti noi. Per questo le parole di Massimo D’Alema meritano la massima attenzione. Non certo – conclude il compagno Speranza – le solite invettive caricaturali costruite ad arte». Una conclusione che apre la porta a un’ipotesi: alla prossima parata pechinese i delegati della sinistra italiana saranno due?