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Ecco cosa prevedono i 20 punti del Piano Usa per Gaza, preparato da Trump e accettato da Netanyahu

La scheda

Cosa prevede il Piano Usa per Gaza: ecco i 20 punti per la fine della guerra e il futuro della Palestina

Esteri - di Redazione - 29 Settembre 2025 alle 22:08

Contestualmente alla conferenza stampa in cui Donald Trump e Benjamin Netanyahu hanno annunciato l’accordo sul Piano di pace Usa per Gaza, la Casa Bianca ha reso noti i 20 punti del documento, il cui titolo completo è “Piano Comprensivo del Presidente Donald Trump per far finire il conflitto a Gaza”.

Il primo punto prevede che «Gaza sarà una zona de-radicalizzata e libera dal terrorismo, che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini». Il secondo che «sarà ricostruita a beneficio della popolazione di Gaza, che ha già sofferto fin troppo». Terzo: «Se entrambe le parti accetteranno questa proposta, la guerra finirà immediatamente. Le forze israeliane si ritireranno fino alla linea concordata per prepararsi al rilascio degli ostaggi. Durante questo periodo, tutte le operazioni militari, compresi bombardamenti aerei e d’artiglieria, saranno sospese e le linee di battaglia rimarranno congelate fino al rispetto delle condizioni per il ritiro completo e graduale». Al quarto punto si legge che «entro 72 ore dall’accettazione pubblica di questo accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti».

Cinque: «Una volta rilasciati tutti gli ostaggi, Israele libererà 250 prigionieri condannati all’ergastolo e 1700 cittadini di Gaza detenuti dopo il 7 ottobre 2023, comprese tutte le donne e i bambini detenuti in quel contesto. Per ogni ostaggio israeliano i cui resti saranno restituiti, Israele rilascerà i resti di 15 cittadini di Gaza deceduti».

Sei: «Una volta restituiti tutti gli ostaggi, i membri di Hamas che si impegneranno alla pacifica convivenza e alla consegna delle armi riceveranno l’amnistia. I membri di Hamas che vorranno lasciare Gaza avranno un passaggio sicuro verso i Paesi disposti ad accoglierli».

E, ancora, al settimo punto si legge che «con l’accettazione di questo accordo, gli aiuti entreranno immediatamente nella Striscia di Gaza. Tali aiuti saranno almeno pari, per quantità, a quanto stabilito nell’accordo del 19 gennaio 2025, includendo la riabilitazione delle infrastrutture (acqua, elettricità, fognature), degli ospedali e dei panifici, nonché l’ingresso delle attrezzature necessarie per rimuovere le macerie e riaprire le strade».

Otto: «La distribuzione e l’ingresso degli aiuti nella Striscia di Gaza avverranno senza interferenze da parte delle due parti, attraverso le Nazioni Unite e le sue agenzie, la Mezzaluna Rossa, oltre ad altre istituzioni internazionali non legate a nessuna delle parti. L’apertura del valico di Rafah in entrambe le direzioni sarà soggetta allo stesso meccanismo applicato nell’accordo del 19 gennaio 2025».

Nove: «Gaza sarà governata da un’amministrazione transitoria temporanea composta da un comitato palestinese tecnocratico e apolitico, responsabile della gestione quotidiana dei servizi pubblici e municipali per la popolazione di Gaza. Questo comitato sarà formato da palestinesi qualificati ed esperti internazionali, con la supervisione di un nuovo organismo internazionale transitorio, il “Board of Peace”, presieduto dal presidente Donald J. Trump, con altri membri e capi di Stato che saranno annunciati, incluso l’ex primo ministro Tony Blair. Questo organismo stabilirà il quadro e gestirà i finanziamenti per la ricostruzione di Gaza fino a quando l’Autorità Palestinese non avrà completato il proprio programma di riforma, come previsto da varie proposte (tra cui il piano di pace di Trump del 2020 e la proposta saudita-francese), e potrà riprendere in modo sicuro ed efficace il controllo di Gaza. Tale organismo si ispirerà ai migliori standard internazionali per creare una governance moderna ed efficiente, utile ad attrarre investimenti».

Al decimo punto si legge che «un piano economico di sviluppo per ricostruire e rilanciare Gaza sarà elaborato convocando un gruppo di esperti che hanno contribuito alla nascita di alcune delle moderne città modello del Medio Oriente. Molte proposte d’investimento e idee di sviluppo elaborate da gruppi internazionali saranno considerate per integrare i quadri di sicurezza e governance, al fine di attrarre e facilitare investimenti capaci di creare lavoro, opportunità e speranza per il futuro di Gaza».

L’undicesimo punto prevede che «sarà istituita una zona economica speciale con tariffe preferenziali e condizioni di accesso da negoziare con i Paesi partecipanti». Dodici: «Nessuno sarà costretto a lasciare Gaza: chi vorrà partire sarà libero di farlo e libero di tornare. Saranno incoraggiati a restare, offrendo loro l’opportunità di costruire una Gaza migliore».

Tredici: «Hamas e le altre fazioni accettano di non avere alcun ruolo nel governo di Gaza, né diretto né indiretto, in nessuna forma. Tutte le infrastrutture militari, terroristiche e offensive, inclusi tunnel e impianti di produzione di armi, saranno distrutte e non ricostruite. Gaza sarà sottoposta a un processo di smilitarizzazione sotto la supervisione di osservatori indipendenti, che includerà la messa fuori uso permanente delle armi tramite un processo concordato di disarmo, sostenuto da un programma internazionale di riacquisto e reintegrazione, tutto verificato dagli osservatori indipendenti. La “Nuova Gaza” sarà pienamente impegnata nella costruzione di un’economia prospera e nella pacifica convivenza con i vicini».

Quattordici: «Sarà fornita una garanzia da parte di partner regionali per assicurare che Hamas e le altre fazioni rispettino i loro obblighi e che la Nuova Gaza non rappresenti una minaccia né per i suoi vicini né per la sua popolazione».

Quindici: «Gli Stati Uniti collaboreranno con partner arabi e internazionali per sviluppare una Forza Internazionale di Stabilizzazione (ISF) temporanea da dispiegare immediatamente a Gaza. L’ISF addestrerà e fornirà supporto a forze di polizia palestinesi selezionate, consultandosi con Giordania ed Egitto che hanno grande esperienza in questo campo. Questa forza rappresenterà la soluzione di lungo termine per la sicurezza interna. L’ISF collaborerà con Israele ed Egitto per aiutare a garantire la sicurezza delle aree di confine, insieme alle nuove forze di polizia palestinesi addestrate. Sarà cruciale impedire l’ingresso di armi a Gaza e facilitare un rapido e sicuro flusso di beni per ricostruire e rilanciare Gaza. Le parti concorderanno un meccanismo di deconflitto».

Sedici: «Israele non occuperà né annetterà Gaza. Man mano che l’ISF stabilirà controllo e stabilità, le Forze di Difesa Israeliane (IDF) si ritireranno secondo standard, traguardi e tempistiche collegati alla smilitarizzazione, da concordare tra IDF, ISF, garanti e Stati Uniti, con l’obiettivo di una Gaza sicura che non rappresenti più una minaccia per Israele, l’Egitto o i loro cittadini. In pratica, le IDF consegneranno progressivamente il territorio occupato a Gaza all’ISF secondo un accordo con l’autorità transitoria, fino al ritiro completo, salvo un perimetro di sicurezza che rimarrà fino a quando Gaza non sarà adeguatamente al riparo da nuove minacce terroristiche».

Diciassettesimo punto: «Nel caso in cui Hamas ritardi o rifiuti questa proposta, quanto sopra, compresa l’operazione di aiuti su vasta scala, procederà nelle aree libere dal terrorismo consegnate dall’IDF all’ISF»

Diciotto: «Sarà avviato un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della pacifica convivenza per cercare di cambiare mentalità e narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace».

Diciannove: «Mentre la ricostruzione di Gaza avanzerà e il programma di riforma dell’Autorità Palestinese sarà attuato fedelmente, potranno finalmente crearsi le condizioni per un percorso credibile verso l’autodeterminazione e lo Stato palestinese, che rappresenta l’aspirazione del popolo palestinese».

Venti: «Gli Stati Uniti avvieranno un dialogo tra Israele e palestinesi per concordare un orizzonte politico di pacifica e prospera convivenza».

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di Redazione - 29 Settembre 2025